Giornalismo e ComunicazioneReportage

Reportage Africa ExPress: Camerun, disordini post elezioni

4.7/5 - (270 votes)

Contestata la rielezione di Paul Biya, disordini in molte città

Per gentile concessione di Africa-ExPress.info, ripubblichiamo il loro articolo originale

Il candidato dell’opposizione, Issa Tchiroma Bakary, arrivato secondo, lancia accuse di brogli. Morti, feriti, arresti, saccheggi, beni pubblici e privati distrutti. Il Paese è paralizzato: chiuse gran parte delle aziende. Anche gli autotrasportatori fermi.

Paul Biya ce l’ha fatta anche stavolta. Un déjà vu per l’ottava volta. Il Consiglio costituzionale del Camerun lo ha proclamato presidente con il 53,66 per cento delle preferenze. Il maggior leader all’opposizione, Issa Tchiroma Bakary, si è fermato al 31,3 per cento, scrutinio ovviamente contestato dall’oppositore.

Paul Biya, l’eterno presidente del Camerun.
Paul Biya, l’eterno presidente del Camerun.

Il 92enne, il leader più anziano al mondo, è alla guida del Paese dal 1982 e non ha mai perso nessuna elezione.

Oppositore reclama vittoria

Ma l’ennesima rielezione di Biya non è stata accolta di buon grado nel suo Paese. Il 78enne Tchiroma, arrivato secondo alla tornata elettorale è furioso. Già ben prima dei risultati ufficiali si era autoproclamato vincitore, e, benché fosse stato vietato dal governo, ha continuato a pubblicare i risultati di diversi seggi elettorali per giustificare la propria vittoria.

Fino a pochi mesi fa nessuno avrebbe mai immaginato che Tchiroma avrebbe girato le spalle a Biya, in quanto era ministro del Lavoro e della Formazione Professionale e considerato molto vicino al presidente. Ha lasciato il ministero solamente a giugno per candidarsi alle presidenziali.

FSNC segnala brogli elettorali

Il partito di Tchiroma Bakary, Front pour le Salut National du Cameroun (FSNC) contesta i risultati e urla a brogli elettorali. Secondo FSNC i verbali delle regioni EST e Sud-Ovest presenterebbero delle irregolarità.

Idriss Tchiroma Bakary, arrivato secondo alle presidenziali, contesta vittoria di Paul Biya.
Idriss Tchiroma Bakary, arrivato secondo alle presidenziali, contesta vittoria di Paul Biya.

Il rappresentante di Tchiroma, ha sostenuto che l’affluenza alle urne sarebbe stata molto alta in queste regioni rispetto alle altre. Tuttavia, il divario di voti a favore di Rassemblement Démocratique du Peuple Camerounais (RDPC), il partito di Paul Biya, sarebbe piuttosto significativo. Ed è ciò che ha portato il FSNC a parlare di irregolarità e frodi. Ovviamente la Commissione nazionale nega qualsiasi irregolarità.

Manifestazioni: morti e arresti

Dopo la proclamazione della vittoria di Biya, in alcune città, come a Garoua (provincia del Nord), roccaforte di Tchiroma Bekary, ma soprattutto a Douala (capitale economica del Paese, sul Golfo di Guinea) manifestanti sono scesi nelle strade e nelle piazze per contestare la sua rielezione. Repressione a tutto campo delle forze dell’ordine: parecchi morti e centinaia di giovani sono stati arrestati.

Proteste in Camerun: morti, feriti, arresti e danni materiali a beni pubblici e privati.
Proteste in Camerun: morti, feriti, arresti e danni materiali a beni pubblici e privati.

Martedì Paul Atanga Nji, ministro dell’Amministrazione territoriale durante una conferenza stampa ha dichiarato: “Le manifestazioni illegali hanno causato la perdita di vite umane e la distruzione di beni pubblici e privati”. E ha poi aggiunto che Tchiroma Bakary sarà processato per aver dichiarato unilateralmente la sua vittoria alle elezioni ben prima dei risultati ufficiali e per aver organizzato manifestazioni “illegali” che hanno causato perdite di vite umane.

ONU e UE appello alla moderazione

Intanto le Nazioni Unite, l’Unione Europea e alcune ONG come Human Rights Watch e International Crisis Group hanno lanciato appelli alla moderazione, alla liberazione delle persone arrestate e al dialogo per evitare l’aggravarsi della situazione.

L’economia del Paese è in stallo. Molte imprese sono chiuse da lunedì scorso e anche gran parte dei mezzi di trasporto sono fermi, soprattutto quelli con sede nel nord del Paese perchè temono di mettersi in viaggio per problemi di sicurezza.

Ti è piaciuto questo articolo? Apprezzi i contenuti di "Caput Mundi"? Allora sostienici!
Condividi:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *