L’Impero russo nel 1914
Suddivisioni amministrative ed estensione territoriale
Nell’estate del 1914 la dinastia dei Romanov era sul trono già da oltre trecento anni; fu infatti nel lontano febbraio 1613[1] (per i moscoviti 7121[2]) che lo zemskij sobor elesse Zar (car’) il boiaro Mikhail Romanov ponendo termine al “periodo dei torbidi” smutnoe vremja, che la storiografia suole far iniziare nell’aprile 1605 (7113 AM) con la morte di Boris Godunov (1598-1605) ma per certi versi era già in nuce sin dal gennaio 1598 (7106 AM) allorché con la morte di Fëdor I (1584-1598), figlio di Ivan IV Groznyj “il Terribile” (1533/1547[3]-1584), si estinse l’antica, gloriosa e per certi versi leggendaria dinastia dei Rjurikidi che facevano risalire le proprie origini allo scandinavo Rurik[4] (in russo Rjurik, in ucraino Rjuryk) che avrebbe fondato Novgorod la Grande nell’862 d.C (6370 AM) e che, con maggiore sicurezza, discendevano da Vladimir il Santo (in ucraino Volodymyr, in bielorusso Uladzimir), colui che cristianizzò l’antica Rus’ nel 988 d.C[5] e morì, in fama di santità, il 15 luglio 1015 d.C (6523 AM).
L’Impero russo si estendeva dalla Vistola all’Oceano Pacifico, anche se non comprendeva più l’Alaska e le aree limitrofe (la cosiddetta “America russa” di cui un’ottima esposizione vi è sulla nave Vitjaz’ a Kaliningrad, sino al 1945 la prussiana Königsberg patria dell’immortale Immanuel Kant, 1724-1824), ceduta agli USA all’epoca di Alessandro II (1855-1881) nel 1867 per iniziativa del Segretario di Stato nordamericano William Seward, in carica sotto Abraham Lincoln (4 marzo 1861-15 aprile 1865, quando fu assassinato poco dopo la rielezione) e Andrew Johnson (15/4/1865-4 marzo 1869, il vicepresidente di Lincoln in carica[6] e uno dei rarissimi presidenti che rischiò seriamente l’impeachment).

Potrebbe non essere del tutto fuori luogo fornire una descrizione geografico-amministrativa di questo grande Impero, il cui crollo -dovuto alla prima guerra mondiale e alle rivoluzioni del 1917- rese possibile la nascita di molti Stati, la maggior parte dei quali effimeri in quanto furono prima[7] o poi[8] inglobati nell’Unione sovietica nata ufficialmente il 30 dicembre 1922 (una sorta di ipostasi marxista del vecchio Impero russo cristiano, ancorché un po’ meno estesa territorialmente[9]) ma rinacquero dopo il crollo dell’URSS[10], con importanti conseguenze che si fanno sentire tuttora.
Una buona e dettagliata descrizione della struttura amministrativa dell’Impero russo si ha, ad esempio, nell’opera classica di Erik Amburger (un tedesco di Russia), Geschichte der Behördenorganisation Rußlands von Peter dem Großen bis 1917 (Storia dell’organizzazione di governo della Russia da Pietro il grande sino al 1917), edita a Leiden nei Paesi Bassi nel 1966, che va naturalmente integrata da altre fonti soprattutto in lingua russa.
L’Impero russo (Rossijskaja imperija, proclamato ufficialmente da Pietro il grande il 2 novembre 1721 n.s[11] allorché assunse il titolo di imperator i samoderžec vserossijskij “Imperatore e Autocrate di tutte le Russie”) aveva una suddivisione amministrativa su differenti livelli.
Vi erano i governatorati-generali (general-gubernatorstva) fra cui è d’uopo ascrivere il Viceregno del Caucaso (Kavkazskoe namestničestvo) il cui Viceré (namestnik) godeva anche di poteri diplomatici, i governatorati (gubernii), le regioni (oblasti) e i distretti (okrugi).
Inoltre, in Asia centrale, un Emirato (Buxoro/Bukhara) e un Khanato (Xiva/Khiva) erano -rispettivamente dal 1868 e dal 1873- legati all’Impero russo da trattati di protezione, più simili per Khiva a un mero protettorato e per Bukhara a un’alleanza ineguale.
Infine, ancora più a Est, il cosiddetto Urjankhaj[12], territorio formalmente mongolo abitato dai tuvani, una popolazione turcofona buddista[13], era dall’aprile 1914 posto sotto il protettorato dell’Impero russo, ad onta delle proteste della nuova Repubblica cinese (Zhonghua minguo, dal 1912) che rivendicava i diritti di sovranità che avevano esercitato, sulla Mongolia e sull’Urjankhaj, gli Imperatori della dinastia mancese dei Qing, deposta con la rivoluzione cinese del 1911-1912 (la Russia imperiale cercò di ritagliarsi un ruolo anche in Mongolia e in un certo senso lo ottenne, con il trattato tripartito russo-sino-mongolo di Kjakhta del 7 giugno 1915 n.s, ma la Mongolia a differenza dell’Urjankhaj non era in alcun modo un protettorato russo, almeno ufficialmente).
Il perno era costituito, o avrebbe dovuto esserlo, dai governatorati-generali ma a partire dalla morte di Nicola I (2 marzo 1855 n.s) il sistema dei governatorati-generali, che si era espanso enormemente nella prima metà del XIX secolo tanto che appariva in procinto di coprire l’intero Impero, incominciò ad essere abbandonato.
Nel 1856 furono aboliti il governatorato generale della “Piccola Russia” (Malorossija)[14] e della “Russia Bianca” (Belorussija)[15]; nel 1882 fu abolito il governatorato-generale della Siberia occidentale; infine, nel 1912 venne abolito il governatorato-generale del Nord-Ovest (Severozapadnyj General-Gubernatorstvo), che copriva i governatorati (gubernii) di Vil’na (in lituano Vilnius, in bielorusso Viĺnia, in polacco Wilno), Kovno (in lituano Kaunas, in polacco Kowno) e Grodno (in bielorusso Hrodna, in lituano Gardinas).
