Reportage Africa Express: Nigeria centrale sotto attacco
Oltre 150 morti dopo incursione di uomini armati
Per gentile concessione di Africa-ExPress.info, ripubblichiamo il loro articolo originale
Amministrazioni locali deboli, mancano infrastrutture, assenza del governo di Abuja. Da due anni al potere, il presidente Tinubu non ha protetto la popolazione in balia agli attacchi di gruppi armati in diverse regioni del Paese.
Uomini pesantemente armati sono entrati nuovamente in azione a Yelewata nel Benue State, Nigeria centrale. Durante la notte tra venerdì e sabato hanno fatto una strage, uccidendo almeno 150 persone.
Da mesi la regione è teatro di continui violenti scontri tra contadini stanziali, per lo più cristiani, e i fulani, pastori semi-nomadi musulmani, giunti nella zona nel XVII secolo provenienti dal Mali. Un conflitto che dura da anni per il controllo di terre e risorse.
Capi dello spionaggio
Domenica sera, in un breve comunicato, il presidente nigeriano, Bola Tinubu, ha fatto sapere di aver inviato i capi di intelligence, polizia e dell’esercito per sorvegliare le operazioni di sicurezza e di ripristinare l’ordine. Il capo di Stato ha poi aggiunto: “Ho ordinato alle forze di sicurezza di agire con decisione, di arrestare gli autori di queste sanguinosi crimini, chiunque essi siano, e di consegnarli alla giustizia”.

Sabato Amnesty International Nigeria ha confermato la carneficina che si è consumata nel Benue State, criticando le autorità, perché, secondo la ONG “le misure di sicurezza che il governo sostiene di attuare nello Stato non funzionano”.
Popolazione in fuga
Dopo l’ultima aggressione, almeno 6mila nigeriani sono fuggiti dalle proprie abitazioni. NEMA (acronimo per National Emergency Management Agency, ndr), la Croce Rossa e UNHCR hanno allestito un campo per sfollati a Makurdi, capoluogo del Benue State.
All’indomani della carneficina, centinaia di persone sono scese nelle strade e piazze del capoluogo per protestare pacificamente contro le ripetute, infinite aggressioni. La gente, stanca dei continui attacchi, ha manifestato per chiedere alle autorità misure urgenti per mettere fine ai massacri.
Gas lacrimogeni
La manifestazione è stata ovviamente repressa dalla polizia, e, secondo alcuni testimoni oculari, gli agenti avrebbero usato gas lacrimogeni per disperdere la folla.
Gli attacchi nella cosiddetta “cintura centrale” della Nigeria hanno spesso dimensione religiosa o etnica.
Ma secondo Joseph Ochogwu, direttore generale dell’Istituto per la Pace e la Risoluzione dei Conflitti di Abuja, la causa di questa violenza è una combinazione di fattori: desertificazione, problemi di distribuzione delle terre, proliferazione delle armi e assenza di una solida amministrazione locale. Prevale quindi la legge del più forte.
Governance locale
“Bisogna quindi partire da una governance locale efficace, solo così la crisi si attenuerà” ha precisato Ochogwu ai reporter di RFI. Ha poi aggiunto: “Ma le attuali amministrazioni locali sono estremamente deboli. Queste autorità dovrebbero assicurare l’istruzione di base, strutture sanitarie, strade e infrastrutture per garantire la presenza dello Stato nelle comunità. Tuttavia, visto che questi servizi sono quasi totalmente assenti, le persone sono abbandonate a se stesse e attori esterni approfittano della situazione per cercare di prendere il controllo dei territori”.
I pastori fulani vengono generalmente ritenuti i responsabili degli scontri. Dal canto loro gli allevatori sostengono di essere pure bersaglio di sanguinari attacchi da parte degli agricoltori e dell’espropriazione delle proprie terre.
Appena due settimane fa, sempre nel Benue State, sono state uccise almeno 25 persone da uomini armati. Ad aprile, in una serie di massacri ancora da chiarire, sono morte 100 persone nel Plateau State (sempre nel centro della Nigeria) e oltre 50 nel Benue. Secondo un recente rapporto di Amnesty International, negli ultimi due anni hanno perso la vita 6.896 persone in svariati attacchi nel Benue e 2.630 nel Plateau.

Insomma con la salita al potere di Bola Tinubu nel 2023, il suo governo non ha saputo proteggere la popolazione. La ONG per i diritti umani con sede a Londra ha evidenziato che in due anni sono morte oltre 10mila persone nel nord e nel centro del Paese. Si tratta di zone particolarmente colpite dalle incursioni dei terroristi Boko Haram e dei loro cugini di ISWAP e di bande armate criminali che attaccano i villaggi, uccidendo e rapendo i residenti.