Filo occidentali, anti occidentali e… confusi mentali
La Civiltà Occidentale, ovvero quella dove vivono chi sta scrivendo ed il 99 per 100 di coloro che stanno leggendo, ha avuto convenzionalmente inizio con la cosiddetta Civiltà Micenea della Grecia antica, ovvero circa 2800 anni fa. Un lasso di tempo non propriamente breve, checché ne dica una certa storiografia a metà tra l’esotico ed il terzomondista, secondo la quale Civiltà e culture extra Occidente sono immancabilmente più antiche, più nobili, più sagge, meno razziste… e via dicendo.
Fatto è che, dall’epoca resa immortale dai poemi omerici, il nostro sistema di vita hanno subito e/o imposto molteplici e spesso contraddittori cambiamenti di mentalità, costumi, cultura, filosofia, religione. Mantenendo, malgrado tutto, alcuni principi inossidabili: il rapporto tra eguali (figlio della falange oplitica e già riscontrabile nell’Iliade), il desiderio d’esplorare ed imparare fine a se stesso (base stessa dell’Odissea) e la logica (portata alla “perfezione” concettuale da Aristotele).
In seguito, l’Occidente ha sviluppato tutta una serie di concetti quali lo Stato, il Diritto, la legge naturale, la libertà, l’uguaglianza e chi più ne ha più ne metta.
Oggi, dopo mille torti ed infiniti errori, la Civiltà Occidentale si basa su pochi, semplici e pesantissimi concetti: diritti dell’uomo, libertà politica ed economica, uguaglianza di fronte alla legge. In sintesi su democrazia e capitalismo. Il risultato di tale filosofia esistenziale è stato che i Paesi occidentali (o quelli che volenti o nolenti sono divenuti Occidentali, vedasi il Giappone) sono a livello mondiale i più ricchi, i più liberi, quelli dove i diritti dei cittadini sono più rispettati e quelli dove la ricchezza è più equamente distribuita. La prova di ciò? Che sono gli africani, i cinesi e i sudditi dei Paesi islamici che vogliono emigrare in massa in Occidente, non gli occidentali che cercano di uscire dal proprio mondo (anche perché se volessero nessuno glielo impedirebbe…).

Ciò non significa che l’Occidente sia perfetto. L’Occidente di oggi, al contrario, è in decadenza. Il nichilismo è imperante (“gli altri sono sempre meglio di noi”), il senso di colpa terzomondista la fa da padrone (“se in Africa si cannibalizzano è sempre colpa dell’Occidente”), la libertà di parola è paurosamente in contrazione (“se critichi l’islam o una persona di colore sei razzista e vai arrestato per crimine d’odio”), la libertà economica è sotto assedio da parte una tassazione folle mirante a mantenere al potere una casta burocratica che pontifica su come “ridistribuire” la ricchezza, l’immigrazione dal Terzo Mondo ha reso le grandi città occidentali un incubo in termini di sicurezza e criminalità (ma guai a dirlo perché “ci pagheranno le pensioni…”). La demografia, infine, minaccia la pura e semplice estinzione dell’uomo bianco (termine non del tutto, ma quasi, sovrapponibile a quello di Occidente). E malgrado tutto ciò sono gli “altri” che vogliono venire “qui”, non “noi” che vogliamo andare “là”. Perché? Perché l’Occidente e la sua Civiltà, con tutti i loro difetti, sono migliori del resto del mondo.
Fatta questa premessa analizziamo un altro elemento, ovvero che l’Occidente è l’unico posto al mondo dove chi vuole ha il diritto di criticare liberamente i detentori del potere. Non ci credete? Andate con un cartello con scritto “ABBASSO IL GOVERNO” davanti al Parlamento israeliano, poi andate con lo stesso cartello davanti a quello iraniano. Oppure andante con un cartello con scritto “ABBASSO IL PRESIDENTE” davanti alla Casa Bianca, poi andate con lo stesso cartello davanti al Cremlino o davanti alla Città Proibita. Ci siamo capiti o serve un disegno?
Questa nostra libertà, che molti disadattati occidentali (nessun sistema socioeconomico può rendere tutti felici…) credono sia una debolezza democratica, in realtà è una forza. O meglio: nell’eterno confronto con le dittature spesso si è rivelata una debolezza tattica, ma si è sempre rivelata una forza strategica. E chi non ci crede vada a vedere che fine hanno fatto il Terzo Reich o l’Unione Sovietica.