Nel 1914 vi erano solo più 8 Governatorati-Generali (includendo nel novero il Viceregno, o Luogotenenza, del Caucaso), tutti nelle aree di frontiera:
- il Governatorato Generale di Finlandia (Finljandskoe General-Gubernatorstvo);
- il Governatorato Generale di Varsavia (Varšavskoe General-Gubernatorstvo);
- il Governatorato Generale del Sud-Ovest (Jugozapadnyj General-Gubernatorstvo);
- il Viceregno del Caucaso (Kavkazskoe namestničestvo);
- il Governatorato-Generale della Steppa (Stepnoe General-Gubernatorstvo);
- il Governatorato-Generale del Turkestan (Turkestanskoe General-Gubernatorstvo);
- il Governatorato-Generale di Irkutsk (Irkutskoe General-Gubernatorstvo);
- il Governatorato-Generale dell’Amur (Priamurskoe General-Gubernatorstvo).
Esaminiamoli uno per uno.
Il Governatorato-Generale di Finlandia
Con capitale Helsingfors/Helsinki (all’epoca era più adoperata la forma svedese che metto quindi al primo posto) comprendeva 8 lääni[16] (Åbo-Björneborg/Turku-Pori, Vasa/Vaasa, Viborg[17]/Viipuri, Kuopio, Nyland/Uusimaa con capoluogo Helsingfors/Helsinki, Sankt Michel/Mikkeli, Tavastehus/Hämeenlinna e Uleåborg/Oulu).
La Finlandia, ceduta per la massima parte[18] dalla Svezia con la pace di Fredrikshamn/Hamina del 17 settembre 1809 n.s, godeva nell’Impero russo di una posizione peculiare, al punto che si potrebbe quasi parlare di uno Stato in unione personale con l’Impero russo, almeno nel primo novantennio, dal 1809 al 1899.
La Finlandia era un Granducato di cui l’Imperatore russo era il Granduca; in Finlandia vi era una Dieta[19] (già molti anni prima della creazione della Duma russa, che esistette dal 1906 al 1917, come conseguenza del Manifesto costituzionale di Nicola II del 17/30 ottobre 1905), si usava ufficialmente il nostro calendario, vi era una moneta specifica, c’erano poste finlandesi separate e la Chiesa luterana godeva una posizione di privilegio, che non aveva la Chiesa ortodossa russa, che solo in età molto tarda (1895) potrà istituire un’eparchia (diocesi): inoltre i finlandesi non erano obbligati a servire nell’Esercito imperiale russo neppure in caso di guerra e per giunta vi erano limitazioni per i russi in Finlandia, relative agli impieghi laddove i finlandesi erano bene accetti, fatta salva la volontà del Sovrano, in qualunque incarico panrusso, come ben dimostra il caso di Gustav Mannerheim che fu un generale imperiale russo; la Monarchia russa, a parte un breve periodo (dal 1899) sotto il governatore-generale Nikolaj Bobrikov (1898-1904, assassinato), mantenne questi privilegi o almeno non li violò se non in minima parte.
Il Governatorato-Generale di Varsavia (o della Vistola)
È invece esempio di un’area ove i privilegi, un tempo copiosi, furono tutti violati, anche se ciò avvenne dopo due rivoluzioni fallite (1830/1831 e 1863/1864).
Questo governatorato-generale infatti corrispondeva al territorio del “Regno di Polonia” (Królestwo Polskie, posto sotto la sovranità dei Romanov) o “Regno del Congresso” in quanto fu assegnato ai Romanov dal Congresso di Vienna il cui atto finale è del 9 giugno 1815: comprendeva all’incirca le aree polacche toccate all’Austria nel 1795 (III spartizione) e financo la città di Zamość passata all’Austria già nel 1772 (I spartizione), quelle toccate alla Prussia nel 1795 (fra cui Varsavia) e una parte dei voivodati polacchi divenuti prussiani nel 1793, all’epoca della II spartizione alla quale non prese parte l’Austria (anche se Poznań rimarrà prussiana sotto il nome di Posen).
All’inizio il “Regno di Polonia” godeva enorme autonomia, compresa una Costituzione liberaleggiante..i suoi privilegi iniziarono a essere violati da Nicola I, salito al trono nel dicembre 1825, e furono grandemente decurtati dopo la fallita rivolta del 1830-1831.
La seconda rivolta polacca del 1863-1864 portò alla perdita dei privilegi restanti e nel 1874 si giunse alla sostanziale parificazione con la Russia vera e propria, anche se non vi fu introdotto il calendario giuliano e rimase in vigore il nostro calendario, oltre al codice napoleonico per la giustizia (il Ducato di Varsavia fece parte del sistema di Napoleone, dal 1807 al 1813..all’inizio comprendeva solo territori ex-prussiani ma nel 1809 fu ingrandito con l’area ottenuta dall’Austria nel 1795 più Zamość); inoltre la Chiesa cattolica, per quanto di certo non privilegiata, aveva una posizione più salda di quanto non avesse nell’Impero russo vero e proprio.
Il Governatorato-Generale di Varsavia comprendeva 9 gubernii[20] (Warszawa, Kalisz, Kielce, Łomża, Lublin, Piotrków, Płock, Radom e Suwałki); questo governatorato-generale si estendeva su 2 Stati odierni, la Polonia (soprattutto) ma anche la Lituania (la parte settentrionale del governatorato di Suwałki/Suvalkai è oggi lituana).
