L’attentato alla chiesa a Damasco
La mancata rivendicazione ed il caos mediatico.
La notizia sulla stampa (articolo originale BBC):
L’ attacco suicida in una chiesa a Damasco
Il Ministero della Salute siriano ha dichiarato che almeno 22 persone sono state uccise ed altre 63 sono rimaste ferite in un attacco suicida contro una chiesa nella capitale siriana Damasco. Secondo il Ministero dell’Interno, un uomo armato è entrato nella chiesa greco-ortodossa di Elia, nel quartiere di Duweila, domenica sera durante una funzione religiosa, ha aperto il fuoco sui presenti e ha poi fatto detonare il suo giubbotto esplosivo.
Il ministero ha affermato che l’aggressore era “legato” al gruppo dello Stato islamico (ISIS), sebbene il gruppo non abbia ancora rivendicato ufficialmente la responsabilità dell’attacco.
Immagini e video diffusi dall’interno della chiesa mostrano un altare danneggiato, banchi coperti di vetri rotti e pareti sporche di sangue.
“Una persona è entrata [nella chiesa] dall’esterno, armata”, ha raccontato all’AFP Lawrence Muammar, testimone dell’attacco, aggiungendo che la gente “ha cercato di fermarlo prima che si facesse esplodere”.
Un altro uomo in un negozio vicino alla scena dell’incidente ha detto di aver sentito degli spari e poi un’esplosione che ha mandato in frantumi le finestre. “Abbiamo visto l’incendio in chiesa ed i resti delle panche di legno lanciati fino all’ingresso della chiesa.”
Si tratta del primo attacco di questo tipo a Damasco da quando le forze armate guidate da Ahmad al-Shara’ hanno preso il potere in Siria dopo la fuga di Bashar al-Assad.
I rappresentanti della Chiesa greca hanno annunciato in una nota che “stanotte le mani traditrici del male hanno colpito e si sono prese la nostra vita e quella dei nostri cari durante la preghiera divina”.
Nella dichiarazione si afferma che, secondo le prime informazioni, la bomba è esplosa all’ingresso della chiesa, uccidendo persone all’interno e nei pressi dell’edificio.
I rappresentanti della Chiesa hanno chiesto al governo provvisorio siriano di “assumersi la piena responsabilità di quanto accaduto e continua ad accadere, in particolare della violazione del sacro culto, e di proteggere tutti i cittadini”.
Il ministro degli Interni siriano Anas Khattab ha dichiarato che squadre specializzate del suo ministero hanno avviato un’indagine sulle circostanze di questo “crimine”.
Ha aggiunto: “Questi atti terroristici non fermeranno gli sforzi del governo siriano per raggiungere la pace civile”.
Geir Pedersen, capo dell’ufficio dell’inviato speciale delle Nazioni Unite per la Siria, ha condannato l’attacco e ha invitato il popolo siriano ad unirsi nella lotta contro il terrorismo e l’estremismo.
Anche il rappresentante speciale degli Stati Uniti Tom Barak ha dichiarato: “Queste azioni orribili e codarde non trovano posto nel nuovo paradigma di tolleranza e accettazione che sta emergendo in Siria”.
