Marocco: riforme ed asset strategico
La riforma elettorale
Il Ministero dell’Interno si trova nella fase conclusiva della stesura delle nuove leggi elettorali, in vista di un secondo ciclo di consultazioni con i partiti politici prima della loro presentazione in Parlamento. Secondo quanto emerge, il dicastero sta affiancando al lavoro normativo una serie di strumenti finanziari e tecnici per individuare e contrastare i flussi di denaro illecito legati alle competizioni elettorali, attraverso il controllo dei trasferimenti bancari e delle spese considerate sospette. In questo contesto, sono stati inviati segnali chiari alle forze politiche affinché evitino di sostenere candidati coinvolti in procedimenti per corruzione o reati elettorali. L’obiettivo dichiarato è quello di eliminare le residue pratiche clientelari che negli anni hanno compromesso la credibilità della vita politica ed indebolito la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.
Parallelamente, il ministero sta dando attuazione ad un piano nazionale strutturato per la sorveglianza delle spese delle campagne elettorali, con particolare attenzione al rischio che attività caritatevoli o donazioni sociali vengano utilizzate come strumento per influenzare il voto; queste iniziative fanno seguito alle ripetute segnalazioni della Corte dei conti, che ha evidenziato l’esistenza di ingenti spese elettorali sostenute al di fuori dei limiti previsti dalla legge. È inoltre in fase di preparazione una vasta campagna di sensibilizzazione contro la compravendita dei voti, accompagnata dall’istituzione di un canale dedicato attraverso il quale i cittadini potranno denunciare eventuali pratiche corruttive.
Nel loro insieme, queste misure indicano un cambiamento nell’approccio dello Stato al controllo del processo elettorale: da un modello fondato esclusivamente sulla vigilanza dall’alto ad uno più partecipativo, che coinvolge direttamente la società civile nella tutela della trasparenza. Sebbene tutte le forze politiche dichiarino di sostenere la necessità di “ripulire” la vita pubblica, non è ancora stato raggiunto un accordo su un codice etico condiviso che impedisca ai soggetti coinvolti in casi di corruzione di candidarsi, alimentando il timore che il clientelismo possa continuare ad esercitare la propria influenza. L’orientamento mostrato dalle autorità appare questa volta più deciso nel tentativo di spezzare il legame tra denaro e potere, aprendo la strada all’emergere di nuove classi dirigenti fondate su competenza ed integrità piuttosto che su reti di fedeltà personali.
Il collegamento tra la riforma del sistema elettorale e le istanze espresse dai giovani conferisce al processo una rilevanza sociale più ampia. La monarchia è consapevole che un aggiornamento del patto sociale non può prescindere dal recupero della fiducia delle nuove generazioni, sempre meno legate a logiche di appartenenza e sempre più orientate a criteri di efficacia e risultati concreti. In questa prospettiva, le riforme in corso appaiono come un tentativo di ridefinire la vita politica dall’alto, cercando al tempo stesso un confronto con le pressioni che emergono dal basso, provenienti da una generazione che rifiuta la persistenza dei privilegi e chiede pari opportunità.

Il Marocco si trova così ad affrontare una duplice prova: da un lato, i partiti politici sono chiamati a dimostrare la capacità di rinnovare le proprie proposte e di assumersi responsabilità etiche credibili; dall’altro, lo Stato deve convincere i cittadini che la partecipazione politica rappresenta uno strumento reale di cambiamento e non un semplice adempimento formale.
Riforme recenti: Moudawana, il Codice di Statuto Personale del Marocco
L’obiettivo della revisione del Codice di Famiglia è stato quello di colmare le lacune e correggere le disfunzioni emerse nel corso della sua applicazione in ambito giudiziario. L’intervento normativo ha puntato ad adeguare le disposizioni del Codice ai cambiamenti ed alle trasformazioni della società marocchina, tenendo conto delle esigenze legate allo sviluppo sostenibile ed all’evoluzione del quadro legislativo, in particolare in relazione agli accordi ed alle convenzioni internazionali ratificate dal Regno.
In primo luogo, è prevista la possibilità di procedere alla trascrizione del fidanzamento, ribadendo al contempo che l’atto di matrimonio rappresenta, in via generale, l’unico elemento probatorio valido per attestare l’unione coniugale. Restano tuttavia definiti specifici casi eccezionali nei quali potrà essere ammessa l’azione di ricostituzione del matrimonio. Un secondo ambito di intervento riguarda la revisione delle procedure e degli strumenti applicativi in materia di diritto di famiglia: è stata annunciata la predisposizione di una guida pratica di riferimento al Codice di famiglia, destinata ad uniformare e chiarire le prassi operative.