Il Governatorato-Generale del Sud-Ovest
Con capitale Kiev/Kyïv, copriva i quattro gubernii di Kiev (in ucraino Kyïv), di Volinia (capoluogo Žitomir, in ucraino Žytomyr), di Podolia (capoluogo Kamenec’-Podol’skij in ucraino Kam’’janec’-Podil’s’kyj) e, dal 1912, la nuova gubernija di Kholm (in polacco Chełm), cioè le terre ucraine centro-occidentali che furono polacche sino al 1793/1795, con l’eccezione della città di Kiev/Kyïv, moscovita sin dal 1667 (tregua di Andrusovo, confermata con la “pace perpetua” del 1686 fra la Moscovia e la Rzeczpospolita).
Il Viceregno del Caucaso
Con capitale Tiflis (oggi T’bilisi in Georgia), comprendeva 13 unità amministrative, di rango diverso;
consisteva infatti di 6 gubernii (Baku[21], Elisavetpol’[22], Kutaisi, Tiflis, Ėrivan’ e Mar Nero con capoluogo Novorossijsk), 5 oblasti (Kars[23], Batumi, Dagestan con capoluogo Temir-Khan-Šura[24], Kuban’ con capoluogo Ekaterinodar[25] e Terek con capoluogo Vladikavkaz[26]) e 2 okrugi a statuto speciale (Zakatala[27] e Sukhumi[28]);
si estendeva quindi su territori di 5 Stati indipendenti odierni (Turchia; Georgia; Armenia; Azerbaigian; Russia) tre dei quali compresi in integro (Georgia, Armenia, Azerbaigian) e conglobava 2 Stati che si sono autoproclamati tali ma non sono riconosciuti a livello internazionale (Abkhazia e Ossezia del sud, entrambi secessionisti dalla Georgia).
Il Governatorato Generale della Steppa
Con capitale Omsk (oggi in Russia) comprendeva 4 oblasti: Akmolinsk (con centro Omsk), Semipalatinsk (oggi Semej in Qazaqstan), Turgaj e Ural’sk[29]; si estendeva su 2 Stati odierni, Qazaqstan e Russia, ma non comprendeva in toto neppure il Qazaqstan né a fortiori la Russia.
Il Governatorato Generale del Turkestan
Con capitale Taškent (in uzbeco Toshkent), comprendeva 5 oblasti: Syr-Dar’ja con capoluogo Taškent, Samarkand, Fergana con capolugo Skobelev[30], Semireč’e con capoluogo Vernyj[31] e Zakaspijskaja con capoluogo Askhabad[32]; si estendeva quindi sul territorio di 5 Stati odierni (Turkmenistan, Uzbekistan, Kyrgyzstan, Tagikistan e Qazaqstan) anche se comprendeva in toto i soli Turkmenistan e Kyrgyzstan, in quanto una parte dell’Uzbekistan era sotto Khiva e Bukhara, una parte del Tagikistan era sotto Bukhara e gran parte del Qazaqstan stava nel governatorato-generale della steppa.
Il Governatorato-Generale di Irkutsk
Comprendeva 2 gubernii (Irkutsk; Enisej, con capoluogo Krasnojarsk) e 2 oblasti (Zabajkal’, con capoluogo Čita; Jakutsk); questo governatorato-generale era integralmente nella Russia odierna e includeva il territorio di due delle 22 Repubbliche russe, la Jakutija-Sakha (cap. Jakutsk) e la Burjatija (cap. Ulan-Udė).
Il Governatorato-Generale dell’Amur
Con capitale Khabarovsk, comprendeva 4 oblasti: Amur, con capoluogo Blagoveščensk; Kamčatka, con capoluogo Petropavlovsk; Primor’e (Litorale), con capoluogo Vladivostok, e Sakhalin, con capoluogo Aleksandrovsk[33]; questo governatorato-generale era integralmente nella Russia odierna.
Il resto dell’impero
Tutte le altre aree dell’immenso Impero erano suddivise in gubernii (soprattutto in Europa) o oblasti (uno solo, in Europa, ancorché gli oblasti, quandoinseriti nel quadro dei governatorati-generali, fossero più tipici dell’Asia), sotto la diretta dipendenza del Ministero degli Interni russo e non erano sottoposte, di norma, ad altre autorità (in casi eccezionali, le due capitali- San Pietroburgo e Mosca- nonché altre zone, furono poste sotto governatori-generali pro tempore: ciò era ancora accaduto durante la rivoluzione abortita del 1905).

