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Il signor armistizio non lo conosciamo

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di Rosanna Romanisio Amerio, ed. Solfanelli, marzo 2025

Un’indagine meticolosa e senza preconcetti, condotta con il rigore e la passione del giornalismo d’inchiesta, che si dipana come un racconto accompagnando il lettore, anche quello meno esperto di Storia, attraverso i fatti di quei convulsi mesi del 1943, e l’analisi delle copie inedite dei due armistizi: quello “breve”, del 3 settembre, e quello “lungo”, del 29 settembre, con le firme di Castellano e Bedell Smith, e di Badoglio ed Eisenhower. Dal comune monferrino di Grazzano, patria di quel Pietro Badoglio che dell’armistizio fu tra i maggiori artefici, l’Autrice giunge negli appezzamenti siracusani dell’antica Masseria di San Michele, in Santa Teresa di Longarini, dove fu allestito il Fairfield Camp, il posto di comando alleato in Sicilia in cui il 3 settembre fu siglato il documento poi noto come “armistizio di Cassibile”. L’inchiesta si snoda anche sulle tracce del “cippo-ricordo” dell’armistizio, che gli Alleati posero proprio nel punto in cui avvenne la firma, e che fu asportato nel ’55 dal giornalista e scrittore Enrico de Boccard.

I testi inediti di Franco Montanari, il diplomatico che accompagnò il generale Giuseppe Castellano in qualità di interprete durante le trattative, e i Diari anch’essi inediti del diplomatico Luca Pietromarchi, che si sarebbe dovuto trovare al posto di Montanari al seguito di Castellano, si affiancano alle vicende di una figura determinante nei contatti per le trattative con gli Alleati: Dick Mallaby, il super agente segreto britannico dello Special Operations Executive. E ancora, l’intricata avventura della missione di Giacomo Zanussi, che per primo ebbe fra le mani l’armistizio “lungo”, mentre Castellano faceva ritorno a Roma da Lisbona recando con sé una copia di quello “breve”… Eventi che dall’armistizio portarono a una nuova stagione di vita per l’Italia.

Tutto questo è Storia, eppure sembra un giallo avvincente, incredibile come solo i fatti reali possono esserlo. Di seguito, su gentile concessione dell’autore, la presentazione del libro:

Tra le tante aberrazioni dell’epoca contemporanea vi è quella afferente alla diffusa ignoranza (anche) sulla storia recente e recentissima.
Relativamente ai fondamentali avvenimenti del 1943 la sindrome è particolarmente accentuata e dolorosa. Eppure in Italia non mancano eventi, iniziative e strumenti mediatici di divulgazione e, negli ultimi anni, il concetto di memoria è diventato anche di gran voga, quantomeno a livello superficialmente propagandistico. Ma il risultato effettivo è che – a ottanta anni di distanza da eventi le cui conseguenze ancora si protraggono – la loro narrazione è carente e, conseguente- mente, la loro conoscenza scarsissima.
Le cause di tali effetti sono plurime e tutte ampiamente biasimevoli: amnesie strumentali, coltivazione di status quo redditizi, ma incivili, imbarazzi, inclina- zione all’autocolonialismo, timori assortiti, ma, principalmente, incompetenza e indolenza intellettuale. E così, da un lato sono state perse, per motivi anagrafici, testimonianze ormai irrecuperabili e dall’altro veri e propri giacimenti documentali, messi a disposi- zione negli ultimi decenni dagli archivi di tutto il mondo, sono stati oggetto di poca o nulla attenzione.

A tutto ciò si è aggiunto l’inquinamento – incrementato dall’invasività dei nuovi media – dovuto non solo alle narrazioni militanti e integralistiche (difensive, offensive o semplicemente faziose), ma anche a quella che si può definire “la sindrome di Oliver Stone”: intendo riferirmi al fatto che ormai, in relazione a macro e micro eventi, la “conoscenza” dell’individuo medio non consegue all’acquisizione di quanto espresso in studi e indagini degne di questo nome, quanto a trasposizioni spettacolari e sensazionalistiche, irresistibili nel loro confeziona- mento, quanto orgogliosamente inconsistenti e fallaci nei loro contenuti.

Parimenti disastrose sono le opere anche di autori blasonati, il cui contenuto asseritamente sensazionale e inedito non si rivela tale, aggiungendo al danno culturale quello commerciale (che tutto muove…). In siffatta situazione, che ovviamente non affligge solo la saggistica storio- grafica e che affonda le proprie radici, a livello di causa-effetto, proprio nei fatti dell’estate 1943 e nella successiva guerra civile (protrattasi per decenni), per chi volesse abbeverarsi a una fonte pura e fresca c’è questo libro.