La notizia come riportata dalla TV siriana:
Attraverso due tweet sull’account istituzionale di Syria TV (emittente statale), viene reso noto che:
Ministero dell’Interno siriano:
📌 L’attacco suicida alla chiesa di Mar Elias è stato compiuto dall’ISIS
📌 Stiamo lavorando per completare le indagini e identificare i criminali
📌 Questo crimine non minerà l’unità del nostro popolo e sollecitiamo i media a esercitare la responsabilità nazionale e umanitaria nel riportare notizie e informazioni
📌 Sotto la guida diretta della leadership siriana, affermiamo che i luoghi di culto rappresentano una linea rossa
📌 L’ISIS mira a seminare divisioni settarie e a spingere ogni gruppo settario a imbracciare le armi
📌 Abbiamo già sventato due attacchi simili e quello accaduto alla chiesa di Mar Elias è il terzo
📌 L’ISIS mira a colpire la posizione nazionale della comunità cristiana in Siria
📌 Le indagini preliminari indicano la presenza di un singolo autore nell’attacco alla chiesa di Mar Elias
📌 L’ISIS ha già tentato di colpire luoghi di culto appartenenti a comunità siriane, ma i suoi piani sono stati sventati dalle forze di sicurezza
📌 L’ISIS cerca di colpire lo Stato e la società siriana per ragioni ideologiche
Ministero dell’Interno siriano:
📌 L’ISIS cerca di colpire lo Stato e la società siriana per ragioni ideologiche
📌 Anche i resti del precedente regime mirano a diffondere il caos in Siria
📌 La questione dell’ISIS è intrecciata a livello intellettuale, sociale ed economico, con la sicurezza come aspetto dominante
📌 L’intelligence generale e il Ministero dell’Interno hanno recentemente effettuato raid nelle cellule dell’ISIS a Damasco e Aleppo
📌 Al momento è impossibile confermare l’identità dell’autore dell’attentato alla chiesa di Mar Elias, e le indagini riveleranno che
📌 L’ISIS tenta di compromettere la pace civile in Siria, e siamo certi che fallirà come nei suoi precedenti tentativi
📌 Ciò che è accaduto ad Al-Duwail’a è stata una violazione della sicurezza, e l’ISIS si muove facilmente per selezionare gli obiettivi
📌 È difficile prevedere il prossimo obiettivo che l’ISIS sta pianificando
La dichiarazione ufficiale del governo siriano:

La Repubblica Araba Siriana condanna l’attacco terroristico che ha preso di mira la Chiesa di Mar Elias a Damasco.
Damasco, 22 giugno 2025 – La Repubblica Araba Siriana condanna con la massima fermezza l’attacco terroristico che ha preso di mira la Chiesa di Mar Elias nel quartiere di Duwayla’a a Damasco, e che è stato perpetrato da un attentatore suicida affiliato all’organizzazione Daesh, secondo le indagini preliminari, causando un numero di vittime e feriti tra i civili innocenti.
Questo atto criminale – che ha preso di mira i membri della comunità cristiana – è un tentativo disperato di colpire la coesistenza nazionale e minare la stabilità, e una risposta dei residui del terrorismo ai continui successi ottenuti dallo Stato e dalla leadership siriana.
Il Ministero degli Affari Esteri e degli Espatriati sottolinea che questo attacco non è solo un’aggressione contro una specifica comunità, ma un’aggressione contro l’intera identità siriana, e la Siria ritiene pienamente responsabili di questo crimine le parti che sostengono l’organizzazione Daesh.
La Siria rinnova il suo appello alla comunità internazionale e al Consiglio di Sicurezza affinché condannino questo attacco e sostengano gli sforzi dello Stato siriano nella lotta al terrorismo e nell’instaurazione della sicurezza e della stabilità.
La Repubblica Araba Siriana porge le più sentite condoglianze alle famiglie delle vittime e augura una pronta guarigione ai feriti, ribadendo che questo orribile crimine non farà altro che aumentare l’unità e la determinazione dei siriani nel costruire una Siria sicura e unita.
Ministero degli Affari Esteri e degli Espatriati della Repubblica Araba Siriana
Domenica 22 giugno 2025 – 26 Dhu al-Hijjah 1446 H.
La versione da parte di gruppi “filo iraniani”:
“L’attentato alla chiesa cristiana vicino a Damasco, è stato rivendicato da un gruppo alleato di Al Jolani.
Saraya Ansar al-Sunna, uno dei gruppi della coalizione dei jihadisti “pragmatici”, ha annunciato la sua responsabilità nell’attacco terroristico nella capitale siriana e promette nuovi attacchi contro la comunità cristiana.