In Europa, fuori dal controllo di un governatore-generale, vi erano innanzitutto i territori oggi inclusi in diverse Repubbliche indipendenti non-russe (almeno in massima parte), che erano divisi in 13 governatorati, c’est-à-dire:
- i governatorati di Kovno/Kaunas, Vil’na/Vilnius e Grodno/Hrodna (che, come si è accennato, fino al 1912 erano conglobati nel Governatorato-Generale del Nord-Ovest) cioè quello che era chiamatoLitva (Lituania), corrispondente alle parti dello storico Granducato di Lituania annesse dall’Impero russo nel 1795[34];
- i governatorati di Curlandia (Kurljand[35]), Livonia (Lifljand[36]) ed Estonia (Ėstljand)[37], cioè quelle che erano chiamate all’epoca “Province Baltiche” (sotto la Monarchia russa quasi mai l’odierna Lituania era definita “baltica”, mostrando un maggiore senso storico in quanto la Lituania ha una storia molto diversa dai vicini settentrionali, le attuali Lettonia ed Estonia, e dunque è fuorviante ancorché comprensibile che dal 1918/1920 sia invalso l’uso di raggruppare i tre Stati sotto l’etichetta di “Stati baltici” o “Repubbliche baltiche”);
- il governatorato di Kišinëv (in romeno Chişinău), cioè la Bessarabia, ove la maggioranza era costituita da “moldavi” (cioè romeni);
- i governatorati di Poltava, Černigov/Černihiv e Khar’kov/Kharkiv, che formavano la cosiddetta Malorossija “Piccola Russia” (sino al 1856 conglobati in un governatorato-generale); in questi tre governatorati, soprattutto in quello di Poltava ma anche in quello di Khar’kov/Kharkiv, secondo gli stessi dati statistici imperiali russi del 1897 la popolazione che parlava il malorusskij jazyk “lingua piccolo-russa”[38], cioè l’ucraino, era in grande maggioranza (92,98% a Poltava, il governatorato più ucraino di tutti; 80,62% a Khar’kov/Kharkiv; un po’ meno, il 66,42% a Černigov/Černihiv ma solo perché comprendeva 4 uezdy settentrionali[39], che oggi sono in Russia, quasi integralmente russi e privi di ucraini, laddove se ci limitiamo agli altri 11 uezdy, che oggi sono in Ucraina, i “piccoli russi” cioè gli ucraini andavano dall’86,14% al 96,26%);
- i governatorati di Kherson, Ekaterinoslav[40] e Tauride (Tavrija)[41], che formavano la cosiddetta Novorossija “Nuova Russia” (in passato conglobati in un governatorato-generale), ove gli ucraini “piccolo-russi” formavano la maggioranza assoluta nei primi due (in quello di Ekaterinoslav erano il 68, 90%, in quello di Kherson, che includeva Odessa/Odesa molto russificata, “solo” il 53,48% contro un 21,05% di russi, un 11,85% di ebrei, un 5,39% di romeni/moldavi[42] e un 4,52% di tedeschi, come si evince dal volume XLVII, Khersonskaja gubernija, del censimento panrusso del 1897, pubblicato nel 1904) e la maggioranza relativa nel terzo ovvero il 42,2% contro il 27,9% di velikorussy (maggioranza assoluta fuori dalla Crimea e in un uezd addirittura superiore al 70%; infima minoranza in Crimea e specialmente a Jalta ove erano appena il 2,8%).
Vi erano poi parecchi governatorati che già all’epoca erano definiti “puramente russi” (talora con un po’ di ottimismo[43]) e oggi sono parte della Federazione russa: 33 in tutto (di cui 31 in Europa e 2 in Siberia), più l’oblast’ dell’Esercito [cosacco] del Don (oblast’ Vojska Donskogo), in Europa.
Nella Russia europea (incluso l’Estremo Nord artico e la zona degli Urali) vi erano i seguenti 31 governatorati:
- i governatorati di Voronež, Kursk, Orël, Tambov, Rjazan’, Tula, Kaluga, Smolensk e Pskov (in tutto 9), a sud e a ovest di Mosca
- i governatorati di Moskva, Vladimir, Tver’[44], Jaroslavl’ e Kostroma (in tutto 5), nel cuore della vecchia Moscovia
- i governatorati di Novgorod, Sankt-Peterburg, Olonec (con capoluogo Petrozavodsk[45]), Arkhangel’sk e Vologda (in tutto 5), a nord
- i governatorati di Vjatka (oggi Kirov), Perm’[46], Ufa e Orenburg (in tutto 4), a nord-est
- i governatorati di Nižnij Novgorod[47], Kazan’, Simbirsk (oggi Ul’janovsk), Samara[48], Penza, Saratov, Astrakhan’ e Stavropol’[49] (in tutto 8), nella Russia europea orientale, lungo il Volga e all’estremo nord del Caucaso.
Vi era poi l’oblast’ dell’Esercito [cosacco] del Don (capoluogo Novočerkassk), l’unico oblast’ in Europa, anche se all’estrema periferia orientale del Continente.
Infine, nella Siberia occidentale, vi erano i due governatorati di Tomsk e Tobol’sk (un tempo conglobati nell’abolito governatorato-generale della Siberia occidentale), abitati da russi, da qualche musulmano (tatary) e da popolazioni siberiane autoctone.
L’Impero russo contava quindi 1 Viceregno, 7 governatorati-generali, 75 gubernii (contando come tali gli 8 lääni della Finlandia) di cui 29 sotto un governatorato-generale e 46 indipendenti, 21 oblasti (di cui 20 sotto un governatorato-generale e solo 1 indipendente) e 2 okrugi (entrambi sotto un governatorato-generale, nella fattispecie il Viceregno del Caucaso).
L’Impero russo era un’entità multinazionale, plurireligiosa e multilingue, benché dominata politicamente dai russi ortodossi che tuttavia secondo il censimento panrusso del 1897 erano appena il 44,31% degli abitanti dell’Impero dunque neppure la maggioranza assoluta e raggiungevano a stento i due terzi (66,80%) solo computando gli ucraini (17,81%) e i bielorussi (4,68%), secondo la teoria imperiale (ripresa ai giorni nostri da Putin !) dell’obščerusskij narod “popolo panrusso” che sarebbe stato in essenza un unico popolo, unito dall’ortodossia e dalla lingua russa scritta, benché suddiviso nei tre rami correlati dei velikorussy (i “grandi russi” cioè i russi), dei malorossy (i “piccoli russi” cioè gli ucraini) e dei belorussy (i bielorussi): ciò era però un fattore di debolezza oggettiva, come alcune figure lungimiranti notarono sin da allora.
Questo Impero all’apparenza possente non sopravvisse infatti all’urto della Grande Guerra e alla rivoluzione che ne fu inevitabile conseguenza, come ammonirono inascoltati tanto il “liberale” conte Vitte[50] quanto il “vero russo” Durnovo in un celeberrimo memorandum a Nicola II rimasto senza alcun riscontro.

Note:
[1]v.s (per noi già marzo 1613)
[2]In Moscovia si usava la bizantina Aera mundi (d’ora in poi AM) che poneva la creazione del mondo al 1 settembre 5509 a.C e che a Bisanzio è attestata sporadicamente già nel VII secolo d.C ma divenne di uso più comune nel IX-X secolo d.C, en passant soppiantando altre “Ere del mondo” quali l’Era alessandrina che partiva dal 5492 a.C…il capodanno moscovita (come quello bizantino medievale) era quindi al 1 settembre (v.s) e a rigore il 7121 AM andava dal 1/9/1612 al 31/8/1613 v.s (11/9/1612-10/9/1613, per noi) ma lo eguaglio grosso modo al nostro 1613 d.C sottraendo 5508 e così farò per le altre date.
