Il dado è tratto
I giochi di guerra e la loro complessa “filosofia”
Giochi di guerra o Wargame: ha senso affrontare questo argomento mentre in Europa e nel mondo si combattono guerre sanguinose? Poiché il wargame è un’attività che riproduce o simula in diversi modi un combattimento reale, ossia un evento decisamente tragico, questa è una domanda di coscienza più che lecita. Sarà il lettore a trarre le proprie conclusioni, dopo aver riflettuto sui contenuti di questo articolo.
La famosa frase riportata nel titolo fu pronunciata da Giulio Cesare nel 49 a.C., in relazione a un importante evento reale mentre varcava il fiume Rubicone. Essa trova fondata “assonanza” con i giochi di guerra, non solo per la parafrasi del dado, la cui funzione è illustrata più avanti, ma soprattutto per gli aspetti che legano tali giochi alla vita reale.
I wargame sono un’evoluzione del gioco degli scacchi, che rimane il gioco di strategia per definizione, e sono spesso definiti come giochi di strategia, vero. I wargame hanno infatti lo scopo di rappresentare su un tavolo, mediante mappe o plastici, pedine o modelli, una situazione di combattimento iniziale e consentire ai giocatori di far evolvere quella situazione, fino alla determinazione di un vincitore e di uno sconfitto. Nella maggior parte dei wargame, lo scenario iniziale fa riferimento a un evento storico realmente accaduto, come una battaglia o un’intera campagna militare. Tuttavia, diversi wargame rappresentano scenari basati su storie create dalla fantasia degli autori: sono i così detti wargame fantasy, in questo momento molto diffusi.
Il gioco di guerra consiste nel prendere decisioni, dalle quali deriva una sequenza di azioni condotte con regole che consentono di riprodurre in modo più o meno preciso tutte le azioni che di norma avvengono su un campo di battaglia reale. La risoluzione delle azioni di combattimento, come ad esempio determinare se un cannone ha distrutto o danneggiato un carro armato o se le frecce degli arcieri hanno perforato un muro di scudi, è affidata a un sistema di calcolo del quale si tratterà nel paragrafo specifico. Tutto il resto, ossia le manovre, le astuzie, la vittoria e la sconfitta, sono frutto delle decisioni prese dai singoli giocatori.
Origini del wargame
Il primo wargame fu inventato in Prussia nel 1780 da Johann Christian Ludwig Hellwig. Il prodotto aveva diverse similitudini con il gioco degli scacchi ed era destinato sia agli studenti avviati alla carriera militare sia al pubblico civile. Successivamente, nel 1824, l’ufficiale prussiano Georg Heinrich Rudolf Johann von Reisswitz inventò il Kriegsspiel (gioco di guerra), un wargame destinato all’addestramento dei colleghi dell’esercito, molto simile per concezione ai moderni wargame. Negli anni seguenti altri eserciti si interessarono e utilizzarono i wargame per addestrare i propri ufficiali, mentre la diffusione a livello commerciale, ossia per il pubblico civile, rimase tutto sommato limitata fino agli anni ’70 del secolo scorso, quando l’interesse per questo tipo di giochi aumentò in modo considerevole.
Tipologia dei wargame
I wargame moderni si svolgono in modalità analogica, con elementi fisici, oppure in modalità digitale, su computer o altra piattaforma. In questo articolo il focus è sui wargame analogici, i quali contengono principi comuni anche ai wargame digitali.
I wargame analogici si suddividono a loro volta in due grandi categorie: i boardgame e i wargame tridimensionali. I boardgame sono racchiusi in una scatola che contiene mappe, pedine, regole, carte, dadi, ecc., necessari a riprodurre uno specifico scenario storico. I wargame tridimensionali sono invece più complessi in termini di materiali poiché i giocatori devono procurarsi un tavolo sul quale posizionare gli elementi scenici quali strade, case, colline, boschi, fiumi ecc., costruiti e dipinti con tecniche di modellismo che ne esaltino l’aspetto visivo oltre la fedeltà storica. Sui tavoli così preparati, i giocatori schierano soldatini, cannoni, carri armati ecc., anche questi accuratamente costruiti e dipinti a mano.