In maniera meno poetica: la lettura e lo studio del risultato delle poliennali fatiche di Rosanna Romanisio Amerio descrivono adeguatamente e aiutano a capire cosa effettivamente accadde in quella tragica estate, a distanza di decenni dagli ultimi studi rilevanti in materia e grazie ad acquisizioni documentali, anche recentissime. Il problema (ovvero, come in questo caso, la felice soluzione…) è proprio quello della adeguatezza: adeguatezza dell’impegno dell’autore e adeguatezza del risultato. Il peculiare taglio dato dall’Autrice potrà piacere o meno, ma questo è un saggio adeguato, argomentato attraverso indagini, documenti e studi adeguati.

E statisticamente l’adeguatezza, quanto agli studi sugli eventi del 1943, sembra, per quanto sopra ricordato, pertenere a opere come questa e a poche altre. Per tali motivi un libro come questo è importante e interessante. Lo è per la sua sostanza, per i suoi contenuti effettivi e lo è simbolicamente, perché testimonia la miracolosa sopravvivenza – contro ogni previsione e convenienza – di appas- sionati attivi, che dalla passione giungono alla pubblicazione, finalizzando positivamente la propria insoddisfazione, arrivando alla consapevolezza di avere la possibilità e la soddisfazione di colmare lacune inammissibili.

E poi, l’assenza di vincoli, cambiali da onorare e rischi per la “cadrega”, che caratterizza l’opera di autori come Rosanna Romanisio Amerio, permette al lettore di fruire non solo di testi privi di condizionamenti e intendimenti più o meno occulti, ma anche di approcci narrativi peculiari: chi tra gli “ingessati” (mentalmente) autori più conosciuti avrebbe mai impostato il proprio scritto sulla base della cronaca della propria ricerca “matta e disperatissima”?

E dunque questo saggio, al di là dei suoi importanti e in parte inediti contenuti, pone all’attenzione del lettore questioni, domande e risposte di indubbia rilevanza, ripercorrendo giornate caratterizzate da contegni gravissimi (ma non seri…), testimoniando, ancora una volta, la complessità e la non monoliticità degli accadimenti, nonché l’esigenza civica e sociale che sui fatti del 1943 si continui a studiare, studiare e ancora studiare, evitando ogni allentamento della tensione storiografica, più o meno consapevole e stipendiata.

  • Nato a Genova nel 1973, appassionato di storia e letteratura del Novecento, è titolare della casa editrice ITALIA Storica Edizioni in Genova, specializzata in storia militare e che conta nel suo catalogo traduzioni di testi di documentazione storica e di memorie inedite in italiano quali "La fanteria tedesca nella seconda guerra mondiale" di Alex Buchner, "Tiger nel fango" di Otto Carius, "Vittorie perdute" di Erich von Manstein, "Battaglie di Panzer" di Friedrich von Mellenthin, "Comandante di Panzer" di Hans von Luck, "Volare, la mia vita" di Hanna Reitsch, "Al fianco di Hitler" di Nicolaus von Below (prefazione di Francesco Perfetti), "Il sognatore con l’elmetto" di Christian de La Mazière e di opere di autori italiani come "Guida alle artiglierie italiane nella 2a guerra mondiale 1940-1945" di Enrico Finazzer (con la collaborazione di Ralph Riccio) e "Il mulo – l’ibrido Alpino" del Generale Fabio Palladini e collaborazioni con l’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito.
    Socio della SISM, Società Italiana di Storia Militare fondata dal professor Raimondo Luraghi, suo primo presidente, e segretario del Gruppo ANMI (Associazione Nazionale Marinai d’Italia) di Genova.
    Curatore del primo sito italiano tutto dedicato a Louis-Ferdinand Céline, autore del medesimo e curatore di numerose opere e socio e corrispondente per l’Italia della SLC (Société des Lecteurs de Céline).
    I libri da lui curati sono stati recensiti da testate nazionali quali “il Giornale”, “il Foglio”, “Repubblica” e “il Manifesto”, “Robinson”, “STORIA Militare” e “L’indice dei libri del mese” e segnalati su TG2 Mizar e “La storia siamo noi”, RAI3.
    Tra gli altri, ha collaborato e collabora con i periodici “Satisfiction”, “The Fashionable Lampoon”, “Costume”, “Rivivere la storia”, “Storia del Novecento”, “SGM”, “Steel Art”, “Storia Verità”, “Storia e Battaglie”, “Le Ali”, “Barbadillo.it”, “Pangea”, “Le Bulletin Célinien”, “Spécial Céline”, “CulturaIdentità” e con l’edizione nazionale de “il Giornale”.

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