Pietro il grande ordinò che al 31 dicembre (v.s) del 7208 AM (per noi, 10/1/1700 d.C) succedesse il 1 gennaio (v.s) del 1700 d.C (per noi, 11/1/1700) e abolì quindi l’uso di tale computo, che in Moscovia non andò oltre il 7208 AM iniziato il 1 settembre v.s (11 settembre n.s) del 1699 d.C..mantenne tuttavia il calendario giuliano che all’epoca sua era ancora usato da moltissimi protestanti e confinato perciò ai cattolici e pochi altri (la Gran Bretagna adottò il nostro calendario solo nel settembre 1752, la Svezia attese il 1753)
[3]La prima data (1533) è quella della morte del padre, il Gran Principe di Moscovia (velikij knjaz’ moskovskij) Vasilij III (1505-1533); la seconda data, 1547, è quella dell’incoronazione a Zar (car’), il PRIMO Zar moscovita…uno Zar (cioè un Cesare) richiede un Patriarca e a ciò provvide Fëdor I che nel 1589 riuscì a far elevare dal Patriarca di Costantinopoli Ieremias (di passaggio in Moscovia) la sede moscovita al rango patriarcale (il 5° cioè l’ultimo in rango, dopo Costantinopoli, Alessandria, Antiochia e Gerusalemme); primo Patriarca diverrà il Metropolita di Mosca Iov (Giobbe), celebre per la sua ostilità fanatica verso Roma e i Latini
[4]In norreno Hrøríkr, forma non dissimile dall’antico alto-tedesco Hrodric da cui deriva, tramite i Visigoti, lo spagnolo Rodrigo
[5]Il battesimo di Vladimir (Volodymyr) avvenne, con quasi assoluta certezza, nel 6496 AM (1/9/987-31/8/988 d.C à la grecque), forse il 6 gennaio 988 d.C (data preferita da Andrzej Poppe) o la notte del 7-8 aprile 988 d.C, comunque in una data compresa fra il 1 settembre 987 d.C e il 28 febbraio 989 d.C: ciò dipende dal fatto che nella Rus’, talora, il computo nel periodo più antico non era alla bizantina (dal 1 settembre) bensì partiva dal 1 marzo successivo, dunque 6496 à la russe potrebbe anche andare dal 1 marzo 988 al 28 febbraio 989 d.C.
Il battesimo in massa dei kyivani nel Dnipro (in russo Dnepr) potrebbe essere avvenuto il 27 maggio 988 d.C (questa era l’opinione di Andrzej Poppe) ma Sophia Senyk lo ritarda fino all’inizio dell’estate del 990 d.C
[6]Nel primo mandato (4 marzo 1861-4 marzo 1865) Lincoln ebbe come vicepresidente Hannibal Hamlin, del Maine; qualcosa di simile succederà a Franklin Delano Roosevelt (a parte l’assassinio) in quanto FDR ebbe dapprima come vicepresidente John N. Garner (4 marzo 1933-20 gennaio 1941) durante i primi due mandati, poscia Henry A. Wallace (20 gennaio 1941-20 gennaio 1945) durante il terzo mandato e infine Harry S. Truman durante il quarto mandato (iniziato il 20 gennaio 1945) e fu quindi Truman che gli succedette quando morì, di cause naturali, sempre in aprile, ma nel 1945
[7]Belarus (entro il 1920), Ucraina (entro il 1920), Azerbaigian (27-28 aprile 1920), Armenia (fine dicembre 1920) e infine Georgia (febbraio 1921)
[8]Moldova o quantomeno la Bessarabia che ne è magna sed non sola pars (fine giugno 1940, vedi anche il mio articolo precedente); Estonia, Lettonia e Lituania (3-6 agosto 1940 in successione, de facto sin da metà giugno 1940)
[9]L’URSS, al momento della formazione (30/12/1922), non comprendeva i seguenti territori che erano nel 1914 sotto lo scettro imperiale di Nicola II:
- la Finlandia, che si proclamò indipendente il 6/12/1917 n.s ciò che fu riconosciuto dal neo-governo sovietico presieduto da Lenin il 18/31 dicembre 1917 (alcune aree orientali, fra cui Viipuri divenuta la russa Vyborg, verranno annesse dall’URSS con il trattato di Mosca del 12 marzo 1940, di fatto confermato nel 1944/1947 anche se la Finlandia allora perse anche Petsamo e quindi ogni sbocco all’Artico, e sono tuttora russe);
- la Polonia stricto sensu, la cui sostanziale indipendenza -con qualche limitazione- fu riconosciuta già dal governo provvisorio il 16/29 marzo 1917 subito dopo la caduta della Monarchia nel marzo 1917 n.s né mai seriamente (tranne forse nel luglio 1920) messa in dubbio dai sovietici;
- i territori baltici, ove sorsero le nuove Repubbliche indipendenti di Lituania, Lettonia ed Estonia, che incominciarono a essere noti come “Stati baltici”; questi però l’URSS se li riannetterà nell’estate 1940, pur avendoli riconosciuti con tutti i crismi nel 1920;
- la Belarus occidentale e l’Ucraina occidentale russa (l’Ucraina più occidentale, vale a dire la Galizia, era austriaca e non russa !), che furono inglobate nella rinata Polonia con la pace di Riga del 18 marzo 1921; queste aree però l’URSS se le riannetterà, nel settembre/novembre 1939 e allora annesse per la prima volta anche la Galizia, che la Russia imperiale aveva occupato nel 1914-1915 ma non annesso (una parte minore restò occupata fino al 1917);
- la Bessarabia che diverrà romena; l’URSS non riconoscerà mai ciò (vedi altro mio articolo) e la riprenderà a fine giugno 1940, insieme alla Bucovina e a Herţa, che mai furono russe;
- i distretti caucasici di Kars, Ardahan, Artvin e Iğdir, che furono restituiti (nei primi tre casi) o ceduti (nel quarto caso) alla Turchia nel 1921.
