IT-Alert ed i suoi “fratelli”
In Italia stiamo impiegando il servizio di messaggistica collettiva IT-Alert dal 9 dicembre 2024 quando, in occasione dell’esplosione della raffineria ENI di Calenzano, vicino Firenze, è stato inviato un messaggio a tutti i telefonini nel raggio di 5 km dall’incidente .
Il decreto legislativo numero 207 del 2021 che istituisce IT-Alert recepisce le indicazioni della direttiva UE 1972 del 2018 introducendo questo servizio di allarme pubblico per una serie di rischi specifici molto circoscritta: incidente nucleare, radiologico, crollo di dighe, attività vulcanica su Campi Flegrei, Vesuvio e Vulcano.
Cerchiamo di capire come questi sistemi siano un elemento chiave nella difesa della popolazione confrontando le varie esperienze in giro per il mondo.
Prima di tutto è fondamentale effettuare una prima differenza fra i sistemi di allertamento alla popolazione. Da una parte ci sono quelli detti “Alert Systems” ossia quei servizi a cui il cittadino si deve volontariamente registrare. Questi si basano su contatti tramite selezionatori telefonici automatici (si riceve una chiamata nel caso di una allerta meteo arancione ad esempio) oppure tramite messaggistica via SMS o con canali Whatsapp o Telegram.
Oltre alla volontarietà dell’azione, che prevede la cessione al soggetto/ente che invia il messaggio di un dato personale come il proprio numero di telefono, questi sistemi sono slegati dalla effettiva posizione della persona all’interno del perimetro del rischio. Se mi registrassi ad una chat del mio Comune riceverei l’informazione riguardo quella strada chiusa anche se fossi all’estero in ferie. In più queste tipologie di Alert sono legate alla disponibilità di banda internet (canale dati cellulare o wi-fi da rete fissa) o di campo telefonico.
Situazioni non sempre fruibili da parte del cittadino, soprattutto durante catastrofi o situazioni di rischio antropico o sociopolitico.
I sistemi di allerta pubblica, come EU-Alert[1] da cui deriva il nostro IT, sfruttano tecnologie di broadcast sempre collegati alla rete cellulare ma con tutta una serie di vantaggi rispetto all’altra ipotesi. Innanzitutto, non è necessario iscriversi ad una qualche lista in possesso di un soggetto terzo.
Il Cell Broadcast, un singolo CB, invia lo stesso messaggio a tutti i telefoni cellulare collegati ad uno specifico ponte radio della telefonia mantenendo intatta la privacy della persona che riceve il messaggio. L’impiego della banda dati 2G rende questa comunicazione completamente slegata dai problemi della saturazione da eccesso di navigazione o comunicazioni oppure da SIM con il credito esaurito che non possono navigare su internet. In più il CB permette di inviare il messaggio di allerta ad una esclusiva zona in un determinato raggio d’azione attorno al ground zero dell’evento. Riprendendo l’esempio di prima, se io mi trovassi in ferie lontano dalla zona dove normalmente risiedo non riceverò l’allerta alleggerendo di una informazione suscettibile di creare solo ulteriore confusione e caos.
Anche il CB non è privo di punti deboli. Da una parte c’è la necessità di disporre di un sistema always on di verifica dell’evento e di comando e controllo che possa produrre il corretto messaggio nei tempi più stretti possibili. Un messaggio errato od in ritardo rispetto ai sempre più stringenti social, rischia di essere controproducente. C’è poi il problema fisico della necessità che le torri della telefonia sia ancora operative dopo l’evento. Situazione realizzata durante gli incendi in California di gennaio 2025 dove tutte le torri della comunicazione si trovavano sulle iconiche colline di Hollywood Boulevard[2]. Un ultimo problema, di cui è da comprendere ancora pienamente l’entità, è la quantità di utenti che scientemente disattivano il CB dal proprio smartphone e quanti usano ancora cellulari di generazione precedente non compatibile con il sistema.
Il già citato esempio delle Hawaii del 13 gennaio 2018[3] è un caso da manuale di come questo tipo di comunicazione possa essere suscettibile di errore. Nell’occasione un problema tecnico, in parte umano ed in parte dovuto alla configurazione uomo – macchina del software di gestione, ha portato all’invio di un messaggio riguardo l’arrivo di un missile balistico nordcoreano sulle isole. Per 38 minuti la popolazione è stata in preda al panico in attesa di una serie di smentite, principalmente via Twitter, delle autorità competenti.