Oggi l’Occidente, più a causa della sua decadenza che in virtù del rafforzamento dei suoi nemici, è sotto un attacco concentrico. I suoi nemici geopolitici sono evidenti, ovvero la Cina (che dichiaratamente vuole la nostra distruzione quale vendetta storica per il suo “Secolo dell’umiliazione” 1839-1949) e le masse islamiche (che coerentemente con la predicazione del Profeta Maometto mirano a conquistare e convertire del mondo). A questa “coppia letale”, per fortuna non coerentemente alleata, dobbiamo purtroppo aggiungere la Russia. Infatti, sebbene la Russia sia di natura essenzialmente occidentale (in quanto bianca e cristiana) ha anche subito una parziale asiatizzazione della sua mentalità a seguito del nefasto Giogo Mongolo. A seguito di tale disastro la Russia ha accumulato un ritardo sociale con l’Occidente mai del tutto colmato ed esacerbato da 70 anni di dittatura comunista. Questo, in combinato disposto con le difficoltà economiche post sovietiche, ha portato al potere Putin, un ex agente del KGB di luciferina intelligenza ma che, da buon figlio dell’URSS, percepisce la vittoria dell’Occidente nella Guerra Fredda non come propedeutica alla liberazione della Russia dalla dittatura, ma come un’umiliazione da vendicare (cfr. “Enigma Russia. Comprendere l’anima dell’orso“). Da qui il suo desiderio di rivincita, che probabilmente andrà a finire come la Seconda Guerra Punica per Cartagine o la Seconda Guerra Mondiale per la Germania. Non solo. La politica estera di Putin sta trasformando la Russia in un vassallo della Cina, dimostrando che malgrado i russi siano etno-storicamente occidentali l’attuale leadership del Cremlino preferisca l’autocrazia asiatica alla Civiltà della logica aristotelica e dei diritti dell’uomo illuministi.
Oggi il cosiddetto “Asse del Male” sta conducendo varie guerre contro l’Occidente, ma due sono le principali: l’invasione putiniana dell’Ucraina e l’assalto islamico contro Israele, che va da Gaza al sostegno che l’Iran (e non solo) fornisce ai vari gruppi terroristi musulmani. La terza e più devastante guerra è in preparazione, ovvero l’invasione cinese di Taiwan: speriamo che a Pechino prevalga la ragionevolezza, perché quella potrebbe essere la crisi capace di scappare di mano. Vi è poi la quarta e forse più importante guerra che il mondo extra occidentale sta attuando contro di noi, quella dell’immigrazione di massa e della demografia. Ma tale e più esistenziale minaccia è un conflitto di tipo diverso, quindi da affrontare in modo diverso.

Di fronte ai due principali conflitti in corso come si pone l’opinione pubblica occidentale? Come abbiamo visto l’Occidente è l’unico posto al mondo dove chiunque entro certi limiti può esprimersi liberamente, anche criticando i propri Governi. Questo, unito all’abile propaganda di scuola sovietica che giunge dal regime putiniano e dal mondo islamico, ha fatto sì che i nostri concittadini abbiano sviluppato un’aspra dialettica. C’è chi riconosce nell’Ucraina e in Israele i baluardi del nostro sistema di vita e chi, al contrario e quasi sempre per dare una giustificazione alle proprie frustrazioni/aspirazioni personali, auspica la vittoria delle autocrazie, siano esse laiche come quelle russa e cinese o fondamentaliste come quella di Hamas.
Meravigliosi in questo zoo antropologico sono coloro che sfogano il loro malessere esistenziale antiamericano ed antiebraico su Facebook. Costoro non solo sono troppo limitati per capire che possono esprimersi grazie alla democrazia, che tutela la loro libertà, ed al capitalismo, che gli garantisce del tempo libero da sprecare a piacimento. Non solo sono così intellettualmente disonesti da non ammettere neanche sotto tortura che in Europa la democrazia esiste ancora grazie a Stati Uniti e Gran Bretagna. Costoro, ciliegina sulla torta, dimostrano la loro pochezza sputando veleno su USA ed Israele utilizzando un social network (il suddetto Facebook) che è proprietà di un americano, per giunta ebreo e dichiaratamente sionista. Si potrebbe accusare queste persone di ipocrisia, ma purtroppo, nel 90 per 100 dei casi, si tratta solo del tragico fallimento dei nostri sistemi scolastici.
Infine, vi è la terza categoria, ovvero chi divide il proprio sostegno in modo incoerente, parteggiando con Putin contro l’Ucraina e con Israele contro i fondamentalisti, oppure incrociando al contrario. Tale posizione può avere mille motivazioni politiche, personali o psichiche, ma è assurda. Perché? Perché come abbiamo capito l’Ucraina ed Israele sono l’attuale frontiera della Civiltà Occidentale sotto attacco. L’Ucraina combatte contro un satrapo nostalgico dell’URSS e amante dell’autocrazia importata in Russia dalle steppe mongole, mentre Israele è la prima linea nel conflitto che Maometto ha dichiarato al resto del mondo e che i suoi seguaci coerentemente perpetuano. Si potrebbe azzardare che non siano due guerre, ma due campagne militari della stessa guerra, che i nostri nipoti (che esisteranno solo in caso di nostra vittoria) un giorno potrebbero denominare “Guerra per l’Occidente”.
Pertanto, chi sostiene coerentemente l’Occidente ed i suoi alleati è filo occidentale, chi sogna la nostra sconfitta e la propria estinzione è un nichilista anti occidentale e, infine, chi mescola le carte in base a chissà quale contorsione illogica è… un confuso mentale.