[10]in seguito al crollo dell’URSS, nel 1991 divennero indipendenti anche gli Stati dell’Asia centrale (nella forma odierna, una creazione proto-staliniana, del 1924), laddove nel 1917-1920, in quelle aree si giunse al più all’autonomia: fanno eccezione Buxoro (Bukhara) e Xiva (Khiva), il primo un Emirato e il secondo un khanato sotto protezione imperiale russa (Bukhara era più autonoma e con San Pietroburgo vi erano veri e propri rapporti diplomatici sebbene unilaterali) che riottennero la piena indipendenza (ciò vale soprattutto per Bukhara) sino alla conquista nell’estate del 1920 ad opera del bolscevico Mikhail Frunze che vi creò due “Repubbliche sovietiche popolari” (Bukhara e Khorezm, nuovo nome per Khiva), a loro volta incluse de iure nell’URSS (e per la precisione nella RSS dell’Uzbekistan) all’epoca della sistemazione del 1924
[11]la data corrisponde al 22 ottobre (v.s) di quell’anno;
orbene il 22 ottobre (v.s) del 1612 (allora, per noi, un 1 novembre) iniziò la rivolta moscovita guidata dal principe Dmitrij Požarskij e dal mercante Kuz’ma Minin contro i polacchi, che pose le condizioni per l’avvento al trono della nuova dinastia dei Romanov pochi mesi dopo;
Putin stesso, senza dirlo troppo, pensò a queste due ricorrenze allorché nel 2005 stabilì il 4 novembre come nuova data della festa nazionale russa (al posto del sovietico 7 novembre) sotto il nome di den’ narodnogo edinstva (giorno dell’unità nazionale); ebbene, il 4 novembre è il 22 ottobre (v.s) ai giorni nostri ! ciò potrà essere sfuggito agli occidentali, non di certo alla Chiesa ortodossa russa che per le sue ricorrenze ancora utilizza solo il vecchio calendario, donde la celebrazione del Natale al 7 gennaio successivo
[12]in epoca sovietica diverrà la “Repubblica popolare di Tannu Tuva” (dal 1921), che avrà formali relazioni diplomatiche con l’URSS, così come la Mongolia (sotto un governo comunista dal 1921 e “Repubblica popolare” dalla fine del 1924), per quanto tanto la Mongolia (soprattutto) quanto la stessa Tannu Tuva fossero rivendicate dalla Cina, che sino al dicembre 1911 vi esercitava una vaga sovranità: la Mongolia diverrà poi indipendente (e nel 1961 entrerà nell’ONU), laddove Tannu Tuva verrà annessa dall’URSS nell’ottobre 1944 (come semplice oblast’ della RSFSR) e verrà nel 1961 elevata a “Repubblica autonoma” entro la RSFSR; oggi Tuva (Tyva) è una delle 22 Repubbliche della Federazione russa, computando anche la Crimea; per quanto la Cina (allora ancora quella nazionalista) avesse formalmente promesso di riconoscere la Mongolia come Stato indipendente con il trattato di Mosca del 14 agosto 1945, più tardi Chiang Kai-shek continuò a rivendicare da Formosa non solo la Cina continentale (dal 1949 sotto i comunisti di Mao) ma anche la Mongolia e addirittura Tuva !
[13]Sergej Šojgu, che fu Ministro della Difesa russo sino a poco tempo fa, è un tuvano
[14]comprendeva i tre gubernii di Khar’kov (in ucraino Kharkiv), Černigov (in ucraino Černihiv) e Poltava: gli ultimi due formavano l’antico Het’manato (abolito da Caterina II fra 1780 e 1782), insieme alla città di Kiev (in ucraino Kyïv), tutte aree che furono polacche sino al 1648/1654 (Kiev/Kyïv fino al 1667), laddove Khar’kov/Kharkiv fu in modo effimero lituana nel passato ma non fu mai polacca
[15]comprendeva i cinque gubernii di Kaluga (in Russia), di Smolensk (oggi russa…in bielorusso Smaliensk), di Vitebsk (in bielorusso Viciebsk), di Mogilëv (in bielorusso Mahilioŭ) e di Minsk, insomma comprendeva aree storicamente moscovite (Kaluga), aree un tempo lituane ma moscovite sin dal 1654 (Smolensk) e aree rimaste lituane fino al 1772 (Vitebsk e Mogilëv) o addirittura al 1793 (Minsk), una sorta di pot pourri
[16]invero i russi contemporanei parlavano egualmente di gubernii
[17]in russo è Vyborg (la città è oggi in Russia, in quanto fu ceduta con il trattato di Mosca del 12 marzo 1940 e nuovamente dopo la resa finnica del settembre 1944)
[18]Viborg (Viipuri), con le aree limitrofe, era già stata ottenuta dalla Russia con la pace di Nystad/Uusikaupunki del 10 settembre 1721 n.s, al termine della “grande guerra del Nord” (1700-1721); le frontiere furono ancora estese verso ovest, sino a comprendere Hamina e Lappeenranta, con la pace di Åbo/Turku del 7/18 agosto 1743, in seguito ad un’altra guerra con la Svezia (1741-1743); la guerra russo-svedese del 1788-1790 non cambiò nulla e la pace di Värälä del 3/14 agosto 1790 fu una “pace bianca”; le garanzie di autonomia promesse da Alessandro I alla Finlandia svedese, e solennemente giurate a Borgå/Porvoo nel marzo 1809, non si applicavano alla Finlandia già russa (pre-1809), ma il 1/1/1812 v.s Alessandro I permise la fusione di tutte le terre finlandesi, tanto quelle vecchie (ottenute da Pietro il grande nel 1721 e da sua figlia Elisabetta nel 1743) quanto quelle nuove (ottenute da lui stesso nel 1809) in un unico Granducato di Finlandia, sotto la sovranità sua e dei suoi successori, cui si applicavano le autonomie promesse nel marzo 1809 per la “nuova” Finlandia..e così fu
[19]In origine una classica Dieta svedese (Riksdag) a quattro Stati (nobiltà; clero luterano; borghesia; contadini) a sua volta una variante nordica dei Tre Stati francesi (nobili; clero [cattolico]; Terzo Stato), ma più tardi una Dieta elettiva moderna a suffragio universale, financo femminile !
