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Reportage Africa ExPress: Tanzania

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Morti, feriti, rapimenti e sparizioni: la Tanzania riconferma con un plebiscito la sua presidente

Per gentile concessione di Africa-ExPress.info, ripubblichiamo il loro articolo originale

Vietata la partecipazione alle elezioni del partito d’opposizione, il cui leader, Tundu Lissu, è stato arrestato e rischia la pena di morte per tradimento.

Violenze, arresti, sparizioni, morti (pare almeno 700) e feriti hanno segnato le elezioni presidenziali che si sono tenute mercoledì scorso in Tanzania e che hanno visto la presidente uscente sessantacinquenne Samia Suluhu Hassan riconfermata con 31,9 milioni di voti pari al 97,66 per cento.

Dal giorno delle elezioni le autorità hanno imposto il coprifuoco a livello nazionale e limitato l’accesso a Internet. Molti voli internazionali sono stati cancellati e le operazioni al porto di Dar es Salaam, hub per le importazioni di carburante e le esportazioni di metalli estratti nella regione, sono state interrotte.

Si ribadisce azzeccatissimo e attuale l’adagio dell’allora presidente del Gabon, Omar Bongo Ondimba, presidente/dittatore per 42 anni (dal 1967 al 2009). Durante un’intervista a Libreville, la capitale del Paese alla richiesta di sapere se la sua sopravvivenza politica fosse dovuta a trucchi utilizzati durante le elezioni, rivelò candidamente: “I brogli si fanno prima, non nelle urne”.

La presidente tanzaniana Samia Suluhu Hassan.
La presidente tanzaniana Samia Suluhu Hassan.

Infatti, per escludere il suo oppositore dalla competizione elettorale, Bongo Ondimba aveva chiuso l’aeroporto e gli aveva così impedito di arrivare in tempo a registrarsi come candidato alla presidenza.

Repressione cominciata in aprile

Così, Samia Suluhu Hassan dall’aprile scorso ha cominciato ad arrestare i suoi oppositori e ha fatto escludere dalla competizione elettorale già fissata per il 29 ottobre, Chadema, il principale e storico partito di opposizione.

Il motivo è semplice, non aveva sottoscritto un codice di condotta entro le scadenza stabilita. Tutto regolare e democratico dunque, ma solo formalmente. Un “Metodo Bongo” affinato ma altrettanto efficace che si può definire “Metodo Samia”.

Ovviamente la decisione ha infiammato ancora di più gli animi già tesi dopo l’arresto del leader di Chadema e candidato in pectore dell’opposizione, il popolarissimo Tundu Lissu, accusato di tradimento. Imputazione che prevede la pena di morte.

Tutto pianificato

Tutto è stato pianificato per garantire la vittoria del Chama Cha Mapinduzi (CCM, il partito al potere) e della presidente Samia Suluhu Hassan, attraverso frodi, come in passato.

Tutta la settimana la Tanzania è stata scossa da violente proteste di piazza. I manifestanti hanno strappato gli striscioni di Samia Suluhu Hassan e dato fuoco a edifici governativi, mentre la polizia ha risposto con gas lacrimogeni e colpi di arma da fuoco.

Proteste e manifestazioni in Tanzania.
Proteste e manifestazioni in Tanzania.

“I morti – secondo fonti dell’opposizione contattate da Africa ExPress – potrebbero arrivare a quota 700. I militari che sono venuti in aiuto del presidente tanzaniano per uccidere i manifestanti non sono membri dell’esercito tanzaniano, ma di quello ugandese. Non si tratterebbe di mercenari nel senso tradizionale del termine, ma – continua l’opposizione – la Tanzania ha pagato l’Uganda per ottenere l’aiuto di alcune unità del suo esercito”.

Arresti da parte delle forze dell'ordine.
Arresti da parte delle forze dell’ordine.

Secondo un portavoce dell’opposizione tanzaniana, sentito dalla BBC, della squadra di teppisti anti-Gen Z, che ha sparato ai passanti da auto senza contrassegni facevano parte militari ugandesi.

