Norvegia
Perché la Norvegia?
Ci sono al mondo dei luoghi di cui non ti stanchi mai. La loro bellezza e il loro fascino sono tali che li vedi e li rivedresti più e più volte.
Per me, uno di questi luoghi è la costa atlantica della Norvegia.
Il viaggio con la nave postale da Bergen a Kirkenes, e viceversa, è considerato, non a caso, uno dei più belli del mondo; ma non è solamente un’esperienza turistica, le navi delle due compagnie (la “storica” Hurtigruten e la recentissima concorrente Havila) svolgono una funzione sociale ed economica collegando nel loro incessante cabotaggio località difficilmente raggiungibili altrimenti.
Scandinavia o Nord?
Per capire l’importanza di questo viaggio bisogna pensare alla geografia dei posti. Noi mediterranei tendiamo a confondere i diversi Paesi a metterli tutti insieme in un Nord generico, etichettato come Scandinavia. La questione è molto più complicata, perché a seconda dell’aspetto geografico o linguistico cambiano le appartenenze. Scandinavia, o meglio: Penisola Finno-Scandinà va, è la parte continentale che comprende Norvegia, Svezia e Finlandia, quindi Islanda e Danimarca ne sono escluse.
Però, da un punto di vista linguistico la Finlandia non è scandinà va, perché il finnico appartiene a un ceppo a sé stante; mentre in Svezia, Norvegia, Islanda e Danimarca si parlano delle lingue derivate dall’antico Norreno un idioma germanico. Quindi, per mettere fine alla confusione, si è adattato un termine generico di “Norden” che comprende tutti, in tutti i sensi.
Anche dal punto di vista della geografia fisica i vari paesi sono molto differenti l’uno dall’altro.
La Finlandia è tendenzialmente piatta al sud coperta da boschi di betulla e puntellata da oltre 180’000 laghi (oltre a pozze d’acqua minori non calcolate) e con montagne non molto alte verso nord. La Svezia ha un territorio montuoso lungo la dorsale occidentale al confine con la Norvegia, ospita le città più importanti e storiche e ha un territorio boscoso. La Danimarca è piatta (il rilievo più alto, il Møllehøj misura 170 metri!), o meglio è un continuo saliscendi di dossi spesso sferzati dal vento. L’Islanda è un meraviglioso altopiano selvaggio di roccia vulcanica continuamente modellato dal fuoco, dal vento e dall’acqua.
La Norvegia è il Paese con la maggiore varietà di paesaggi.
Colline e prati al sud, montagne che precipitano nei fiordi al centro-nord e un altopiano roccioso e brullo nell’estremo settentrione. La geografia influenza sempre la storia e l’etnologia così, al sud troviamo la capitale, Oslo e la maggior parte dei 5,5milioni di abitanti del Paese, mentre man mano che si sale verso nord le città diventano sempre più rare e collocate praticamente solo sulle sponde dell’Oceano Atlantico: del Mare del Nord e ancora, dopo Hammerfest, del Mar di Barents.
Investimenti ingenti
La scoperta dei grandi giacimenti petroliferi e di gas ha portato alla Norvegia una grande ricchezza che, saggiamente, è stata investita in opere pubbliche. Così sono state costruite nuove strade e ponti; scavate gallerie dappertutto per facilitare i collegamenti. Per esempio, se non ci fossero traghetti, ponti e gallerie, il percorso lungo la strada costiera da Kirkenes a Oslo sarebbe di oltre 3’000 chilometri, seguendo lo zigzagare dei fiordi. Uno zelo costruttivo che talvolta ha suscitato polemiche, come un ponte alle isole Lofoten costato parecchi milioni di corone per collegare un’isoletta di 200 abitanti all’isola principale. È stato calcolato che sarebbe stato più economico per le casse del Regno regalare un motoscafo a ogni famiglia residente.
Comunque sia, ogni opera pubblica è stata pensata per inserirsi nell’ambiente nel modo più indolore e la cura e l’attenzione all’ambiente e alla persona si vede nelle gallerie, alcune molto lunghe, fino a 20 e più chilometri, che non sono mai rettilinee ma seguono una linea ondulata, per evitare violente correnti d’aria e per mantenere sempre viva la concentrazione di chi guida.
Come godersi il viaggio
I’ideale sarebbe salire da Bergen a Kirkenes in nave e ridiscendere con un camper a noleggio ma, vuoi per i tempi, vuoi per i (notevoli) costi non è alla portata di tutti.
La motivazione di questa ipotesi di viaggio è che dalla nave vedi alcune cose e fai certe esperienze che integri con il tragitto terrestre. In Norvegia (come in tutto il Nord) vige l’Allemannsretten”, un’antica consuetudine e legge dal 1957, il “Diritto comune” che permette a chiunque il campeggio libero nella natura. La legge permette di piantare una tenda per la notte o dormire sotto le stelle ovunque nelle campagne, foreste o montagne, a patto di mantenere almeno 150 metri di distanza dalla casa o chalet abitato più vicino. Questo vale anche per van, roulotte e camper che hanno a disposizione aree apposite dove svuotare i wc chimici e rifornirsi di acqua.