Il governo del jihadista pragmatico Al Jolani, si era affrettato ad incolpare l’ISIS, ma gli autori hanno con orgoglio rivendicato il sanguinoso attentato in una chiesa cristiana, costata al momento 25 morti e 50 feriti.”

Battaglioni Ansar al-Sunnah
Fondazione Al-Adiyat
Oggi, 26 Dhu al-Hijjah 1446 (22 giugno 2025) è stata eseguita un’operazione martirio.
Il fratello Muhammad Zain al-Abidin Abu Uthman ha attaccato le folle di cristiani nella chiesa di Mar Elias (Sant’Elia) nella capitale siriana, Damasco.
Ciò ha provocato l’uccisione di decine di infedeli.
Questo è ciò che ripeteremo fedelmente a Beirut presto.
E il buon esito è per i timorati di Dio.
Il racconto di una fonte siriana:
Un musulmano sunnita di origine pakistana, entrato di domenica nella chiesa durante la messa, si è fatto esplodere causando la morte di almeno 25 persone ed il ferimento di circa 56 persone.
Davanti agli ingressi delle chiese ci sono sempre poliziotti in borghese, ma l’attentatore (forse non riconosciuto) è riuscito ad entrare.
All’interno della chiesa, c’era una famiglia composta da sette giovani i quali l’hanno riconosciuto e hanno provato a fermarlo. L’attentatore è stato atterrato durante la conseguente colluttazione con i giovani, ma è riuscito a ugualmente a premere il pulsante del detonatore collegato all’esplosivo che aveva indosso, portando letalmente a termine le proprie intenzioni.
Di seguito, i video girati all’interno della chiesa dopo l’attentato ed il post condiviso dalla medesima fonte siriana:

Ci hanno confermato che il terrorista che ha aperto il fuoco e si è fatto esplodere all’interno della Chiesa di Mar Elias (Sant’Elia) oggi è la stessa persona che è arrivata nella zona con un’auto.
Giunto diversi mesi fa, i giovani della zona lo hanno riconosciuto e fermato: c’è stato un diverbio tra loro.
Foto dei due terroristi che hanno attaccato la chiesa oggi, uno dei quali di nazionalità pakistana.
L’attentatore citato e l’immagine condivisa trovano riscontro anche su X, dove però il medesimo è descritto diversamente:
Secondo testimoni oculari, si tratta della persona che ha attaccato la chiesa di Damasco.
È affiliato all’Hisbah di Jolani. Organizzano campagne di inviti e pattugliano le strade per far rispettare la sharia. Si dice che in precedenza si fosse recato nella zona della chiesa per campagne di inviti.
Per concludere si può solo constatare come ormai non esistano più i jihadisti di una volta.
Un tempo avrebbero fatto a “gara” per intestarsi o rivendicare il “merito” (a loro avviso), oggi troviamo l’assurdità di attentati senza mandanti e, in un mondo dove l’ultima notizia è ormai un dogma, nessuno sembra più interrogarsi sui fatti realmente accaduti e sui veri responsabili.
Risultato dell’assuefazione alla violenza?
Articolo interessante e ben argomentato.
È straziante dover commentare l’ennesimo atto di violenza contro civili inermi, atti barbarici.
Un elemento che fa riflettere è l’assenza di una rivendicazione esplicita da parte dell’ISIS. È plausibile che il recente cambio di regime a Damasco, con la conseguente perdita di reti di protezione e complicità informali di cui alcuni gruppi armati hanno goduto in passato, stia spingendo le cellule terroristiche a muoversi nell’ombra e a non firmare apertamente le proprie azioni? Quando un’organizzazione non può più contare su appoggi interni o sulla tolleranza di apparati collusi, il silenzio diventa una strategia di sopravvivenza: rivendicare significherebbe esporsi a una risposta immediata e coordinata.
Resta comunque essenziale che il nuovo governo garantisca sicurezza effettiva a tutte le comunità religiose, perché la libertà di culto e la protezione dei luoghi sacri sono il barometro di ogni vera transizione verso la pace civile.