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Potenza Europa

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Idee per un processo ricostruttivo

Qual è la vera sfida per l’Europa di oggi e di domani? Non sono lo spread, i parametri da rispettare, le politiche del rigore. Paradossalmente neppure l’emergenza immigrazione e le relative politiche di contenimento. È ancora e sempre la consapevolezza rispetto alla propria civiltà, ai principi millenari che l’hanno informata, ed insieme la possibilità-capacità di farsi soggetto attivo sugli scenari di un mondo in trasformazione, percorso da guerre e nuovi, complessi processi geopolitici di “assestamento”.

I conti debbono essere fatti a partire dai contesti in cui ci si trova ad operare. Dai numeri che rimarcano il quadro generale e la necessità di misurarsi ad armi pari sui grandi scenari internazionali e rispetto alle sfide in atto.

Il primo passo è perciò quello di essere coscienti delle proprie responsabilità, a livello culturale ancora prima che politico e sociale, iniziando ad alzare l’asticella, a guardare oltre gli orizzonti burocratici e scontati dell’Europa attuale. A prendere innanzitutto coscienza di una Storia, di identità condivise, delle reali possibilità di risposta, a partire da un’Europa vista quale Idea Forza capace di misurarsi realisticamente con la crisi della rappresentanza, passando per i ceti sociali, per il Welfare e un’autentica politica redistributiva, per le nuove tecnologie e la rivoluzione digitale, per la geopolitica e la cultura, per il progetto di una nuova Costituzione Europea e per un diverso approccio all’Energia, ai mercati finanziari e al Green Deal.

È quanto fa il Centro Studi Kulturaeuropa, impegnato – da anni – a rivitalizzare e proiettare nel futuro l’idea di Civiltà Europea, declinata al di fuori del genericismo degli appelli di principio e della vulgata corrente, istituzionale e burocraticamente ingessata. In questa azione, perseguita con una sistematica opera di controinformazione ed aggiornamento (attraverso un sito web, la produzione di podcast quotidiani ed una Web Radio) un passaggio importante è il convegno annuale, con la relativa produzione degli atti, pubblicati con encomiabile rapidità.

Ecco allora, anche quest’anno, l’invito a confrontarsi, attraverso gli interventi del Convegno nazionale, tenuto a Roma il 22 febbraio 2025, intitolato “PotenzaEuropa – Linee costituenti per costruire l’Europa”.

Ciò che ci piace sottolineare – in premessa – è lo stile e l’alto livello degli interventi già emersi dagli incontri precedenti. Ogni relazione, ogni tema trattato è l’occasione per delineare, pur nella pluralità delle voci, il profilo di un nuovo soggetto politico europeo, incardinato in una Storia profonda, ma proiettato verso il Futuro.

Come afferma Carlomanno Adinolfi – in premessa – di fronte alla realtà di un’Europa “dormiente soprattutto perché vecchia, appesantita dalla sua storia millenaria con cui non riesce a fare i conti, ondeggiando tra un progressismo che la nega o colpevolizza e un conservatorismo che la celebra come fosse un orpello polveroso in un museo o peggio le ceneri di un morto”, la sfida va posta ed affrontata ponendo due condizioni: il Mito e il Futuro, muovendosi cioè attivando una forza mobilitante che faccia piazza pulita di ogni sentimento incapacitante (il Mito) ed individuando un unico obiettivo, senza ripiegamenti o nostalgie (il Futuro) identificando, concretamente e pragmaticamente, delle soluzioni europee in ogni campo (lavoro, tecnologia, etica, politica, economia, società, cultura).

Lungo questa prospettiva si sono mossi i relatori al Convegno organizzato da Kulturaeuropa, ognuno impegnato a declinare i passaggi essenziali che vengono a costituire le linee costituenti di una ricostruzione europea:

  • la Scuola come forma di cittadinanza nuova fondata su un nuovo lessico (solidarietà, sacrificio, collaborazione, partecipazione, impegno, dedizione, costanza) alternativo all’idea dell’homo oeconomicus, oggi dominante (Ferdinando Viola e Sergio Filacchioni, Cittadinanza come partecipazione politica. La sfida europea per una scuola sociale e identitaria)
  • il mercato finanziario e produttivo liberato dai lacci burocratici e monetari, attraverso una valuta forte (sostenuta da adeguate riserve), un’autentica politica di deregolation, una grande Borsa Europea, che raccolga tutte le aziende quotate d’Europa (Marco Massarini, Ceti sociali di riferimento)
  • una nuova politica salariale, ricostruita sulla base della produzione, del welfare e dei redditi da lavoro (Francesco Guarente, Gianluca Passera ed Ettore Rivabella, Welfare e ridistribuzione del Reddito)
  • la trasformazione in entità statuale a tutti gli effetti l’alleanza d’ordine prioritariamente economico e commerciale propria dell’Unione Europea (Giuseppe Scalici, Per una Costituente europea)
  • la rottura del vecchio oligopolio energetico che, nell’attuale quadro geopolitico, condiziona l’Europa attraverso la dipendenza dalle materie prime e dalle tecnologie della transizione energetica (Gian Piero Joime, Energia: per una nuova visione politica europea)
  • la scarsa produttività europea segnata dalla debole produttività multifattoriale, che misura il contributo alla crescita derivante da pratiche manageriali, digitalizzazione, regolamentazione e ambiente economico (Vittorio De Pedys, Quadro economico mondiale)
  • la costruzione di un nuovo soggetto politico europeo, con il passaggio dal burocratismo alla politica, sovranista a livello continentale, riconnesso alle fonti della nostra Civiltà (Marco Scatarzi e Gianfranco Ferrara, Quale soggetto politico per l’Europa di domani?)

La sfida, lanciata con chiarezza d’intenti e concretezza programmatica, è aperta. Importante – ci dice l’esperienza di Kulturaeuropa – è sapere cogliere l’attimo. Nel frattempo, ciò che conta è mantenere alta la guardia, fare crescere una nuova consapevolezza sui grandi temi dell’integrazione europea, così come hanno fatto i relatori del convegno romano, offrire immaginari ideali e soluzioni pragmatiche, alternative e mobilitanti.

“Perché una Nazione esista – scriveva Jose Ortega – è sufficiente che essa abbia coscienza del suo esistere”. Un’Europa, cosciente del proprio ruolo è una necessità ed un dovere spirituale e civile. Lavorare per questo significa essere all’altezza delle nuove sfide della contemporaneità con lo sguardo rivolto al futuro – così come invita a fare, con piglio metapolitico, Kulturaeuropa.


Letture consigliate:

Centro Studi Kulturaeuropa, PotenzaEuropa – Linee costituenti per costruire l’Europa – Roma, 22 febbraio 2025 – Atti del Convegno, Passaggio al Bosco, Firenze 2025.

  • Laureato in Scienze Politiche, giornalista e scrittore “eclettico” ha al suo attivo diversi saggi dedicati alla dottrina sociale e al moderno movimento delle idee.
    Tra gli ultimi libri: "L’Idea partecipativa dalla A alla Z. Principi, norme, protagonisti" (2020), "La Rivoluzione 4.0" (2022). "Idee per una destra laburista" (2024).
    È direttore responsabile del trimestrale “Partecipazione”. Ha fatto parte del CdA della Fondazione "Palazzo Ducale" di Genova. Dal marzo 2023 fa parte del CdA del MEI (Museo Emigrazione Italiana).

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