Antisionismo: il caso Neturei Karta

Chi sono i due individui che hanno preso parte alla manifestazione di Genova il 28 novembre? Ad un primo sguardo è evidente che siano ebrei praticanti, ma all’osservatore meno attento potrebbe non essere chiaro perché usino striscioni di condanna contro Israele e perché si trovassero in compagnia dei manifestanti pro-Palestina. Giunge quindi logico l’interrogativo: “Chi sono?”
L’ebraismo si distingue per la sua natura di religione “etnica”, profondamente intrecciata con la storia e l’identità di un popolo. La vicenda religiosa e quella comunitaria, infatti, procedono da sempre di pari passo. All’interno di questo ampio contesto si colloca il movimento dei Neturei Karta[1] — espressione aramaica che significa “Guardiani della città” — spesso considerato un gruppo marginale.
Si tratta di una corrente di dimensioni ridotte appartenente al mondo haredi antisionista, ossia l’ala più rigorosa dell’ebraismo ortodosso. I suoi aderenti rifiutano diversi aspetti della vita civile israeliana: non utilizzano le banconote dello Stato, non prendono parte al servizio militare obbligatorio, non cantano l’inno nazionale né partecipano alle celebrazioni per il giorno dell’indipendenza; inoltre, si astengono dal pregare presso il Muro del Pianto, luogo sacro per la tradizione ebraica. Il movimento mantiene rapporti con organizzazioni e governi ostili ad Israele, come Hamas, Hezbollah e l’Iran, ed accusa il sionismo di aver fatto un uso politico della memoria della Shoah.
Sovrapposizione della dimensione “etnica” e religiosa
Nel XIX secolo si verificarono alcuni tra gli eventi più significativi destinati a plasmare la modernità: le conseguenze della Rivoluzione francese contribuirono a generare nuovi movimenti politici e culturali, che avrebbero inciso in modo profondo anche sulla storia dell’ebraismo.
In Europa, il secolo fu attraversato da dinamiche contrastanti. Da un lato prese avvio un lento ma costante processo di emancipazione: in particolare nell’Europa centrale, le comunità ebraiche iniziarono ad integrarsi maggiormente nella vita civile, partecipando attivamente alla sfera pubblica e culturale dei Paesi in cui vivevano; dall’altro non mancarono inversioni di tendenza e momenti di forte regressione.
L’antigiudaismo, originariamente legato a motivazioni religiose e radicato nell’Antichità, assunse nel corso del tempo forme nuove, trasformandosi in antisemitismo. Nel XIX secolo questo cambiamento si fece evidente: le accuse e le violenze contro gli ebrei persero progressivamente la connotazione teologica per assumere una dimensione sociale e razziale, segnando un’evoluzione preoccupante del pregiudizio.
Tale fenomeno mise in luce la complessa sovrapposizione, tipica dell’identità ebraica, tra dimensione religiosa ed etnica. Sul finire del secolo, con la nascita degli Stati-nazione e l’affermarsi dei nazionalismi, la spinta a definire comunità politiche omogenee e riconoscibili condusse anche alla formulazione di un pensiero nazionale ebraico. Fu in questo contesto che prese forma il movimento del nazionalismo ebraico.
Il movimento sionista
Il sionismo nacque come movimento politico di matrice laica e liberale alla fine dell’Ottocento, con Theodor Herzl[2] come principale ispiratore ed autore dell’opera “Lo Stato ebraico”[3], pubblicata nel 1896. L’idea innovativa di Herzl consisteva nella possibilità concreta di un ritorno del popolo ebraico in una “Terra promessa”, intesa non solo come luogo simbolico ma come spazio geografico reale, ritenuto il solo in grado di garantire un futuro comune.

Questo progetto ridefiniva radicalmente l’identità ebraica, spostando l’accento dall’osservanza religiosa alla dimensione nazionale e secolare. La Palestina, allora sotto dominio ottomano, fu individuata come la sede naturale del nuovo Stato ebraico. La “Terra di Israele” (Eretz Israel) rimase così il cardine del pensiero sionista, che nel tempo si articolò in diverse correnti, pur mantenendo come elemento unificante il nazionalismo ebraico.
Accanto al sionismo laico prese forma, sin dai primi anni del Novecento, una corrente di ispirazione religiosa: i suoi esponenti vedevano nel progetto politico di Herzl un’iniziativa compatibile con la fede, e si organizzarono nel movimento Mizrahi, che riconosceva nella legge talmudica il fondamento della vita pubblica e privata.
Alla base del sionismo religioso vi era l’idea di un ritorno nella Terra di Israele per riunificare il popolo ebraico sotto la legge della Torah. Una figura centrale di questo orientamento fu Rav Avraham Yitzhak Kook[4] (1865-1935), guida spirituale del sionismo religioso nella Palestina mandataria, che cercò di conciliare il progetto politico con una visione mistica e messianica. Tuttavia, gran parte dei leader religiosi, sia ortodossi sia riformati, rifiutò l’idea di un sionismo privo di fondamento teologico, opponendosi fin dagli inizi al movimento di ispirazione laica.
La corrente dei Neturei Karta
L’antisionismo di matrice religiosa si articolò, in quel periodo, in diverse correnti: una di queste fu rappresentata dai cosiddetti “gruppi del rifiuto”, movimento nato in Polonia all’interno delle comunità haredim, hasidim e mittnagedim — ambienti dell’ebraismo ortodosso ungherese e polacco. Tali gruppi consideravano il sionismo laico un progetto incapace di rinnovare realmente l’ebraismo, poiché a loro avviso subordinava la dimensione spirituale a quella politica.
Tra i principali esponenti di questa corrente emersero i rabbini Moshe Blau[5] e Amran Blau[6], che in seguito assunsero la guida dei Neturei Karta, movimento fondato nel 1938 a Gerusalemme da ebrei appartenenti all’antica comunità ortodossa residente da generazioni in Palestina.

