Musiad Italia: l’associazione che favorì l’accordo Piaggio Aerospace
Piaggio Aerospace, industria italiana e ligure, dal giugno di quest’anno, è ufficialmente di proprietà del gruppo turco Baykar. Un percorso di acquisizione autorizzato dalla presidenza del Consiglio dei ministri, nell’ambito della normativa Golden Power, con un ulteriore riscontro nella partnership tra Baykar e Leonardo. Protagonista della complessa piattaforma di incontri informali e preliminari, momenti istituzionali, pubbliche relazioni, burocrazia, leggi, rapporti con il mondo sindacale, è stata, dalla parte turca, Musiad Italia, associazione degli imprenditori turchi, assimilabile alla Confindustria italiana, il cui presidente è Eller Gokhan, che incontriamo in sede.
Chi è e cosa fa Musiad Italia?
Musiad è l’associazione degli imprenditori turchi, simile alla Confindustria italiana, con 84 sedi in Turchia e circa 100 nel mondo. Io gestisco la sede italiana insieme a diversi associati; siamo in Italia da circa due anni. Organizziamo vari eventi con organizzazioni italiane e manteniamo collegamenti diretti tra la sede centrale turca di Istanbul e l’ufficio italiano. Abbiamo recentemente realizzato diversi eventi, che posso elencare rapidamente. Abbiamo partecipato all’incontro degli industriali a Roma, a cui hanno preso parte anche il presidente Erdogan e la presidente Meloni. Sono arrivati circa 500 tra i più prestigiosi imprenditori turchi, oltre a vari ministri sia della Turchia che dell’Italia. Un ultimo incontro si è svolto a Milano, dove, come Musiat Italia, abbiamo ospitato il ministro turco della Tecnologia, alla presenza di numerosi imprenditori sia turchi sia italiani.
Quali sono le principali sfide per le aziende che intendono investire in Italia, in particolare quelle turche?
La Confederazione degli industriali turchi sta crescendo molto in questo paese. L’Italia è vista come un Paese fratello e un punto solido di riferimento per gli imprenditori turchi. Sono stati avviati rapporti commerciali a Roma che potrebbero raggiungere i 40 miliardi di dollari; attualmente siamo a 32 miliardi. Credo che il problema più significativo sia l’eccessiva burocrazia in Italia, nel senso che, come Confederazione degli industriali turchi, abbiamo un grandissimo numero di investitori che stanno arrivando o che desiderano venire in Italia ma spesso sono scoraggiati anche da questo tipo di difficoltà. Il problema più significativo è quello del visto: quando un imprenditore vuol entrare in Italia per investire, aprire fabbriche e costruire aziende, il suo visto resta bloccato. Questo è un problema che potrebbe essere risolto, ad esempio, attraverso accordi specifici tra i ministeri e la Confederazione turca dell’industria italiana.
Quali sono i progetti futuri tra questo autunno e l’inizio del 2026 in Italia?
Musiad è una realtà in crescita che gode di credibilità nel nostro paese. InTurchia al Musiad abbiamo persone che frequentano la scuola dell’associazione e poi ricoprono ruoli molto importanti nella politica turca. Attualmente, l’attuale ministro del Commercio è il nostro ex presidente di Confindustria. Abbiamo alcuni progetti molto interessanti. Prima di tutto, stiamo dialogando con varie istituzioni, associazioni e ministeri. Abbiamo un piano di collaborazione con il Ministero del Commercio e con il Ministero degli Affari Esteri tra imprenditori turchi e italiani. Vorremmo organizzare anche a Istanbul l’incontro che abbiamo recentemente svolto a Roma; ci stiamo lavorando. Ci sono diversi imprenditori turchi, anche internazionali, della nostra Confederazione dell’industria italiana che vorrebbero investire in Italia, e stiamo cercando il luogo e l’ambiente giusto per attrarre questi investitori, come è accaduto in maniera seria ed efficiente, nel caso di Piaggio Aerospace.