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Reportage Africa Express: i mercenari in Mali

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Arrivano mercenari eredi di Wagner, siglato nuovo accordo militare a Mosca.

Per gentile concessione di Africa-ExPress.info, ripubblichiamo il loro articolo originale

La giunta militare non è riuscita a risolvere l’insicurezza in gran parte del Paese. JNIM e EIGS seminano terrore ovunque, malgrado la presenza degli irregolari. Putin vuole rafforzare la penetrazione nel continente anche grazie al nuovo contingente Africa Corps, controllato direttamente dal Cremlino.

Il golpista maliano, Assimi Goïta, leader della giunta militare di transizione e de facto capo di Stato della ex colonia francese, è stato ricevuto con tutti gli onori a Mosca dal suo omologo russo, Vladimir Putin, una settimana fa.

Secondo alcuni media, l’aereo che ha portato Goïta e la sua delegazione in Russia, sarebbe stato addirittura noleggiato dalle autorità di Mosca, che vuole assolutamente rafforzare la sua presenza in Africa. Va sottolineato che a maggio anche Ibrahim Traoré, presidente putschista del Burkina Faso, è stato ricevuto da Putin.

Assimi Goïta, presidente del Mali, ricevuto dal suo omologo russo, Vladimir Putin a Mosca

Entrambe le visite, quella di Traoré prima, quella di Goïta poi, erano volte a ampliare la cooperazione tra Mosca e i due Paesi del Sahel, soprattutto in materia di difesa e sicurezza. Ma non solo. Putin ha sottolineato durante i colloqui con il suo omologo maliano che ci sono buone prospettive di collaborazione anche in altri settori, riguardanti le “risorse naturali, l’energia e la logistica”.

Pressioni non gradite

La giunta maliana aveva chiesto aiuto a Wagner e alla Russia dopo aver cacciato i francesi e altri partner occidentali perché, secondo quanto riferito ai reporter di al Jazeera da Flore Berger, analista senior dell’Osservatorio del Nord Africa e del Sahel di Global Initiative, “Nonostante anni di aiuti, la situazione della sicurezza non era migliorata”.

Inoltre, “i Paesi occidentali continuavano a fare pressioni su Bamako affinché tornassero al governo civile e organizzassero elezioni. La Russia, attraverso Wagner, invece, ha offerto il suo sostegno senza tutte queste condizioni. È stata vista come un partner più rispettoso e affidabile che non avrebbe interferito nelle loro scelte politiche”, ha specificato l’analista.

Africa Corps, gli eredi di Wagner

Solo pochi giorni fa i mercenari di Wagner – anche se la loro presenza è sempre stata negata dal de facto presidente del Mali – sono stati rimpatriati nella Federazione Russa. E pare che nuovi soldati di ventura di Africa Corps di Mosca li abbiano già rimpiazzati a Bamako. Combatteranno accanto ai militari dell’esercito maliano (FAMa) come lo hanno fatto i miliziani di Wagner. Il nuovo contingente russo sarà direttamente controllato dal ministero della Difesa del governo di Putin. In sostanza, sono mercenari che hanno cambiato solo la divisa. Anzi, meglio solamente lo scudetto sul braccio.

Creazione del Cremlino

Africa Corps è un’organizzazione creata dal Cremlino e, secondo alcuni osservatori saranno attivi più che mai in parecchi Paesi africani, non solamente negli Stati AES (Alleanza degli Stati del Sahel, Burkina Faso, Niger e Mali). Sono già attivi in Libia e Guinea Equatoriale.

E’ ancora da chiarire cosa succederà nella Repubblica Centrafricana, dove gli uomini di Wagner sono scesi in campo da parecchi anni. Non si esclude che i mercenari del gruppo fondato da Yevgeny Prigozhin, morto nell’agosto 2023, attualmente ancora presenti nel CAR, saranno integrati nel nuovo contingente.

Lo scorso gennaio, in occasione dell’ultimo incontro con Faustin-Archange Touadéra, presidente del Centrafrica, Putin aveva fatto sapere che intende continuare la collaborazione militare/sicurezza con BanguiFinora non sono trapelati ulteriori dettagli. Attualmente il leader centrafricano è ricoverato a Bruxelles. E’ stato evacuato con la massima urgenza con un volo sanitario il 21 giugno scorso.

Collaborazione militare

Con l’arrivo dei “nuovi mercenari” dell’Africa Corps, il ministro della Difesa di Bamako, Sadio Camara, ha incontrato il suo omologo russo, Andrei Belooussov, per ufficializzare la nuova collaborazione militare.

Intanto però le aggressioni dei jihadisti in Mali e in tutto il Sahel non si placano. Nelle ultime settimane i terroristi hanno attaccato tre campi militari maliani. Hanno aggredito anche la città di Timbuktu e hanno piazzato un ordigno esplosivo artigianale in un campo di addestramento maliano-wagneriano appena fuori dalla capitale Bamako.

I mercenari russi sono stati accusati di aver deliberatamente ucciso e fatto sparire dei civili durante le loro campagna contro i terroristi.

Forti, grazie ai russi

“La presenza russa ha aiutato la giunta a rimanere al potere e ad apparire forte, ma non ha risolto i problemi di sicurezza reali e ha portato a un maggiore isolamento dall’Occidente e dagli aiuti internazionali”, ha aggiunto infine la Berger.

Da tempo Bamako considera i tuareg dell’Azawad terroristi come i jihadisti di JNIM (Gruppo di Sostegno dell’Islam e dei Musulmani, legato ad al-Qaeda) e quelli EIGS (Stato Islamico del Grande Sahara). Con la differenza sostanziale però, che questi ribelli combattono per la propria libertà e non per conquistare e occupare nuovi territori.

Annullato accordo con i tuareg

Nel 2020, da quando i golpisti, hanno preso il potere, il monitoraggio dell’accordo di pace, tra i ribelli dell’Azawad e Bamako è praticamente stato bloccato. Inoltre il ritiro dell’operazione francese Barkhane e la partenza dei caschi blu di MINUSMA (missione di pace delle Nazioni Unite in Mali), hanno risvegliato le ostilità. Nel gennaio 2024 la giunta militare al potere ha annullato il trattato di Algeri stipulato nel 2015 tra il governo di Bamako e i gruppi indipendentisti attivi per lo più nel nord del Paese.

Ucraini in campo 

FAMa e i suoi alleati russi si concentrano soprattutto a dare la caccia ai tuareg, che l’anno scorso, durante la battaglia di Tinzaouatène, grazie a informazioni ricevute da GUR (servizio di sicurezza ucraino), hanno ucciso anche molti mercenari russi, oltre a soldati maliani.

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