Accadde a Nairobi

Qualcosa di molto simile è accaduta a Nairobi il 7 luglio, quando sono stati colpiti a caso alcuni giovani della Gen-Z che protestavano contro il governo.

La forza e la potenza dei dimostranti in Tanzania sta preoccupando gli altri governi dell’Africa orientale, Uganda (dove sono previste elezioni presidenziali il 15 gennaio 2026) e Kenya (10 agosto 2027).

Muhoozi Kainerugaba, figlio del presidente ugandese Yoweri Museveni e capo delle forze di difesa dell’Uganda.
Muhoozi Kainerugaba, figlio del presidente ugandese Yoweri Museveni e capo delle forze di difesa dell’Uganda.

Il cinquantunenne generale, Muhoozi Kainerugaba, figlio dell’eterno presidente dell’Uganda, Yoweri Museveni, ha scritto sul suo account ufficiale X facendo riferimento alle proteste di qualche mese fa in Kenya: “Vedo che il virus keniota si è trasmesso alla Tanzania. Gli ugandesi non dovrebbero prendere spunto dalle idee sciocche dei nostri vicini. La struttura di sicurezza qui è rigida e spietata”.

Monito severo

Le sua osservazioni sembrano essere un severo avvertimento che le autorità di Kampala non tollereranno alcun tentativo di replicare tali movimenti all’interno dei propri confini.

A conferma che le proteste in Tanzania sono particolarmente dure, molti testimoni hanno raccontato di generalizzate irregolarità avvalorate da osservatori indipendenti. Le organizzazioni per i diritti umani hanno protestato per gli arresti e i rapimenti diffusi di oppositori.

In un discorso tenuto nella capitale amministrativa Dodoma, dopo essere stata certificata come vincitrice, Samia Suluhu Hasan ha affermato che le azioni dei manifestanti non erano “né responsabili né patriottiche”.

“Quando si tratta della sicurezza della Tanzania, non c’è dibattito: dobbiamo utilizzare tutti i mezzi disponibili per garantire che il Paese rimanga tranquillo”, ha affermato.

Anche le Nazioni Unite hanno denunciato il clima di violenza e citando fonti affidabili hanno indicato che almeno 10 persone sono state uccise in tre città.

Segretario generale dell’ONU

Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, in una dichiarazione del suo portavoce, ha chiesto “un’indagine approfondita e imparziale su tutte le accuse di uso eccessivo della forza” e ha deplorato la perdita di vite umane.

Il governo dal canto suo ha negato il bilancio dei morti fornito dall’opposizione definendolo “estremamente esagerato” e ha respinto le critiche sulla situazione dei diritti umani. Africa ExPress non ha potuto verificare in modo indipendente il numero delle vittime.

Il ministro degli Esteri tanzaniano Mahmoud Thabit Kombo ha negato che i servizi di sicurezza abbiamo usato una forza eccessiva: “Si è trattato solo di pochissimi piccoli episodi causati da elementi criminali”, ha dichiarato indignato.

Secondo la commissione elettorale l’affluenza alle urne ha sfiorato l’87 per cento dei 37,6 milioni di elettori registrati nel Paese, un dato che ha suscitato perplessità tra i critici del governo. Il predecessore di Samia Suluhu, John Magufuli, ha vinto le elezioni del 2020 con soli 12,5 milioni di preferenze, con una partecipazione al voto di 15 milioni di persone.

Bassa affluenza alle urne

Secondo alcuni testimoni sentiti da Africa ExPress l’affluenza alle urne è stata bassa e alcuni seggi elettorali sono stati interrotti dalle proteste.

Nel 2021 Samia Suluhu è subentrata a John Magafuli, ex professore di chimica, feroce negazionista della pandemia da coronavirus, morto ufficialmente per problemi al cuore, ma probabilmente di covid-19.

All’inizio del suo mandato aveva allentato la repressione del governo, ma più recentemente aveva ristretto le maglie e usato il pugno di ferro della repressione: sparizione degli oppositori, chiusura dei giornali e limitazione delle libertà democratiche.

L’anno scorso ha dichiarato di aver ordinato un’indagine sulle segnalazioni di rapimenti, ma i risultati ufficiali non sono mai stati resi noti.

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