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Brigata Al-Qassam: l’origine del nome

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Izz Al-Din al-Qassam

Figura simbolica della resistenza anticoloniale nel mondo arabo, Izz al-Din al-Qassam nacque nel 1882 a Jabla, un antico centro costiero situato a sud di Latakia, in Siria. All’epoca, nella sua città natale non esistevano istituzioni scolastiche e fu il padre, ‘Abd al-Latif, studioso di legge islamica (sharia), ad occuparsi della sua educazione. Fu lui a trasmettergli le basi del Corano, della lingua araba, della calligrafia, della musica sacra e della poesia religiosa, incoraggiandolo anche, insieme ad altri giovani, ad approfondire il concetto di jihad, inteso come dovere spirituale e politico.

Gli studi

Grazie a questa formazione, al-Qassam si trasferì al Cairo per studiare presso l’università di al-Azhar, uno dei principali centri del sapere islamico. Durante il suo periodo in Egitto, entrò in contatto con i fermenti politici dell’epoca, aderendo alle idee dei movimenti anti-coloniali che si opponevano all’occupazione britannica: si avvicinò in particolare al pensiero di intellettuali riformisti come Muhammad Abduh, influenzato dalla corrente salafita.

L'università di al-Azhar.
L’università di al-Azhar.

Nel 1906 compì un viaggio di studio nelle moschee dell’Impero Ottomano per apprendere nuovi metodi di insegnamento religioso e, tornato a Jabla, riprese l’attività educativa nella scuola fondata dal padre. Cinque anni più tardi, nel 1911, in risposta all’invasione italiana della Libia, organizzò una manifestazione, invitando la popolazione a mobilitarsi contro l’aggressione coloniale.

L’impegno militare

Il suo impegno militante si intensificò nel 1920, quando la Francia occupò la Siria. Al-Qassam organizzò la resistenza nel nord del Paese, vendendo persino la propria abitazione per acquistare armi con cui equipaggiare un piccolo gruppo di combattenti. Le autorità francesi tentarono di corromperlo offrendogli un incarico nella pubblica amministrazione, ma lui rifiutò e fu condannato a morte. Riuscì a sottrarsi alla cattura, trovando rifugio prima a Damasco e successivamente in Palestina, dove si stabilì nella città vecchia di Haifa.

Haifa

A Haifa, al-Qassam si dedicò alle fasce più povere e marginalizzate della popolazione, offrendo lezioni serali gratuite utilizzando il Corano come strumento di alfabetizzazione. Diffondeva anche i principi del jihad tra operai, artigiani, piccoli commercianti e contadini impoveriti che, negli ultimi anni del mandato britannico, avevano perso le loro terre vendute a nuovi proprietari ebrei. In questo contesto, fondò l’Associazione giovanile islamica, un’organizzazione ispirata alla YMCA ma con obiettivi educativi e religiosi legati alla militanza islamica. L’associazione puntava a sensibilizzare i giovani musulmani sull’urgenza del jihad, sui rischi connessi alla presenza britannica in Palestina e sul sostegno che il potere coloniale offriva, direttamente o indirettamente, all’espansione di Israele.

Una foto del mercato di Haifa tra gli anni '20 e '30.
Una foto del mercato di Haifa tra gli anni ’20 e ’30.

Le cellule jihadiste

Nel 1930, quando fu designato giudice presso il tribunale islamico di Haifa, Izz al-Din al-Qassam era già una figura di grande popolarità, apprezzato e stimato da una vasta gamma di palestinesi, indipendentemente dalla loro estrazione sociale. In quel periodo, al-Qassam avviò una rete di incontri clandestini all’interno della propria abitazione, selezionando con attenzione i suoi seguaci tra coloro che frequentavano le sue lezioni religiose ed i sermoni del venerdì in moschea.

Da queste riunioni nacquero piccole cellule jihadiste, riservate a persone disposte a rinunciare a tutto per la causa. Le cellule facevano parte di una più ampia struttura organizzativa, articolata da al-Qassam in vari reparti con funzioni specifiche: uno destinato all’approvvigionamento di armi; un altro responsabile dell’intelligence, incaricato di sorvegliare le attività di britannici ed ebrei; un terzo si occupava dell’addestramento militare; un quarto gestiva la propaganda, la comunicazione e gli appelli alla mobilitazione; infine, un reparto era dedicato all’assistenza dei “martiri”, dei detenuti e delle loro famiglie.

Una volta consolidata, l’organizzazione cominciò a condurre azioni dirette contro gli insediamenti ebraici. Di fronte alla crescente minaccia rappresentata dai suoi gruppi armati, l’amministrazione britannica rispose offrendo ingenti ricompense in denaro ai palestinesi disposti a fornire informazioni che portassero alla cattura dei combattenti.

Il 20 novembre 1935, le forze di polizia britanniche accerchiarono al-Qassam ed i suoi uomini nei pressi del villaggio di Yabud, nella regione di Jenin: supportati da un contingente militare, i poliziotti avanzarono tra gli alberi, dando luogo ad un violento scontro a fuoco. Nell’operazione persero la vita numerosi membri del gruppo, tra cui lo stesso al-Qassam, mentre altri furono catturati.

Il ricordo di Izz al-Din al-Qassam è ancora oggi quanto mai vivo.
Il ricordo di Izz al-Din al-Qassam è ancora oggi quanto mai vivo.

La sua morte, avvenuta in battaglia, suscitò una profonda emozione in tutta la Palestina. Il venerdì successivo, moschee da nord a sud lo commemoravano come un simbolo di resistenza e di sacrificio per la causa nazionale e religiosa, facendo del suo nome un riferimento per le generazioni successive.


Riferimenti bibliografici:

  • Dott.ssa in Scienze Internazionali Diplomatiche, Master in “Religioni e Mediazione culturale” e Master in “Antiterrorismo Internazionale”.
    Esperienze formative maturate presso Radio Vaticana e la Camera dei Deputati.
    Dal 2021 al 2023 membro del Comitato di Direzione della Rivista "Coscienza e Libertà", organo di stampa dell’Associazione Internazionale per la difesa della libertà religiosa (AIDLR).
    Fondatore del blog "Caput Mundi", supervisore sezione "Geopolitica" Nord Africa e Medio Oriente, cura le pubbliche relazioni del sito ed i contatti con l'esterno.
    Redattrice per “Il Talebano” e collaboratrice editoriale presso radio RVS, network hopemedia.it.

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