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Da Postalmarket all’e-commerce

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Mezzo secolo di vendita per corrispondenza (VPC): dalla paziente attesa al modello “clicca e compra”

Il Novecento fu segnato dall’avvento della Vendita per Corrispondenza (VPC), un fenomeno che in Italia trovò la sua incarnazione più celebre in Postalmarket. L’arrivo del catalogo rappresentava un rituale domestico, un momento di consultazione meditativa che prefigurava un’esperienza di consumo basata sulla fiducia e caratterizzato da una pazienza ormai desueta: l’ordine era un atto deliberato, mediato dalla scrittura e cadenzato da settimane di attesa.

Il panorama contemporaneo ha completamente sovvertito tale dialettica: l’acquisto è ora un’azione istantanea (talvolta impulsiva), un “clicca e compra” (click and buy) supportato da un’infrastruttura tecnologica e logistica di portata planetaria.

Piattaforme leader dei mercati quali Amazon, i giganti dell’Estremo Oriente Alibaba ed AliExpress, ed il recente fenomeno Temu, non hanno semplicemente digitalizzato la VPC: ne hanno amplificato le potenzialità in maniera esponenziale, rendendole il cardine dell’economia globale.

Siamo dinanzi ad una transizione epocale, della quale è necessario esaminare come i presupposti culturali e logistici stabiliti dalla VPC siano stati rielaborati e portati a compimento dalle dinamiche del commercio elettronico (e-commerce), un modello incentrato sull’efficienza del supply chain (catena di fornitura) e sulla profilazione avanzata del consumatore.

L’archetipo della vendita per corrispondenza: Postalmarket

La VPC non fu soltanto un canale commerciale; fu un agente di omologazione culturale e un primo strumento di universalizzazione dell’accesso ai beni di consumo.

Sfogliando Postalmarket era possibile trovare elettromestici, indumenti, giocattoli, strumenti per l'ufficio e persino i primi personal computer a distanza di poche pagine, cercando di carpire gli interessi di ciascuno.
Sfogliando Postalmarket era possibile trovare elettromestici, indumenti, giocattoli, strumenti per l’ufficio e persino i primi personal computer a distanza di poche pagine, cercando di carpire gli interessi di ciascuno.

Postalmarket: la finestra analogica sul mondo

Fondata nell’Italia del boom economico, Postalmarket rappresentò, per vaste fasce della popolazione meno raggiunte dalla distribuzione organizzata, la prima vera esposizione a mode e prodotti internazionali.

L’azienda dimostrò che la fiducia (trust) del consumatore nell’acquisto di un bene in absentia poteva essere costruita attraverso la qualità dell’immagine e l’affidabilità del servizio postale.

Il paradosso logistico: Il successo era vincolato a una logistica di base, incentrata sull’efficacia del servizio di posta e sul contrassegno quale garanzia di pagamento. Si trattava di un sistema lento e ad alta intensità di capitale per via dei costi di stampa e distribuzione dei milioni di volumi cartacei. Un sistema, tuttavia, che insegnò ai consumatori il concetto fondamentale della spedizione a domicilio ed introdusse la prassi della restituzione in caso di insoddisfazione, anticipando di decenni il moderno easy return (reso facile).

Le insufficienze strutturali dell’era cartacea

I limiti della VPC erano intrinseci alla sua natura analogica:

  • Staticità dell’Inventario: il ciclo di vendita era rigido ed annuale o semestrale, rendendo impossibile una gestione dinamica delle scorte (stock) o l’adeguamento repentino a variazioni di domanda od offerta.
  • Assenza di Data Analytics (analisi dei dati): la raccolta di informazioni sui clienti si limitava a dati anagrafici e storici d’acquisto elementari. Non esisteva la possibilità di correlare i comportamenti d’acquisto per ottimizzare l’offerta, un compito che oggi è demandato a sofisticati algoritmi.
  • Frizione transazionale: ogni fase, dalla consultazione alla conferma d’ordine, generava complesse procedure e dilatazione temporale, elementi che l’e-commerce ha provveduto ad eliminare.

La metamorfosi digitale

L’avvento del World Wide Web e la progressiva diffusione delle connessioni a banda larga hanno fornito la piattaforma tecnologica necessaria atta a superare le rigidità della VPC, inaugurando l’era dell’e-commerce.

Amazon: Il Manifesto dell’Esperienza Utente (User Experience)

Amazon, fondata da Jeff Bezos, non si limitò a vendere libri online; essa codificò i principi dell’e-commerce come lo intendiamo oggi, ponendo la soddisfazione del cliente al centro del proprio business model (modello di business).