[20]erano 10, ma nel 1912 fu abolito quello di Siedlce, nell’ambito del processo che portò alla formazione del governatorato “ucraino” di Kholm (in polacco Chełm) costituito appunto da Siedlce e dalla parte orientale di Lublin
[21]In azero Bakı
[22]oggi Gǝncǝ in Azerbaigian (nell’antichità Gandzak), in epoca sovietica nota come Kirovabad
[23]Kars fu annessa all’Impero russo, insieme ad Ardahan e Artvin (oggi turche) e a Batumi (ora georgiana), nel 1878 come conseguenza della vittoriosa guerra russo-turca del 1877-1878 che in Europa portò all’autonomia della Bulgaria; Kars, Ardahan e Artvin (ma non Batumi) furono riconosciute da Lenin alla Turchia con il trattato di Mosca del 16 marzo 1921 (1337 in Turchia coeva), confermato e ampliato dal trattato di Kars del 13 ottobre 1921 (Lenin lasciò alla Turchia anche Iğdir che fu persiana sino alla guerra russo-persiana del 1826-1828 e dunque era già russa ben prima del 1878)
[24]oggi Bujnaksk, nel Dagestan russo..la capitale della “Repubblica del Dagestan”, una delle 22 Repubbliche costitutive della Federazione russa (includendo nel novero la Crimea), è però Makhačkala, in epoca imperiale Petrovsk
[25]dal 1920 Krasnodar, oggi capoluogo di un kraj (territorio) della Federazione russa
[26]In epoca sovietica fu, per alcuni decenni, chiamata Ordžonikidze, dal nome di un bolscevico georgiano…oggi è la capitale della “Repubblica dell’Ossezia del nord-Alanija”, una delle 22 Repubbliche della Federazione russa, da non confondere con l’Ossezia del sud, secessionista dalla Georgia (e “indipendente” dal 2008, con appoggio russo) che in epoca sovietica era una semplice avtonomnaja oblast’ (AO) entro la RSS di Georgia, con capitale Ckhinval/Ckhinvali
[27]Zaqatala, in Azerbaigian
[28]capitale dell’Abkhazia, secessionista dalla Georgia sin dalla fine dell’URSS (in abkhazo è Sukhum)…la Russia ha riconosciuto l’indipendenza dell’Abkhazia (e dell’Ossezia del sud) nel 2008, dopo il breve conflitto con la Georgia, ma la comunità internazionale non lo ha fatto e ritiene l’Abkhazia e l’Ossezia del sud territori georgiani
[29]oggi Oral, nel Qazaqstan occidentale (sino al 1775 nota come Jaickij gorodok dal nome dei Cosacchi del fiume Jaik, poi il nome Jaik fu bandito da Caterina II in quanto associato alla rivolta di Pugačëv, che andò vicino a sbalzarla dal trono e fu repressa, non senza difficoltà, con una crudeltà inaudita)
[30]oggi Farg‘ona, nell’Uzbekistan orientale..Skobelev era il nome del generale che conquistò il khanato di Khokand (in uzbeco Qo‘qon) nel 1876, e poscia si illustrò nella guerra russo-turca del 1877-1878
[31]oggi Almaty, l’ex-capitale kazaca
[32]in turkmeno Aşgabat
[33]aveva autorità solo sulla parte settentrionale dell’isola di Sakhalin; la parte meridionale fu ceduta al Giappone con il trattato di Portsmouth (New Hampshire, USA) del 5 settembre 1905 n.s, che pose fine alla guerra russo-giapponese del 1904-1905; l’URSS riannesse la parte meridionale di Sakhalin nell’agosto 1945, dopo la dichiarazione di guerra sovietica al Giappone agonizzante (8 agosto 1945) e la resa dell’Impero nipponico pochi giorni dopo (15 agosto 1945 ovvero 15° giorno dell’VIII mese dell’anno 20 Shōwa) e si prese pure le isole Kurili, che non erano mai state russe.
[34]il distretto di Bielostok (in polacco Białystok, in bielorusso Bielastok) fu annesso solo nel 1807 in quanto nel 1795 toccò alla Prussia, unico pezzettino del Granducato di Lituania che andò ad una Potenza non-russa se escludiamo alcuni villaggi a sud di Brest (oggi in Belarus) che nel 1795 passarono all’Austria in modo effimero (sino al 1809); invece il Regno di Polonia (la Corona, come si diceva) fu diviso abbastanza equamente fra Regno di Prussia, Impero d’Austria (1772 e 1795…Vienna non partecipò alla II spartizione del 1793) e Impero russo
[35]aveva capoluogo Mitau, per dirla in tedesco che era ancora -seppur in declino- la lingua dell’aristocrazia (in lettone Jelgava, in russo Mitava)
[36]aveva capoluogo Riga (in lettone Rīga), che all’epoca in cui esistette un governatorato-generale del Baltico era parimenti la capitale del governatorato-generale
[37]aveva capoluogo Reval (in estone Tallinn, in russo Revel’) ma comprendeva solo la parte settentrionale (Tallinn) dell’odierna Eesti Vabariik “Repubblica di Estonia”: la parte meridionale (Tartu) era in Livonia, governatorato mistilingue (lettone a sud, estone a nord)
[38]che ufficialmente, almeno sino al 1904/1905, non avrebbe dovuto esistere ! ma la Russia imperiale era un’autocrazia bonaria (rispetto ai sovietici) e quello che era negato dalla porta rientrava dalla finestra..ecco che gli stessi documenti ufficiali del governo imperiale attestano l’esistenza di questa lingua !