Alcuni giocatori di wargame tridimensionali svolgono le loro partite con pochi e semplici elementi scenici e con modelli di soldatini e armi non dipinti: va bene tutto, l’importante è il divertimento! Rispetto al boardgame, il wargame tridimensionale richiede quindi molta più preparazione e spazio per riporre i modelli, e di conseguenza i costi sono più elevati. In compenso, il wargame tridimensionale offre ai giocatori di ideare non uno, bensì innumerevoli scenari utilizzando sempre gli stessi modelli, con una scenografia decisamente più coinvolgente, che premia gli sforzi di coloro che hanno speso del tempo per costruire e dipingere i pezzi. Ciò vuol dire che il wargame tridimensionale è strettamente collegato alla pratica del modellismo statico, ma non tutti i giocatori di wargame tridimensionale sono dei giocatori-modellisti, in quanto questi ultimi sono alla costante ricerca di amici non modellisti con cui svolgere le partite.
Un’altra fondamentale differenza tra i due tipi di gioco sta nel fatto che le mappe dei boardgame sono stampate con una griglia sovraimposta alla rappresentazione del terreno, quasi sempre a esagoni, che serve a materializzare le distanze di movimento e le gittate delle armi. Il tavolo da gioco del wargame tridimensionale è invece, salvo rare eccezioni, privo di griglia e i giocatori misurano dette distanze con un metro avvolgibile.
A questo punto il lettore avrà ben compreso la grande differenza di tipo logistico che esiste tra le due “famiglie” di wargame analogico, e forse avrà già formulato la sua preferenza. Il resto dell’articolo è invece dedicato ai diversi aspetti che fondano la “filosofia” dei giochi di guerra.
Lo sfondo storico o fantasy
Come anticipato, la maggior parte dei wargame si basano su eventi bellici del passato; ciò implica che i giocatori siano coinvolti in modo più o meno approfondito nella conoscenza di tali eventi. Gli sfondi storici sono molteplici e si passa dalle guerre romane al periodo napoleonico, alla Seconda Guerra Mondiale e al periodo contemporaneo. Giocare una partita di wargame che abbia riferimento a un evento bellico storico genera nei giocatori un interesse duplice: conoscere la storia di quell’evento e misurarsi con i rispettivi comandanti del passato per vedere se lo scontro riprodotto sul tavolo avrà un esito simile o diverso a quello di riferimento. Ciò imprime nei giocatori un certo sprone, una sfida a portare avanti le proprie azioni di gioco nel modo migliore possibile. Anche i wargame fantasysono basati su una storia o su una saga di riferimento, sono giocabili in forma analogica o digitale e includono tutti gli aspetti elencati in questo articolo.
Il regolamento
Per giocare qualsiasi gioco occorre conoscerne il regolamento. I regolamenti dei wargame suddivisi in diverse epoche storiche, sono di diversa complessità e, vista la grande diffusione, sta al giocatore scegliere quelli a lui più confacenti. Un buon regolamento deve proporre in modo bilanciato realismo e divertimento, in quanto i giochi di guerra sono giochi e non simulazioni. Nei giochi, rivolti ai civili, è accettabile una certa dose di astrazione a beneficio del divertimento, mentre nelle simulazioni, che sono destinate ai militari, è necessaria una maggiore dose di realismo. Come nella vita, più si conoscono le regole, più possibilità si hanno di vincere. Molti giocatori svolgono le loro partite con la presenza di un “arbitro” che ha il compito di far applicare correttamente le regole di gioco e di risolvere le dispute o i casi dubbi.
Il dado
I giochi di guerra, sia analogici sia digitali, necessitano di un sistema di calcolo che metta insieme ed elabori tutti quei fattori che sono imponderabili anche nella vita reale, al fine di determinare l’esito di certe attività. Per esempio, un’arma possiede una data efficacia a una certa distanza, che decade a distanze superiori, ma il colpo a segno non dipende solo dall’arma, dipende dallo stato psicologico del tiratore, dalle condizioni di visibilità ecc.. Ed è qui che entra il gioco il sistema di calcolo, che nei giochi analogici è realizzato mediante il raffronto tra specifiche tabelle con dati e il risultato del lancio di uno o più dadi, mentre nei giochi digitali è fornito dagli algoritmi dell’applicazione.




Il sistema di calcolo che utilizza il dado da spesso ai neofiti del gioco la sensazione che il fattore fortuna sia troppo determinante circa l’esito di una partita. Ciò è vero in parte, come è vero che anche in guerra la fortuna conta molto. Disse Napoleone: “Preferisco un generale fortunato a uno bravo”. Tralasciando il fatto che la frase fu pronunciata da un imperatore che doveva tenere a bada i suoi sottoposti e il fatto che lo stesso fu sconfitto a Waterloo da un generale più bravo che fortunato, Wellington, l’affermazione ha un certo fondamento. In proposito, è fondamentale aggiunge la frase formulata da un valido collaboratore nel corso della mia passata carriera: “Chi non conosce la storia militare non può capire a cosa serve il dado nei wargame”. Ciò a indicare che in numerosi casi di storia militare gli eventi si conclusero in modo del tutto inaspettato, a causa di quei fattori imponderabili, che in molti chiamano fortuna.