La piattaforma Amazon oggi, fruibile su ogni tipo di dispositivo connesso ad internet mediante sito ed App proprietari.
La piattaforma Amazon oggi, fruibile su ogni tipo di dispositivo connesso ad internet mediante sito ed App proprietari.
  • Il Ruolo del Rating e delle Recensioni: Introducendo un sistema di rating (valutazione) e recensioni pubbliche, Amazon ha delegato alla comunità di utenti la creazione di un capitale fiduciario. Un sistema di peer review (revisione tra pari) che ha sostituito la garanzia offerta dal marchio di un catalogo unico.
  • L’ottimizzazione del checkout (cassa): la procedura del “1-Click” (one click, un solo click necessario all’acquisto) rappresenta l’apice dell’ottimizzazione transazionale. Riducendo l’atto d’acquisto a un unico gesto, Amazon ha eliminato qualsiasi potenziale ostacolo cognitivo o procedurale, trasformando l’acquisto in un impulso (e ha minimizzato gli ostacoli tra desiderio e realizzazione).
  • Amazon Prime e la tirannia della velocità: con l’introduzione di Prime, Amazon ha trasformato la spedizione da un costo ineludibile ad un servizio a valore aggiunto. L’offerta della consegna celere, spesso garantita entro le 24 ore, ha ridefinito le aspettative temporali del consumatore, che ora percepisce il costo di spedizione non come un onere logistico, ma come un premio per la celerità.

Il trionfo della logistica integrata

La vera superiorità di Amazon risiede nel controllo quasi totale sulla catena del valore: dalla gestione del magazzino, che sfrutta robotica avanzata e Machine Learning (apprendimento automatico), fino alla rete di distribuzione proprietaria, l’azienda ha interiorizzato la logistica, trasformandola dal principale ostacolo della VPC nel suo più formidabile vantaggio competitivo. Il concetto di fulfillment center (centro di evasione ordini) è l’evoluzione iper-efficiente del vecchio magazzino per corrispondenza.

L’efficienza estrema: i marketplace asiatici e la riduzione della filiera

Se da un lato Amazon domina l’”Occidente” grazie a qualità del servizio e velocità, dall’altro, i marketplace (mercati digitali) asiatici hanno rivoluzionato il paradigma della vendita introducendo l’accesso diretto alla “fabbrica del mondo”.

Alibaba ed AliExpress: il modello di rete B2B e B2C

Il Gruppo Alibaba ha costruito un ecosistema digitale complesso.

Esempio di "home page" del sito AliExpress.
Esempio di “home page” del sito AliExpress.
  • Alibaba – B2B (Business to Business): la piattaforma ha digitalizzato e globalizzato il commercio all’ingrosso, mettendo in comunicazione diretta le aziende manifatturiere cinesi con i rivenditori di ogni continente. Ha ridotto drasticamente la necessità di intermediari costosi, accelerando il flusso di capitali e merci a livello globale.
  • AliExpress – B2C (Business to Consumer): nata per la vendita al dettaglio internazionale, AliExpress sfrutta la medesima infrastruttura di connessione per offrire prezzi estremamente contenuti, accettando come trade-off (compromesso) tempi di consegna più lunghi ed una minore standardizzazione del servizio clienti. È la quintessenza del cross-border e-commerce (commercio elettronico transfrontaliero).

Temu: l’ultracovenienza del modello P2C

L’ingresso di Temu nel mercato occidentale ha rappresentato l’ultima, radicale estremizzazione del concetto di low cost (basso costo).

Il modello Producer to Consumer (P2C): a differenza di Amazon ed AliExpress, che sono marketplace aperti a diversi venditori, Temu opera in un modello semi-chiuso in cui la piattaforma gestisce direttamente la selezione dei produttori e la negoziazione dei prezzi. Un approccio che elimina il markup (margine di ricarico) dei rivenditori esterni e massimizza l’efficienza dei costi.

  • Strategia di aggressione del mercato: Temu impiega una strategia aggressiva di customer acquisition (acquisizione clienti) finanziata da ingenti capitali, offrendo prezzi quasi insostenibili che mirano a distruggere i margini della concorrenza ed a modificare in modo permanente la percezione del valore di mercato da parte del consumatore.
  • Gamification e Social Commerce: l’uso estensivo di tecniche di gamification (ludicizzazione) e social commerce (commercio sociale) spinge l’utente ad interagire costantemente con l’applicazione, trasformando l’acquisto in un’esperienza ludica e rafforzando la sua permanenza nella piattaforma (stickiness).
Esempio di "ludicizzazione" dell'esperienza di acquisto sull'App di Temu.
Esempio di “ludicizzazione” dell’esperienza di acquisto sull’App di Temu.

