Contadini, rivoltosi e profeti
L’Alto Adige ricorda la grande insurrezione del 1525
Nel 2025, l’Alto Adige e il Tirolo ricordano i 500 anni dalla grande rivolta contadina del 1525, guidata da Michael Gaismair, riformatore e visionario originario di Vipiteno. Due mostre, a Bressanone e Novacella, offrono l’occasione per scoprire una pagina poco conosciuta della storia alpina, legata al desiderio di giustizia sociale e rinnovamento religioso.
Cinque secoli fa, il fuoco della rivolta contadina divampava anche tra le montagne del Tirolo e dell’odierno Alto Adige. Era il 1525 e, mentre la Germania veniva attraversata dalla Bauernkrieg – la Guerra dei Contadini – le valli alpine tra Innsbruck e Bressanone divennero teatro di uno dei più radicali tentativi di riforma sociale e religiosa dell’Europa moderna.
A guidare quella rivolta fu una figura carismatica e controversa: Michael Gaismair, (Vipiteno, ca. 1490 ca. – Padova, 1532). Era figlio del giudice di Vipiteno, fu educato negli ambienti della curia vescovile di Bressanone dove divenne segretario personale del principe-vescovo. L’incontro con le idee della Riforma e con il radicalismo evangelico di Thomas Müntzer e degli anabattisti lo spinse a rompere con la Chiesa cattolica e con il potere feudale.
Durante la sollevazione contadina del 1525, Gaismair non si limitò a guidare l’insurrezione nelle valli alpine, ma cercò di darle un fondamento politico unendo istanze religiose e sociali in un progetto di trasformazione profonda. Redasse un documento noto come Ordnung der gemeinen Landschaft [Ordinamento della terra comune], un programma di governo rivoluzionario che prevedeva:
- l’abolizione della decima e dei privilegi nobiliari;
- la confisca dei beni ecclesiastici e la soppressione dei conventi;
- un sistema di giustizia popolare e un’istruzione pubblica gratuita;
- la fondazione di uno Stato evangelico democratico ispirato alla Bibbia.
Dopo la repressione violenta del movimento da parte degli Asburgo e della chiesa cattolica, Gaismair fuggì prima a Trento, poi a Venezia, dove tentò invano di ottenere appoggio per una nuova rivolta. Fu assassinato nei pressi di Padova da sicari asburgici nel 1532. Aveva 42 anni.
A 500 anni di distanza, l’Alto Adige e il Tirolo austriaco ricordano questi eventi con una serie di mostre, itinerari culturali e pubblicazioni che gettano nuova luce su una pagina poco nota ma fondamentale per comprendere le radici dell’ identità alpina e la lunga storia delle rivendicazioni sociali in Europa.
Tre mostre e una serie di eventi per riscoprire il 1525
il Südtiroler Landesmuseum für Kultur- und Landesgeschichte dedica a Gaismair la mostra “Bauern Power” a Castel Tirolo, (visitabile fino al 3 novembre 2025) che esplora anche le tracce lasciate da quell’evento nel presente, sulle conquiste culturali del ceto contadino.
A Bressanone, nell’Hofburg, il palazzo vescovile, la mostra “Michael Gaismair. Ribelle, visionario, rivoluzionario”” (fino al 15 settembre 2025) che ripercorre la biografia appassionante del leader contadino, mettendo in luce i suoi ideali, i viaggi, gli scritti e l’eredità culturale lasciata in eredità alle generazioni successive.
A Novacella, presso l’antica abbazia agostiniana, la mostra “Agricoltura e Resistenza” (fino al 15 novembre) affronta la storia della ribellione a partire dalla condizione contadina. L’esposizione mette in relazione le lotte del passato con quelle di oggi, confrontando documenti del XVI secolo e testimonianze contemporanee. Narra il ruolo della terra, il valore del lavoro agricolo, la sostenibilità ambientale e il diritto a un’economia equa. La mostra è parte del progetto triennale Coltivare Utopie, promosso dal Centro per la Pace di Bolzano. Novacella ospita anche una serie di eventi culturali e conferenze.
Luoghi della memoria
Chi vuole approfondire la figura di Michael Gaismair può visitare Vipiteno, sua città natale, dove una statua e una targa commemorativa ricordano il riformatore. Ma soprattutto la Val Pusteria e l’Alta Valle Isarco conservano molte tracce dei luoghi legati alla rivolta: chiese, locande, sentieri di montagna dove si tenevano le assemblee contadine.
Un percorso a piedi particolarmente significativo è il Gaismairweg [Via Gaismair], un itinerario storico-escursionistico che si snoda ad anello per circa 13 chilometri a Vipiteno a un’altitudine tra i 950 e i 1.200 metri. Lungo il tragitto ci sono brevi passaggi ripidi e con terreno irregolare, attraversa Ceves, la località che diede i natali al nostro protagonista e sono tematizzati e resi visibili otto tipi di paesaggio con pannelli informativi e panchine lungo il percorso.