Rimanendo negli Stati Uniti l’impiego del CB è molto più massiccio ed ampio di quanto previsto da noi in Italia od in Europa. Negli USA la tecnologia impiegata è il cosiddetto Wireless Emergency Alerts, gestito dall’agenzia dalla Federal Emergency Management Agency, in sigla FEMA, che si associa al precedente Emergency Alert System, od EAS. Lo EAS prevede radio, televisioni via cavo, etere e satellite mentre il WEA si riferisce alla telefonia mobile[4].
Oltre agli “allarmi presidenziali, gli “allarmi di sicurezza pubblica” ed i messaggi prova il sistema di comunicazione pubblica americano contempla gli “avvisi AMBER”. Nato dall’acronimo America’s Missing: Broadcast Emergency Response, questi ultimi sono segnalazioni relative ai rapimenti di minori. Attualmente sono ben 25 i paesi che impiegati sistemi con finalità analoghe. Il nome statunitense è stato ispirato dal caso, ancora irrisolto, del rapimento ed omicidio della piccola Amber Hagerman risalente al 15 gennaio 1996[5].
In America l’impiego di questa messaggistica arriva fino al singolo evento locale come, per esempio, una sparatoria di massa in un centro commerciale, in cui si invita la popolazione a non recarsi in un particolare mall a fare la spesa.
Il Giappone, nazione della comunicazione pubblica per eccellenza, da sempre convive con l’importanza dell’allerta precoce nei confronti dei terremoti. Qui l’approccio è, come nel caso americano, integrato fra i vari ma in modo molto più stretto ed automatico. Il sistema è privo di una parte umana; sono i sensori ad innescare in modo automatico la catena di decisioni che porta al messaggio.
Ciò deriva, appunto, dal rischio sismico che impedisce di perdere tempo. Il concetto viene applicato, per esempio, anche in ambito militare sull’annosa questione dei test missilistici nordcoreani che in più di un’occasione hanno sorvolato lo spazio aereo giapponese rendendo possibile anche la caduta accidentale dell’ordigno sull’arcipelago[6]. I cittadini giapponesi sono addestrati fin dalla scuola a riconoscere i suoni associati ai diversi rischi (terremoto, tsunami, attacco missili ed emergenza meteo) rendendo la protezione civile un fatto culturalmente condiviso e non solo un mero servizio pubblico.
Più vicino a noi, in Europa, ci sono un paio di casi da evidenziare. Non fa parte di questa breve nota, come detto in apertura, tutta la pletora di sistemi a cui ci si iscrive volontariamente come le app israeliane od ucraine, per cui andremo a raccontare di due situazioni specifiche dei sistemi EU-Alert.
In Romania il sistema RO-Alert viene utilizzato attivamente per informare la popolazione del rischio orsi. il problema dei plantigradi nella regione dei Carpazi è sentitissimo con tanto di punti per l’alimentazione degli animali nel cuore della foresta in modo da allontanarli il più possibile dalle zone abitate. Il 3 luglio 2025 un motociclista italiano nel paese per turismo è stato ucciso da orso proprio nella regione dei Carpazi[7]. Il paese fa un uso intenso sia di RO-Alert che della app relativa al punto da avere impiegato 2700 messaggi nel 2024 di cui 1800 per l’allerta orsi.

I sistemi di allerta pubblica, come abbiamo visto, permettono di orientare le scelte di auto protezione della popolazione e si sono rivelati, pertanto, un metodo ideale per compiti che rientrano nel campo della difesa civile. La già citata Romania e la Polonia impiegano i rispettivi impianti per informare la popolazione ai confini con Russia e Bielorussia dello sconfinamento dei droni nei rispettivi spazi aerei. Ciò, sfruttando proprio la estrema capillarità e localizzazione di questi messaggi che possono informare esclusivamente la popolazione residente nei confini.

Riferimenti bibliografici:
[1] https://www.etsi.org/deliver/etsi_ts/102900_102999/102900/01.03.01_60/ts_102900v010301p.pdf
[2] https://www.t-mobile.com/news/network/t-mobile-stands-prepared-as-wildfires-impact-southern-california
[3] https://www.notiziegeopolitiche.net/hawaii-allarme-attacco-missilistico-ma-e-un-errore-tecnico/
[4] https://www.vincenzogalasso.eu/i-sistemi-di-allarme-pubblico-da-it-alert-al-sistema-statunitense/
[5] https://it.wikipedia.org/wiki/Allerta_AMBER
[6] https://esolia.co.jp/en/resources/japan/j-alert/
[7] https://europa.today.it/attualita/italiano-morto-orso-romania-transfagarasan.html