Le ombre del modello “clicca e compra”

Il successo vertiginoso del commercio digitale solleva questioni complesse che riguardano tanto all’etica aziendale, quanto all’impatto ambientale ed alla gestione dei dati sensibili.

La moneta di scambio: dati ed Intelligenza Artificiale

La vera linfa vitale del modello “clicca e compra” non sono i prodotti, ma i dati (data). Ogni interazione dell’utente è mappata ed analizzata da sistemi di Intelligenza Artificiale (IA). Gli algoritmi non solo ottimizzano le raccomandazioni in tempo reale, ma permettono anche il dynamic pricing (prezzatura dinamica), ossia l’adeguamento costante dei prezzi in base alla domanda, all’offerta ed al profilo psicografico dell’acquirente (più un utente è individuato dalla piattaforma come un compratore compulsivo, minore sarà lo sconto a lui dedicato; di converso, agli utenti giudicati più “riflessivi” saranno riservato sconti più appetibili).

Il risultato è un’esperienza di acquisto iper-personalizzata, ma al prezzo di una progressiva rinuncia alla privacy ed una costante sorveglianza (surveillance) dei comportamenti di consumo. L’IA ha sostituito l’interazione umana, rendendo l’esperienza più efficiente ma al contempo decisamente meno empatica.

L’impatto socio-ambientale della velocità

La promessa del same-day delivery (consegna in giornata) ha un costo ecologico significativo:

  • Emissioni inquinanti: la preferenza per il trasporto aereo rapido (rispetto a quello marittimo che più lento, ma caratterizzato da emissioni per ogni chilogrammo trasportato enormemente inferiori) e l’inefficienza logistica derivante dall’eccesso di imballaggio (packaging) contribuiscono ad un’impronta significativa sia in termini di inquinamento che di impiego di materiali.
  • Gestione dei resi: L’estrema facilità del return (reso) incoraggia acquisti disinvolti ed a basso impegno (di fatto una vera e propria deresponsabilizzazione del compratore). Il volume di merci restituite (soprattutto nel settore fast fashion – moda veloce – di piattaforme come Temu) genera enormi quantità di rifiuti, in quanto la distruzione dei prodotti resi è spesso più economica della loro riorganizzazione e nuova messa in vendita.
  • Etica del lavoro: l’efficienza logistica estrema richiede una pressione operativa costante. I ritmi imposti nei fulfillment centers (centri di evasione ordini) e l’uso di tecnologie di monitoraggio intensivo sono oggetto di dibattito sulle condizioni di lavoro all’interno di un’economia fondata sull’immediatezza.

La crescita esponenziale del mercato degli imballaggi legato all'e-commerce.
La crescita esponenziale del mercato degli imballaggi legato all’e-commerce.

L’acquisto come riflesso condizionato

L’evoluzione da Postalmarket all’era dei giganti digitali è la cronaca di un mondo in cui la convenienza e la velocità sono diventate le valute dominanti.

L’e-commerce ha elevato i principi della VPC a una potenza globale, trasformando l’atto di scegliere e comprare da un processo meditato e stagionale ad una consuetudine quotidiana, quasi un riflesso condizionato. Il modello “clicca e compra” rappresenta oggi l’apice dell’efficienza di merci e capitali, offrendo al consumatore l’illusione di un potere d’acquisto illimitato: una comodità che è tuttavia intrinsecamente legata ad un’infrastruttura complessa ed a questioni ambientali, di politica del lavoro e di trattamento dei dati personali in gran parte irrisolte.

Il futuro che si prospetta sarà caratterizzato dall’ulteriore integrazione tra commercio fisico e digitale (da cui il neologismo phygital), mediante l’IA che sarà in grado di guidare l’utente verso acquisti sempre più mirati e tarati sulle sue preferenze.

Nella corsa all’immediatezza ed al prezzo più basso, l’essere umano riuscirà a recuperare la consapevolezza e la meditazione che un tempo caratterizzavano l’attesa del catalogo, o soccomberà definitivamente al richiamo irresistibile del singolo, rapido click?

  • Senior IT Manager, esperto in cybersecurity ed intelligenza artificiale. Dal 1999 opera nel settore IT dallo sviluppo, alla direzione di progetti, sia in ambito startup che in ambito corporation; negli ultimi anni si è specializzato in sicurezza informatica e nelle tematiche inerenti all’adozione dell’IA nei processi aziendali.
    Fondatore del blog "Caput Mundi", responsabile della gestione sistemistico-tecnico-operativa del sito ed operatore delle pubblicazioni sul blog e rispettivi profili social, coordinatore della sezione "Informatica e Tecnologia".

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