[39]i quattro uezdy erano quelli di Starodub, Mglin (in ucraino Mhlyn), Novozybkov e Suraž
[40]in ucraino Katerynoslav..oggi ha nome Dnipro (fino al 2016 Dnipropetrovs’k in ucraino e Dnepropetrovsk in russo);
il Donbas, che amministrativamente non esisteva nel periodo imperiale, era quasi tutto in questo governatorato (due uezdy) e, secondo lo stesso censimento panrusso del 1897, i distretti che lo componevano avevano una chiara maggioranza di “piccoli russi” (ucraini) e non di russi, come si evince dal volume XIII, Ekaterinoslavkaja gubernija, del citato censimento panrusso del 1897, edito a San Pietroburgo nel 1904;
nello uezd di Bakhmut i malorossy “piccoli russi” cioè ucraini erano 193.524 contro 103.702 velikorussy “grandi russi” ovvero russi;
nello uezd (più russificato) di Lugansk/Luhans’k (oggi la capitale di una delle due Repubbliche pro-russe) i malorossy erano 88.318 e i velikorussy 79.281, cosicché grosso modo nel Donbas (quei due uezdy) vi erano 281.742 malorossy e 182.983 velikorussy dunque un 60% abbondante di ucraini e appena un 40% scarso di russi, ad onta di voci propagandistiche non suffragate dai fatti
[41]comprendeva la penisola di Crimea (a maggioranza russa, ma con molti tatari..ucraini quasi inesistenti) e le aree limitrofe dell’Ucraina meridionale (erano tre uezdy, a netta maggioranza “piccolo-russa” cioè ucraina, come mostra lo stesso censimento imperiale russo del 1897…i malorossy cioè gli ucraini andavano dal 73,6% nello uezd di Dneprovsk/Dniprovs’k al 54,9% nello uezd di Melitopol’ passando per il 58,8% in quello di Berdjansk/Berdjans’k)
[42]il governatorato di Kherson comprendeva anche quasi tutta l’attuale Pridnestrov’e (Transnistria), secessionista dalla Moldova, dove i parlanti romeno/moldavo erano numerosi, e in parte ancora lo sono, nonostante la russificazione
[43]In molti di questi governatorati ad esempio vi erano:
- popolazioni di lingua finnica (careli, mordvini, mari allora chiamati ceremissi, udmurti allora noti come votiachi, komi al tempo noti come sirieni o zyrjani ecc), in genere ortodosse e talora ancora animiste (solo i finlandesi veri e propri -rarissimi al di fuori del Granducato- e alcuni careli erano luterani);
- popolazioni di lingua turchica (tatari, baschiri), in genere musulmane, ma i ciuvasci (la cui lingua turchica, forse affine a quella degli antichi Bulgari, è a sé) erano già in buona parte ortodossi;
- tedeschi, in genere luterani e mennoniti (ma alcuni anche cattolici), nelle aree del Volga, specialmente a Saratov ove in epoca proto-sovietica vi sarà la ASSR dei tedeschi del Volga, soppressa nel 1941, dopo l’attacco tedesco all’URSS;
- ucraini (di confessione ortodossa), nel governatorato di Kursk e qualcuno anche in quello di Voronež;
- calmucchi (di stirpe mongola e religione buddista), ad Astrakhan’, ecc.
[44]in epoca sovietica Kalinin, dal nome di Mikhail Kalinin (morto nel 1946), per molti anni presidente del Comitato Esecutivo Centrale panrusso (dal 1925 pansovietico, mantenendo la medesima sigla VCIK) e poscia primo presidente del Presidium del Soviet Supremo dell’URSS, istituito dalla Costituzione sovietica del 5 dicembre 1936…entrambe le cariche corrispondevano a Capo dello Stato, per decenni privo di poteri effettivi e dunque mai rivestito dai primi leader dell’URSS (né Lenin né Stalin né Khruščëv furono mai Capi dello Stato, ma tutti e tre furono capi del governo, sebbene il solo Lenin lo sia stato dall’inizio del suo potere);
la Costituzione sovietica del 7 ottobre 1977 -l’ultima- ne aumentò un po’ i poteri e il prestigio, quindi da allora in poi la carica divenne più appetibile e fu rivestita da Brežnev, da Andropov, da Černenko e da Gorbačëv, gli ultimi quattro segretari-generali del PCUS, nessuno dei quali fu mai capo del governo.
[45]oggi capitale della “Repubblica di Carelia”, una delle 22 Repubbliche della Federazione russa (la nazionalità titolare, quella dei Careli, costituisce ormai un’infima minoranza sommersa dai russi); dal 1940 al 1956 esistette una Repubblica sovietica pleno iure, la RSS di Finno-Carelia, che aveva come lingue ufficiali il finlandese e il russo (a quell’epoca l’URSS constava di 16 Repubbliche e non 15 come dal 1956 alla sua fine, nel 1991)
[46]chiamata Molotov negli anni del “culto della personalità”
[47]In epoca sovietica nota come Gor’kij: vi fu esiliato il fisico Andrej Sakharov, noto e coraggioso “dissidente”
[48]in epoca sovietica nota come Kujbyšev
[49]sporadicamente annesso al Viceregno del Caucaso
[50]fu Ministro delle Finanze a fine XIX secolo e inizio XX secolo; dal 1905 al 1906 fu Primo Ministro, il primo del periodo costituzionale