Un personaggio controverso
Cinque secoli dopo, la vicenda di Gaismair resta un potente simbolo di visione utopica. La sua figura divide ancora gli storici: per alcuni un ribelle fallito, per altri un precursore del pensiero democratico e sociale.
La sua figura è rimasta a lungo marginalizzata nella storiografia ufficiale, percepita come scomoda sia per la Chiesa cattolica sia per la cultura asburgica dominante. Solo nel Novecento, e in particolare negli anni Settanta, è emerso un rinnovato interesse per il suo pensiero sociale e laico.
Oggi, Gaismair è riconosciuto come un precursore del pensiero democratico, egualitario e libertario, tanto da essere celebrato in ambiti molto diversi: dalla storiografia alla politica, ai movimenti ambientalisti e contadini, fino alla cultura popolare locale. Il suo nome è presente in scuole e istituzioni, memoriali, targhe e statue commemorative, percorsi escursionistici e progetti educativi che uniscono natura, storia e diritti.
Il 500° anniversario del 1525 rappresenta un’occasione per riflettere sull’attualità delle sue idee in un contesto segnato da disuguaglianze crescenti, crisi ecologiche e domande di giustizia sociale.
Un’eredità contesa e attuale
La storia della rivolta contadina, continua a interpellare il nostro presente: sulle diseguaglianze, sul rapporto tra potere e popolo, sull’utopia di un mondo più giusto.
Quando fu eletto capo dei contadini, Gaismair stilò un elenco di richieste e lamentele che, purtroppo, non furono mai realizzate. Era troppo avanti rispetto al suo tempo! La sua esperienza ebbe sicuramente una notevole influenza sull’agricoltura in Alto Adige. Nei secoli, la consapevolezza della comunità contadina è diventata sempre più forte, tanto che oggi sono i custodi e modellatori del paesaggio. Con grande impegno e duro lavoro coltivano le aree montane e i pascoli alpini. I loro prodotti sono di qualità, sempre più orientati al biologico e hanno aperto i loro masi a un turismo rispettoso. Un intento riuscito di far convivere tradizioni secolari con l’innovazione e la modernità.
Ci sono numerose esperienze: una cooperativa lattiero-casearia che dà sostegno alle piccole aziende agricole a conduzione familiare con una filiera corta; i vigneti piantati sui versanti scoscesi a lato del fiune Isarco e quelli intorno al monastero di Novacella; gli antichi masi che dal medioevo si tramandano di padre in figlio e, alcuni, come lo Strasserhof (dell’XI secolo) o il Pacherhof, probabilmente (del X secolo), sono ancora in piedi e attivi da ben prima che scoppiasse la rivolta del 1525; Molti sono ora agriturismi; particolare è la vicenda della fattoria sociale biologica del Vintlerhof di Bressanone che offre corsi di formazione nel settore agricolo alle persone con malattie mentali.
Lo spirito di Michael Gaismair oggi è profondamente radicato nella vita quotidiana e nell’identità della vita rurale in Alto Adige e continua a vivere, in chi lavora la terra e lotta per la giustizia.
Info
Come arrivare
In treno: stazione Bressanone della linea del Brennero. Con i mezzi pubblici si possono poi visitare comodamente Novacella e le località limitrofe. Per informazioni, consultate il sito Trenitalia o quello di Alto Adige Mobilità.
In auto: uscita Bressanone dell’Autostrada del Brennero A22.
Cosa vedere nei dintorni
- Le case del centro storico di Bressanone e il Duomo
- Il mercato contadino, ogni mercoledì e sabato in piazza Artmanno a Bressanone
- Il monastero agostiniano di Novacella
- Il Sentiero dei masi di Caredo sul Monte Ponente sopra Bressanone, lungo 5 chilometri e inizia a 1140 metri le stazioni informative raccontano la vita dei contadini di montagna dell’Alto Adige.
- I vigneti della Valle Isarco
- Il Törggele in autunno, degustare il vino nuovo nei masi storici
- il Sentiero del vino e delle mele della Valle Isarco è un’escursione circolare di 15 km a Naz-Sciaves




































































Link utili:
- Hofburg Bressanone: www.hofburg.it
- Südtiroler Landesmuseum für Kultur- und Landesgeschichte: www.schlosstirol.it
- Abbazia di Novacella: www.kloster-neustift.it
- Anno museale dell’Euregio 2025: https://musei.provincia.bz.it/it/anno-museale-euregio-2025
- Strada del vino dell’Alto Adige: www.suedtiroler-weinstrasse.it
- Turismo Alto Adige: www.suedtirol.info
- Turismo Bressanone: www.brixen.org
- Turismo Vipiteno: www.vipiteno.com