Aspetti educativi e ludici
I giochi di guerra forniscono a chi li pratica un buon numero di aspetti educativi e generano un forte coinvolgimento emotivo. Tra i principali si elencano la già citata conoscenza storica, la conoscenza geografica dei luoghi, la pratica della lingua inglese (moltissimi regolamenti sono in tale lingua), la ricerca della precisione mediante la pratica del modellismo, la previsione di eventi futuri, la pazienza e la scelta del momento adatto per eseguire le azioni, il rispetto delle regole, il gioco leale e il rispetto per l’avversario. Forse l’aspetto educativo più evidente è il fornire l’abitudine a elaborare processi decisionali risolutivi, sfruttando le proprie risorse, in risposta a situazioni avverse sempre nuove. I giochi di guerra consentono anche il confronto delle idee e l’inclusione di persone dal carattere isolato, le quali hanno un’occasione per maturare la propria relazione con gli altri. Per questi motivi alcune scuole, anche in Italia, conducono dei wargame a favore dei propri studenti, integrati con attività di approfondimento storico, geografico e linguistico relative all’evento di riferimento giocato.
Un aspetto particolare è quello che riguarda gli appassionati di storia, naturali giocatori potenziali. Chi studia la storia militare attraverso libri, film, musei e visite sui campi di battaglia, compie di fatto una esplorazione al fine di comprendere sempre meglio quegli eventi. Il wargame si presta moltissimo quale ausilio a tale esplorazione, infatti, riprodurre sul tavolo una battaglia studiata a fondo, consente di maturare considerazioni e di confermare l’idea che si ha della stessa.
Anche gli aspetti ludici non sono da meno, in quanto essi includono prima di tutto il sano divertimento, l’astrazione dalla realtà come evasione temporanea dai problemi di tutti i giorni, l’occasione di allacciare nuove amicizie e lo scambio di idee innovative su interessi comuni.
Inoltre, i wargame analogici offrono ai giocatori la possibilità di vedere e toccare qualcosa di fisico e tangibile come le pedine e il campo e non di essere immersi in un mondo virtuale, dove oggi è approdato il mondo ludico dimenticandosi della realtà. Non va infine dimenticato il valore che ha il riunire per qualche ora un certo numero di persone intorno a un tavolo, senza telefoni o PC, per mantenere vivo quello che è un sano rapporto di amicizie.
I giocatori
“Il wargame non è per tutti”, con questa frase, uno dei miei figli che giocano i wargame, ha ben definito il nesso tra i giochi di guerra e i loro giocatori. Infatti, il numero complessivo dei giocatori nel mondo è basso perché il wargame è un gioco di nicchia, che appassiona persone desiderose di divertirsi impiegando a fondo le proprie risorse e capacità mentali. Con ampio margine di approssimazione, si può affermare che il wargame storico è più diffuso tra i meno giovani e che il wargame fantasy è maggiormente diffuso tra i più giovani. Molte persone non pensano lontanamente ai wargame perché desiderano sfruttare il poco tempo libero a disposizione con svaghi meno impegnativi e più accessibili. Non è semplice studiare un regolamento o uno scenario prima di giocare con la mente, se la giornata è trascorsa nella complessa ricerca di soluzioni lavorative o familiari. Queste persone hanno tutto il mio rispetto. Quindi, chi pratica i wargame ha maturato una specifica passione per essi.
Tra i giocatori esiste una netta differenza tra gli attivi e i meno attivi. I primi sono coloro che in toto o in parte, oltre a giocare, studiano a fondo le regole, comprano i materiali o le scatole necessarie, costruiscono e dipingono i modelli, creano gli scenari di gioco, spesso arbitrano le partite e pubblicano sui social le foto delle stesse. I secondi sono coloro che, pur animati da passione per il gioco non hanno tempo sufficiente per le citate attività di contorno, non hanno spazio per riporre scatole o modelli, oppure non sono mentalmente predisposti a tali medesime attività. Ebbene gli uni sono indispensabili agli altri, e questa è un’altra qualità dei giochi analogici: unire persone diverse per uno scopo comune.