Tra le misure indicate figura anche il rafforzamento dell’accesso alla giustizia familiare, attraverso l’istituzione di uno “sportello unico” presso i tribunali della famiglia, concepito per semplificare i percorsi amministrativi e giudiziari per i cittadini. È allo studio la creazione di un registro nazionale destinato alla raccolta ed alla gestione degli atti di matrimonio e di divorzio, con l’obiettivo di migliorare la tracciabilità e l’organizzazione dei dati relativi allo stato civile.
Sembra che il sovrano abbia seguito in prima persona tutte le tappe del processo di riforma, assicurandosi che fosse improntato ai principi della partecipazione e della condivisione. L’obiettivo è stato quello di costruire un quadro consensuale e costruttivo, capace di raccogliere e valorizzare i contributi di tutti gli attori coinvolti, ciascuno nel proprio ruolo, per sostenere un percorso di rinnovamento, sviluppo e ijtihad[1]. Un’impostazione che si rifà allo spirito che aveva guidato l’elaborazione del Codice di Famiglia nel 2004[2] e che aveva suscitato allora un’ampia adesione, sia a livello nazionale sia internazionale.
Il corridoio verde marocchino
l progetto mira a creare un sistema efficiente per il trasferimento di idrogeno verde dal Marocco al porto di Trieste, che potrebbe emergere come nodo centrale per la distribuzione di energia all’Europa centrale ed orientale, integrandosi con il gasdotto transalpino. Il Corridoio Verde, parte dell’ampio progetto dell’Hydrogen Valley dell’Alto Adriatico, ambisce a trasformare il settore del trasporto di idrogeno nel continente, influenzando profondamente il quadro energetico europeo.[3]

L’esercitazione African Lion
Secondo lo Stato Maggiore Generale delle Forze Armate Reali del Marocco, l’obiettivo principale dei lavori preparatori è stato rafforzare l’interoperabilità, l’efficienza logistica ed il coordinamento tra le forze coinvolte. L’attenzione è stata rivolta in particolare all’integrazione delle componenti aerea, terrestre e marittima, oltre che alle operazioni delle forze speciali.
L’edizione 2026 dell’esercitazione è programmata tra il 20 aprile e l’8 maggio ed interesserà diverse aree del Paese, tra cui le regioni di Agadir, Tan-Tan, Taroudant, Kénitra e Ben Guerir. Nel corso degli anni, l’iniziativa ha assunto un peso crescente, fino ad essere considerata la più ampia esercitazione militare del continente africano, anche grazie alla partecipazione di numerosi Stati europei ed africani.
La scelta delle aree operative non appare casuale: il contesto geografico è ritenuto altamente strategico, sia per la presenza sempre più incisiva di attori esterni come Cina e Russia, sia per la concomitanza di fattori di instabilità regionale, inclusi i colpi di Stato che hanno interessato alcuni Paesi africani. A ciò si aggiunge la prossimità con la Libia, che continua a rappresentare un elemento di tensione per l’intero quadrante.
Dal punto di vista tecnico-operativo, l’esercitazione ha dedicato ampio spazio anche a settori avanzati come l’intelligence scientifica, il supporto logistico, il rilevamento autonomo del terreno, l’analisi forense e l’impiego di sistemi di supporto alle decisioni basati sull’intelligenza artificiale. Oltre alla cooperazione tra forze aeree e terrestri, queste attività puntano a verificare e consolidare capacità in costante evoluzione, nel rispetto di criteri etici e standard operativi condivisi.

Nel programma è stato previsto un confronto sull’utilizzo di sensori terrestri e sulle tecniche di ricognizione condotte in coordinamento con le Forze Speciali della Brigata tunisina, sia in ambito di difesa passiva sia attiva. I sensori terrestri non presidiati, disponibili in diverse configurazioni – magnetiche, infrarosse o sismiche a seconda delle necessità operative – consentono di estendere la capacità difensiva in profondità, garantendo al contempo una maggiore mobilità e flessibilità sul terreno.
La centralità marocchina
In un quadro più ampio, emerge con chiarezza il ruolo centrale del governo di Rabat, chiamato a svolgere una duplice funzione strategica: da un lato, il Marocco può rafforzarsi come interlocutore privilegiato nella gestione dei flussi migratori irregolari; dall’altro, il Paese si propone come laboratorio di politiche mirate, contribuendo alla definizione di strumenti di intervento calibrati sulle esigenze dell’area.
Il Regno sta attraversando una fase di crescita significativa, come confermato dai più recenti indicatori internazionali. In particolare, l’indice di sviluppo umano (IDH)[4] delle Nazioni Unite registra un miglioramento di tre punti, risultato attribuibile all’insieme delle politiche pubbliche e dei programmi sociali promossi dall’esecutivo, in linea con gli indirizzi strategici fissati dal re Mohammed VI.
