Al fianco di Hitler di Nicolaus von Below
Negli ottanta anni dalla Caduta di Berlino e dalla fine della guerra, una testimonianza unica inedita in italiano degli ultimi giorni di Hitler nel Führerbunker di Berlino nel libro di Nicolaus von Below “Al fianco di Hitler”
Per quasi otto anni, dal 16 giugno 1937 al 29 aprile 1945, Nicolaus von Below prestò servizio come Aiutante della Luftwaffe presso il Führer, sperimentando in stretta vicinanza ad Hitler l’ascesa e la caduta della Germania nazionalsocialista. Le sue memorie, pubblicate da ITALIA Storica Edizioni di Genova con il titolo “Al fianco di Hitler” (328 pagg., Euro 26,00) per la prima volta in edizione italiana, sono un documento importante e già largamente utilizzato dagli studiosi del nazionalsocialismo, e meritano attenzione sotto diversi profili. In primo luogo esse, al pari per esempio di quelle di Albert Speer, sono significative per capire la fascinazione che Hitler riuscì ad esercitare su personaggi appartenenti non all’ambiente nazionalsocialista vero e proprio, ma piuttosto a quello conservatore. Com’era, appunto, il caso di von Below. Queste memorie offrono, inoltre, uno sguardo della vita quotidiana all’interno della cerchia di collaboratori e intimi del Führer, ma fanno capire anche l’esistenza di profonde rivalità, contrasti, giochi di potere sviluppatisi all’ombra del dittatore.

Come commenta lo storico Francesco Perfetti, autore della prefazione:
“Si tratta di un documento importante e già largamente utilizzato dagli studiosi del nazionalsocialismo ma solo per ricavarne informazioni marginali o circostanze di tipo aneddotico. In realtà le memorie di von Below meritano attenzione sotto diversi profili. In primo luogo esse, al pari per esempio di quelle di Albert von Speer, sono significative per capire la fascinazione che Hitler riuscì ad esercitare su personaggi appartenenti non all’ambiente nazionalsocialista vero e proprio, ma piuttosto a quello conservatore. Com’era, appunto, il caso di von Below.
Queste memorie offrono, inoltre, uno sguardo della vita quotidiana all’interno della ristretta cerchia di collaboratori e intimi del Führer, ma fanno capire anche l’esistenza di profonde rivalità, contrasti, giochi di potere sviluppatisi all’ombra del dittatore. Ci presentano persone, di solito marginalizzate dalle biografie del Führer, come la compagna Eva Braun e il fotografo Heinrich Hoffman, ma anche gli esponenti più noti del regime e ci informano di prima mano sulle critiche di Hitler ai generali per la conduzione della guerra, nonché sulla caduta in disgrazia di uomini come Baldur von Schirach o lo stesso Göring. Esse, poi, riportano opinioni, reazioni e stati d’animo del dittatore di fronte all’andamento delle operazioni belliche, nonché i suoi giudizi sulle personalità politiche tempo.
A cominciare, per esempio, da Mussolini. In proposito von Below ricorda che Hitler era l’epoca del viaggio del Duce in Germania lasciò intendere come il suo «impegno politico» a favore dell’Italia avesse «per solo e unico fondamento la simpatia personale» per Mussolini: una «predilezione», tuttavia, ben lungi dall’essere unanimemente condivisa dai suoi consiglieri. Ricorda ancora von Below che, all’indomani del 25 luglio 1943, il Führer apparve «costernato dalla caduta alla chetichella del regime fascista» e dal fatto che non si fosse levata neppure una voce per difendere il Duce, tanto che si preoccupò di incaricare subito Himmler di rintracciare il luogo dove Mussolini era tenuto prigioniero. Hitler detestava Dino Grandi fin dall’epoca in cui questi era, «totalmente anglofilo e monarchico e amico intimo di Ciano», ambasciatore a Londra e attribuiva soprattutto a lui e agli ambienti filomonarchici dell’esercito e della diplomazia la diffusione di sentimenti germanofobi e anglofili alla vigila dello scoppio della guerra. Secondo von Below, il dittatore tedesco non mise mai in discussione la «lealtà» di Mussolini e fu «con grande gioia» che apprese la notizia della condanna e della esecuzione dei «traditori» del 25 luglio.
Il vero protagonista delle memorie di von Below è, tuttavia, proprio lui, il Führer, del quale viene proposto un ritratto inedito e, per certi versi, in controtendenza rispetto all’immagine costruita dalla memoria storica e codificata dalla ricerca storiografica. Von Below, infatti presenta, fin dal primo incontro, Hitler come uomo affabile, ragionevole, disponibile al colloquio: l’esatto contrario dell’immagine stereotipata del dittatore isterico, irascibile, intrattabile. Un Hitler sconcertante, un Hitler, in fondo, dal «volto umano», galante con le signore, capace di apprezzare serate musicali e incontri mondani. Ma, al di là di questo ritratto del dittatore, ce n’è un altro ancor più stupefacente: un Hitler stratega militare per nulla dilettante quale emerge dal racconto del progressivo processo di deterioramento dei suoi rapporti con i generali”.