Il wargame in ambito militare
Gli eserciti moderni fanno ampio ricorso alla simulazione quale parte fondamentale dell’addestramento di ufficiali, sottufficiali, graduati e soldati, impiegando sistemi sia analogici sia digitali. I wargame, le cui origini militari sono state già accennate, fanno ancora oggi parte della simulazione e sono considerati un valido strumento, parallelo alle classiche esercitazioni sul campo. I wargame analogici utilizzati sono i boardgame, necessariamente basati su unità, armi e mezzi contemporanei e svolti a diversi livelli, in base al grado e alle funzioni dei partecipanti. Gli scenari di tali wargame sono ambientati in contesti attuali o futuri, ma alcuni eserciti basano gli scenari dei propri wargame anche su eventi storici, come il caso della Quarta Battaglia di Cassino nel 1944. Di tale battaglia viene utilizzato il terreno riprodotto su mappa e le posizioni iniziali dei due opposti schieramenti. I partecipanti vengono in precedenza resi edotti sugli aspetti peculiari di quella battaglia, e quando possibile effettuano una visita sul campo di battaglia reale, al fine di comprendere le caratteristiche del terreno. Con tale background storico, i militari possono eseguire il wargame con maggior profitto addestrativo. Nei wargame per i militari vincere una partita significa aver sfruttato bene le proprie risorse e le proprie capacità di pianificazione. In aggiunta, gli errori o i successi e le decisioni, giuste o sbagliate, prese durante la partita contribuiscono a formare le capacità di tutti i partecipanti, vincitori e vinti.
Wargame e morale
Alcune persone affermano che giocare ai wargame sia immorale, visto il riferimento alle sofferenze reali di tanti, e pensano che tali giochi possano incentivare violenza o altri atti negativi. E’ una posizione rispettabile e il giocatore di wargame dovrebbe essere in grado di rispondere alla domanda formulata in apertura di questo articolo, cercando di analizzare con l’interlocutore gli aspetti morali ed etici del wargame. Questi aspetti emergono in modo più marcato nel wargame storico rispetto al wargame fantasy: nel primo si rappresentano vita e morte di persone umane realmente vissute, nel secondo di persone umane immaginarie e di mostri. Di conseguenza il fantasy ha il vantaggio di non coinvolgere troppo la parte emotiva e morale dei giocatori. Nel wargame storico è quindi necessario attenersi ad alcuni principi. Durante le partite non si riproducono azioni contrarie alla dignità umana, come la fucilazione di prigionieri, le violenze sulla popolazione e le stragi, non si esalta la morte di un soldato, non si esaltano ideologie passate di qualsiasi matrice. Chi dovesse praticare il wargame con simili intenzioni deve essere aiutato a rivedere le sue posizioni, e in caso di ostinazione deve essere immediatamente escluso dai tavoli di gioco, senza mezze misure. Nella pratica corretta dei wargame storici, invece, si valutano gli errori e si apprezzano i valori positivi di determinati comandanti o soldati e si tramanda la memoria di eventi orribili che abbiamo avuto la fortuna di non vivere in prima persona. Di conseguenza si costruisce il rispetto per coloro che hanno vissuto quelle battaglie, anche se ne avrebbero fatto volentieri a meno.
Considerazioni
Questo breve articolo è solo un’introduzione al vasto mondo dei wargame. Chi volesse approfondire l’argomento troverà molti altri testi stampati e siti internet specializzati, nei quali sono illustrati ulteriori aspetti di questa pratica. In definitiva, si può affermare che il wargame è un gioco impegnativo, definito “serious game” dagli anglosassoni, ma che nello stesso tempo può fornire una serie di validi elementi che contribuiscono alla sana crescita personale. Per provare una partita ci si può avvalere di un amico che già pratichi il gioco, oppure si possono contattare club e associazioni che svolgono tale attività in sedi opportune, se invece si è sicuri del proprio interesse nei wargame si può anche iniziare da soli e diventare promotori di tali giochi tra i conoscenti, come ha fatto io. Chi si avvicina per la prima volta a un tavolo di wargame, capisce immediatamente se questo gioco fa al proprio caso o no, ho visto molte persone giocare una partita per poi scomparire per sempre dai radar. Coloro che hanno continuato, hanno invece apprezzato il gioco sempre di più. Chi ne ha solo sentito parlare o ha solo letto articoli come questo, non avrà mai la piena consapevolezza di cosa sia un wargame, giocare per credere!