Attorno ai Neturei Karta si raccolsero le posizioni più radicali dell’antisionismo religioso. Secondo la loro visione, la terra oggi compresa nello Stato di Israele apparteneva ai suoi abitanti storici: gli arabi, indipendentemente dalla fede professata, e gli ebrei che avevano vissuto nelle regioni palestinesi.
Le motivazioni alla base dell’antisionismo
Secondo varie testimonianze e studi, i seguaci del movimento Neturei Karta — presenti con proprie comunità a Gerusalemme, Londra e New York — vivono tradizionalmente in quartieri separati dal resto della popolazione. Rigorosi nell’osservanza della legge sacra e distanti dalle influenze della modernità, tendono a mantenere uno stile di vita chiuso ed autonomo, evitando contatti con chi professa altre religioni. Il gruppo è noto soprattutto per la sua ferma opposizione al sionismo, considerato in contraddizione con i principi del giudaismo.
La loro critica allo Stato di Israele non deriva dal suo carattere laico, ma dal rifiuto teologico dell’idea stessa di una sovranità politica ebraica; secondo l’interpretazione dei Neturei Karta, la creazione di uno Stato ebraico rappresenta una violazione della legge della Torah. In questa prospettiva, i rabbini che si sono opposti al sionismo lo hanno fatto non per divergenze ideologiche o per il rigetto della modernità, ma perché ritengono che l’esistenza di un’entità statale ebraica contraddica i fondamenti religiosi dell’ebraismo.
In nome del giudaismo tradizionale, il movimento rifiuta dunque di riconoscere l’autorità e la legittimità dello Stato d’Israele. La fondazione di un’entità politica ebraica, senza l’intervento del Messia, viene interpretata come un atto di ribellione nei confronti della volontà divina e della promessa messianica, l’unico evento che, secondo la loro fede, potrà sancire il ritorno degli ebrei nella loro terra.
Le manifestazioni pro-Palestina
Il movimento Neturei Karta rappresenta oggi una delle principali voci di opposizione ebraica al sionismo, prendendo regolarmente parte alle manifestazioni organizzate dai palestinesi contro l’occupazione israeliana. All’interno dell’Autorità Palestinese, un esponente del gruppo ricopre addirittura la carica di ministro degli Affari religiosi, a testimonianza dei legami instaurati nel tempo tra la comunità ed i rappresentanti palestinesi.
Il 9 gennaio 2023, una delegazione di Neturei Karta si è recata a Jenin, in un incontro ampiamente riportato dai media palestinesi. Nel corso della visita, i rappresentanti del movimento hanno incontrato il segretario generale di Fatah[7], Ata Abu Ramila, ed il leader del Movimento per il Jihad Islamico della Palestina[8], Maher al-Akhras. Durante l’evento, la delegazione ha ribadito il proprio sostegno alla causa palestinese, dichiarando come non sia importante quanto tempo trascorra perché non abbandoneranno il sogno e gli obiettivi comuni: una Palestina con Gerusalemme come capitale ed un governo palestinese.

Secondo diverse stime, il movimento conta oggi circa 5.000 seguaci, concentrati in gran parte a Gerusalemme; sebbene il numero di famiglie direttamente affiliate o attive sia limitato – alcune migliaia – l’influenza di Neturei Karta risulta significativa. Nonostante le sue ridotte dimensioni, il gruppo ha infatti inciso in modo rilevante sul dibattito contemporaneo riguardante il rapporto tra ebraismo e sionismo, un confronto che continua a suscitare interesse e divisioni.
Riferimenti bibliografici:
- https://unitesi.unive.it/retrieve/c5806814-74d7-4452-a917-30dd9b88f42a/815424-1164254.pdf
- https://airus.unisalento.it/handle/11587/341863
- https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/11/29/rabbini-ortodossi-antisionismo-genova-portuali-news/8211087/
- https://nkusa.org/
- https://lospiegone.com/2024/10/15/chi-sono-i-neturei-karta-gli-ebrei-antisionisti/
- https://it.insideover.com/reportage/religioni/neturei-karta-israele.html
- https://www.infopal.it/neturei-karta-la-presenza-sionista-e-loccupazione-della-palestina/
- https://www.officinadeisaperi.it/agora/il-senso-delle-parole/neturei-karta-quei-rabbini-filopalestinesi-che-accusano-israele-di-genocidio-da-il-fatto/
- https://islamshia.org/domande-ai-neturei-karta-ebrei-antisionisti-su-israele-e-palestina/
Note:
- [1] https://en.wikipedia.org/wiki/Neturei_Karta
- [2] https://it.wikipedia.org/wiki/Theodor_Herzl
- [3] https://it.wikipedia.org/wiki/Lo_Stato_ebraico
- [4] https://it.wikipedia.org/wiki/Abraham_Isaac_Kook
- [5] https://en.wikipedia.org/wiki/Moshe_Yehuda_Blau
- [6] https://en.wikipedia.org/wiki/Amram_Blau
- [7] https://it.wikipedia.org/wiki/Fatah
- [8] https://en.wikipedia.org/wiki/Palestinian_Islamic_Jihad


