Giornalismo e ComunicazioneReportage

Reportage Africa ExPress: attacchi aerei in Sudan

4.6/5 - (287 votes)

Droni e bombe su Khartoum ma l’aeroporto riapre

Per gentile concessione di Africa-ExPress.info, ripubblichiamo il loro articolo originale

Washington avvia dialoghi indiretti tra RSF e SAF. La guerra uccide civili e peggiora la già grave situazione umanitaria. Nel nord Darfur si continua a morire di fame.

Martedì all’alba, alla vigilia della riapertura dell’aeroporto di Khartoum, capitale del Sudan, droni delle RSF (Rapid Support Forces) hanno ricoperto il cielo, bombardando alcune aree nelle immediate vicinanze dello scalo.

Malgrado il martellamento, mercoledì scorso è atterrato ugualmente il primo aereo civile. Anche giovedì i velivoli senza pilota delle RSF hanno tentato di colpire nuovamente, ma, fortunatamente, sono stati intercettati dalle forze armate sudanesi.

Bombardamenti con droni RFS nelle vicinanze dell’aeroporto di Khartoum.
Bombardamenti con droni RFS nelle vicinanze dell’aeroporto di Khartoum.

L’aeroporto di Khartoum era stato seriamente danneggiato subito dopo l’inizio della guerra civile nell’aprile 2023 tra Rapid Support Forces (RFS), il cui leader è Mohamed Dagalo, meglio noto come Hemetti, e l’esercito regolare (SAF), capeggiato da Abdel Fattah Abdelrahman al-Burhan, capo del Consiglio sovrano e de facto presidente del Sudan.

Voli interni

E finalmente mercoledì lo scalo ha riaperto i battenti almeno per i voli interni. La decisione è stata presa dal governo sudanese che, nella scorsa primavera, ha riconquistato il controllo di tutta la regione, capitale e aree adiacenti comprese.

Oltre 800.000 persone sono già ritornate a Khartoum. In città il governo ha avviato una vasta campagna di ricostruzione, per permettere il rientro dei funzionari pubblici da Port Sudan, sul Mar Rosso, dove sono stati trasferiti gli uffici governativi.

Capitale ammasso di rovine

Molte zone della capitale sono ancora un ammasso di rovine e milioni di persone sono costrette a convivere con interruzioni di corrente continue.

Sudan: Khartoum tutta da ricostruire.
Sudan: Khartoum tutta da ricostruire.

Le due fazioni si affrontano con droni di ultima generazione. I paramilitari sono in possesso di velivoli a pilotaggio remoto kamikaze FH-95 di fabbricazione cinese. I mezzi senza pilota vengono lanciati dalla base di Nyala, nel Darfur meridionale, zona sotto controllo dei ribelli. Questi droni e altre armi cinesi, sarebbero stati forniti dal principale sostenitore della RSF, gli Emirati Arabi Uniti (EAU), sostegno che Abu Dhabi ha sempre negato.

Guerra dei droni

SAF, invece, si avvale di droni turchi Bayraktar TB2 e Akinci, forniti da Ankara. Ma, secondo l’Africa Defense Forum, SAF ha schierato anche un aereo senza pilota, il Safaroog, di produzione locale dotato di tecnologia anti-jamming e con un’autonomia di 600 chilometri. Il Safaroog ha capacità di ricognizione, ma è stato progettato come mezzo d’attacco a senso unico (OWA).

A metà mese un altro attacco con droni delle RFS ha ucciso almeno una sessantina di residenti a el-Fasher, capoluogo del Nord-Darfur e pochi giorni dopo SAF ha bombardato il Nord-Kordofan, ammazzando 18 civili.

Proprio ieri, Radhouane Nouicer, l’esperto designato dalle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani in Sudan, ha lanciato l’allarme sul forte aumento degli attacchi con droni da parte di entrambe le fazioni in guerra.

Secondo l’esperto, l’utilizzo degli UAV (velivoli senza pilota) ha conseguenze devastanti per i civili in tutto il Paese, aggravando, inoltre, ulteriormente la crisi umanitaria. Nouicer ha poi sottolineato: “Prendere di mira i civili e le infrastrutture costituisce una grave violazione del diritto umanitario internazionale”.

Colloqui indiretti a Washington

Intanto, secondo un funzionario del dipartimento di Stato americano, sarebbero in corso dialoghi indiretti a Washington tra rappresentanti di SAF e RFS. Il condizionale è d’obbligo, visto che il governo sudanese ha negato giovedì scorso lo svolgimento di negoziati diretti o indiretti, definendo la notizia del tutto infondata. Mentre RFS non ha rilasciato alcuna dichiarazione ufficiale in tal senso.

Tuttavia fonti ben informate hanno riferito a Sudan Tribune e a altri media che nella capitale statunitense sarebbero in corso colloqui indiretti. Hanno spiegato ai reporter che le discussioni sono indirizzate a stabilire misure per una tregua umanitaria e per far ritornare le due fazioni al tavolo delle trattative a Gedda.

Carestia

E naturalmente in Sudan si continua a morire anche di fame. La situazione è particolarmente drammatica nel Nord-Darfur, dove il capoluogo el-Fasher è sotto assedio delle RFS da oltre 18 mesi. Migliaia di bambini rischiano di morire di stenti, nella città non è rimasto più nulla da mettere sotto i denti perché i convogli con aiuti umanitari sono bloccati da mesi. Gli ospedali non funzionano più e anche i piccoli affetti da malnutrizione acuta grave sono rimasti senza alcuna terapia salvavita.

Secondo quanto riportato da Sudan Doctors Network (organismo professionale che riunisce tutti i medici del Sudan), nel capoluogo del Nord-Darfur ogni giorno muoiono almeno 3 bambini per fame.

L’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), l’agenzia per i rifugiati UNHCR, l’organizzazione per l’infanzia UNICEF e il Programma Alimentare Mondiale (PAM) hanno dichiarato che i loro rappresentanti nel Paese hanno descritto situazioni terribili non solo in Darfur. Le agenzie ONU hanno sottolineato che i casi di malnutrizione sono in forte aumento.

Sudan: Khartoum tutta da ricostruire.
Civili in fuga da El-Fasher, capoluogo del Nord-Darfur.

Una settimana fa oltre 800 persone sono arrivate nel campo di Tawila. Medici senza Frontiere MFS), che opera nel campo per sfollati, ha subito preso in carico i nuovi arrivati, alcuni in condizioni particolarmente critiche. “Molti presentavano ferite gravi e parecchi piccoli risultavano affetti da malnutrizione acuta grave”, ha spiegato, Mouna Hanebali, responsabile dell’attività medica dell’organizzazione francese.

Ti è piaciuto questo articolo? Apprezzi i contenuti di "Caput Mundi"? Allora sostienici!
Condividi:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *