Reportage Africa ExPress: Congo-K, illusione o realtà?
Ennesimo accordo per arrivare alla pace.
Per gentile concessione di Africa-ExPress.info, ripubblichiamo il loro articolo originale
Dopo mesi di trattative, il governo di Kinshasa e il gruppo politico-militare M23/AFC hanno finalmente siglato un nuovo accordo di massima per tracciare le varie fasi che dovrebbero (il condizionale è d’obbligo) portare la pace nell’est della Repubblica Democratica del Congo.
Hanno già provato varie volte senza successo. Gli interessi in gioco sono parecchi e ingenti. Dietro alle forze in campo (governo e ribelli), che fungono da attori sul palcoscenico, ci sono i registi e i burattinai. Stati Uniti, Russia, Cina ma anche Europa (divisa, come al solito, in tanti rivoli in lite tra loro) e Paesi minori diciamo”debuttanti” come Sudafrica e India. Ognuno gioca la sua partita grande o piccola che sia.
In questa gran confusione non è facile trovare una quadra. C’è sempre qualcuno scontento che protesta e imbraccia il fucile.

In questo scenario (sconfortante e inquietante) si deve collocare l’ultimo documento firmato sabato scorso a Doha da Sumbu Sita Mambu, alto rappresentante del presidente del Congo-K, Felix Tshisekedi, e Benjamin Mbonimpa, segretario esecutivo dei ribelli dell’M23. Alla cerimonia hanno assistito il mediatore qatariota e facilitatori di Washington e dell’Unione Africana.
Il gruppo armato M23 prende il nome da un accordo firmato il 23 marzo 2009 dal governo del Congo-K e da un’ex milizia filo-tutsi. La formazione ha ripreso le ostilità nel primo trimestre del 2022 ed è sostenuta dal vicino Ruanda. L’M23 fa parte di una coalizione politico militare più grande l’ Alleanza del Fiume Congo, fondata il 15 dicembre 2023 in Kenya della quale fanno parte diversi gruppi minori.
Migliaia di morti in 3 anni
Questo accordo quadro non cambierà immediatamente l’attuale situazione nel Paese. Il documento detta le “regole del gioco” per arrivare a un patto di pace, per porre fine ai combattimenti tra le parti nell’est della ex colonia belga. Gli scontri tra M23/AFC e l’esercito congolese, ripresi all’inizio del 2022, hanno causato migliaia di morti e costretto a decine di migliaia di persone a fuggire dalle proprie case.
L’atto riprende anche due protocolli già siglati durante le lunghe trattative: quello relativo al meccanismo di verifica del cessate il fuoco e quello riguardante allo scambio dei prigionieri.
Colloqui proseguiranno
Nel documento non sono presenti clausole vincolanti, viene precisato che le discussioni devono proseguire, ad esempio, per ripristinare l’autorità dello Stato nelle zone ora sotto controllo di M23/AFC. Va ricordato che dall’inizio dell’anno i ribelli, sostenuti da Kigali, hanno occupato i capoluoghi del Nord Kivu, Goma, e del Sud Kivu, Bukavu.

Altre questioni da affrontare durante i prossimi colloqui, che dovrebbero riprendere tra due settimane, sono il ritorno degli sfollati e rifugiati che hanno chiesto protezione nei Paesi limitrofi. Le parti dovranno affrontare anche problemi riguardanti la sicurezza, l’accesso agli aiuti umanitari e quello relativo alla riconciliazione. Cioè quasi tutto.
Via per la pace lunga
Un responsabile di M23/AFC ha confessato ai reporter di RFI che l’attuazione dei primi protocolli firmati non è ancora effettiva. “La strada da percorrere sarà ancora lunga”, ha poi aggiunto.
Mohammed bin Abdulaziz Al-Khulaifi, ministro degli Esteri del Qatar, ha affermato che l’ultimo accordo rafforza il processo volto a “trovare soluzioni pacifiche attraverso il dialogo e la comprensione” per ristabilire la calma nella Repubblica Democratica del Congo.
Boulos cauto
Mentre Massad Boulos, consigliere per l’Africa della Casa Bianca, ritiene che il documento siglato sabato scorso, sia il primo passo verso un accordo di pace definitivo che dovrà essere costruito sulla base di nuovi negoziati.