Quindi l’opzione camper è sicuramente da tenere in considerazione per la libertà di potersi fermare nei punti più panoramici, come la famosa Atlanterhavsveien, la Strada costiera dell’Atlantico: otto chilometri tra Kristiansund e Molde con otto isole collegate da otto ponti, il più famoso dei quali è quello sullo Storseisundet. Strada amatissima dai motociclisti, tanto bella quanto pericolosa in caso di maltempo, per il vento e le mareggiate.
Dalla nave, invece si vedono lo sviluppo costiero e si entra nei fiordi, queste profonde fenditure della costa lasciate dal disgelo dei ghiacciai Il consiglio, se volete veramente vederli, è di non lasciarsi incantare dalle pubblicità delle crociere sulle mega-navi, Queste possono entrare e manovrare solamente in pochi punti e certamente non nei fiordi più belli come, per esempio il Trollfjord. È un fiordo atipico, di forma circolare e con il pendio che arriva abbastanza dolcemente al mare. È il regno dell’aquila di mare che si avvista facilmente mentre volteggia in cerca di pesci. Per arrivarci, la nave deve passare da un canale lungo e stretto, solo un centinaio di metri tra due pareti rocciose a picco e ci vuole un comandante esperto e abile per manovrare, i così poco spazio, come per zigzagare – letteralmente – tra scogli e isolette tra la terraferma e le isole delle Lofoten.
Un limite della crociera sul postale è che le soste ai porti sono piuttosto brevi, alcune solo il tempo di sbarcare passeggeri e merci.
Anche se a bordo organizzano escursioni nei punti più interessanti, come Capo Nord, ll giro alla scoperta delle Isole Vesteralen e Lofoten o a Torghatten (la montagna forata) c’è poco tempo per visitare le città più importanti. Che poi sono due: Tromsø, la “Capitale dell’Artico”, di antica origine vichinga e oggi vera e bella città di circa 70’000 abitanti con tanto di università , e il birrificio più settentrionale al mondo! e Trondheim, la prima capitale della Norvegia medioevale, con la splendida cattedrale di Nidaros più antica del Regno, il suo bel centro storico di Bakklandet e i suoi due ristoranti stellati Michelin.
Bergen è il capolinea del viaggio e possiamo inserire anche lei tra le città dell’Hurtigruten. È la seconda città del Regno, famosa per il Bryggen, la sfilza di casette di legno, gli antichi magazzini del VÃ¥gen, il vecchio porto, ricostruita perfettamente e utilizzando le tecnologie e gli attrezzi dell’epoca dopo l’ultimo grande incendio nel 1957, cosa che le è valsa l’iscrizione nel patrimonio Unesco. Bergen è una bella città , elegante nel suo centro storico che si vede bene dall’alto con la funicolare del Fløyen. Chi vuole può assaggiare la carne di balena al Fisketorget, il mercato del pesce proprio sul VÃ¥gen.
Capo Nord, sì o no?
“Capo Nord è un confine mentale!” Questa frase mi fu detta una quarantina di anni fa da un viaggiatore, uno psicologo genovese, la prima volta che vi andavo nelle vesti di accompagnatore di un gruppo di turisti. In questi anni non ho mai capito bene cosa intendesse, però di certo giungere a destinazione, per molti, è la realizzazione di un sogno. La prima volta che raggiunsi il capo, per conto mio, era il 1983 e fu un’avventura tra strade bianche, bivacchi ai traghetti e peripezie varie. Durante il viaggio incontrai un signore anziano, un pensionato di Monza che parlava solamente il dialetto lombardo, il quale aveva risparmiato tutta la vita per andare a Capo Nord. Ci voleva arrivare a qualsiasi costo e credo che sarebbe anche stato disposto ad andare da un tassista, mettergli in mano una mazzetta di denaro dicendogli solamente “Capo Nord!” Alla fine ce l’ha (abbiamo) fatta e una volta arrivato ha pianto come un bambino, si è voltato indietro ed è tornato a casa sereno e soddisfatto.
Non può essere che così, perché Capo Nord (che tra l’altro non è il punto più settentrionale dell’Europa continentale, che è invece il Capo Kinnarodden, una settantina di chilometri a est) è solo un promontorio su una falesia sull’isola di Magerøya dove c’è un grande piazzale con ristorante, un mappamondo, l’immancabile negozio di ricordini vari e un ufficio postale, un piccolo museo e un cinema che proietta filmati sul Capo nelle varie stagioni dell’anno. È un luogo esclusivamente turistico, che tra l’altro è al centro di una grande polemica in Norvegia, perché l’accesso è a pagamento in spregio all’Allemannsretten. Secondo me vale la pena andarci solo se per voi è “un confine mentale”.