Secondo il Rapporto sullo sviluppo umano 2023/2024 del Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo, il Marocco ha guadagnato tre posizioni nella classifica globale, passando dal 123° al 120° posto[5]. Il documento sottolinea inoltre l’impegno delle autorità marocchine nel contrasto alle disuguaglianze di genere, evidenziando la necessità di proseguire nel rafforzamento dell’accesso femminile all’istruzione, ai servizi sanitari ed alle opportunità di partecipazione economica.
Tra le iniziative di carattere strutturale avviate dal Paese assumono particolare rilievo quelle nel settore della difesa. In questo ambito, il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha autorizzato la vendita al Marocco di missili anticarro Javelin e delle relative dotazioni, per un valore complessivo stimato di circa 260 milioni di dollari[6].
La richiesta presentata da Rabat comprende 612 missili Javelin FGM-148F[7], inclusi 12 esemplari destinati alle prove operative, oltre a 200 unità di lancio di comando leggero (LWCLU). Per la realizzazione dell’operazione è stata costituita una joint venture tra Lockheed Martin[8], con sede a Orlando in Florida, e RTX Corporation[9], con base a Tucson in Arizona. L’iniziativa mira a rafforzare nel lungo periodo le capacità difensive del Marocco, con l’obiettivo dichiarato di tutelarne la sovranità e l’integrità territoriale.
Riferimenti bibliografici:
- https://www.dinamopress.it/news/se-sembri-povero-la-polizia-ti-umilia-in-marocco-la-genz-contro-il-muro-delle-disuguaglianze-e-della-corruzione/
- https://www.ilnordest.it/politica/qatargate-revoca-immunita-alessandra-moretti-parlamento-europeo-tl5kxilz
- https://www.stimson.org/2025/moroccan-electoral-reform-new-formula-for-good-governance/
- https://www.coreis.it/international/notizia/ijtihad-lo-sforzo-di-interpretazione-della-rivelazione/
- https://al-islam.org/it/introduzione-alla-shariah-islamica-sayyid-muhammad-rizvi/il-metodo-dell%E2%80%99ijtihad
- https://www.avvocatidifamiglia.net/il-codice-di-famiglia-marocco
- https://www.dirittoconsenso.it/2025/06/09/moudawana-riforma-della-giustizia-famigliare-in-marocco/
- https://www.oasiscenter.eu/it/il-marocco-verso-una-nuova-riforma-del-codice-della-famiglia
- https://www.italpress.com/marocco-e-stati-uniti-preparano-lesercitazione-african-lion-2026/
- https://www.europeafrica.army.mil/What-We-Do/Exercises/African-Lion/
- https://formiche.net/2025/12/african-lion-non-e-solo-unesercitazione-perche-il-marocco-e-diventato-strategico/#content
- https://geagency.it/breaking-news/difesa-marocco-e-stati-uniti-si-preparano-per-lesercitazione-african-lion-2026/
Note:
[1] Ijtihad (اجتهاد) è un termine islamico che significa “sforzo intellettuale” o “diligenza”, specificamente l’applicazione del ragionamento indipendente da parte di un esperto (Mujtahid) per derivare leggi e soluzioni dalla Sharia (legge islamica) quando i testi sacri (Corano e Sunna) non offrono una risposta esplicita, rendendo l’Islam rilevante per le nuove sfide del mondo. Si tratta di interpretare la rivelazione divina per applicarla ai contesti moderni, collegando i principi eterni alla realtà pratica.
- Sforzo e ragionamento: Letteralmente “sforzarsi” o “impegnarsi”, l’Ijtihad è lo sforzo mentale di un giurista per trovare una soluzione legale basandosi sulle fonti principali (Corano, Sunna, consenso dei dotti).
- Interpretazione della legge: È un processo di interpretazione e deduzione per creare nuove norme o adattare quelle esistenti, necessario per questioni non chiaramente coperte dai testi sacri.
- Adattamento e rilevanza: Assicura che l’Islam rimanga applicabile e pertinente in società e contesti in evoluzione (come tecnologia, etica, politica, economia).
(https://al-islam.org/it/introduzione-alla-shariah-islamica-sayyid-muhammad-rizvi/il-metodo-dell%E2%80%99ijtihad – https://www.jibreel.app/islamqa/ijtihad-meaning)
[2] https://www.africarivista.it/marocco-si-accende-il-dibattito-sul-nuovo-codice-della-famiglia/247720/
[3] https://www.caputmundi.info/2024/04/03/non-solo-egitto-e-tunisia-il-marocco-al-centro-delle-trattative/
[4] https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/marocco-il-regno-di-mohammed-vi-un-quarto-di-secolo-fra-luci-e-ombre-198419
[5] https://www.esteri.it/mae/resource/doc/2020/08/rapporto_marocco_ita.pdf
[6] https://aresdifesa.it/missili-javelin-per-il-marocco/
[7] https://odin.tradoc.army.mil/WEG/Asset/FGM-148F_Javelin_American_Anti-Tank_Guided_Missile_(ATGM)%20

