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OpenAI: Evoluzione della struttura aziendale

OpenAI è stata fondata nel 2015 come organizzazione senza scopo di lucro con l’ambizione di sviluppare intelligenze artificiali a beneficio dell’intera umanità. Il modello non-profit consentiva l’accesso a dati riservati alla ricerca e attirava talenti motivati da una missione etica. Tra i principali finanziatori figurava Elon Musk, che sosteneva questa visione di un progetto trasparente e alternativo alle altre big tech.

Nel 2019, l’organizzazione ha adottato una struttura “cap and profit”, creando una società a scopo di lucro ma con un tetto massimo ai profitti per investitori e dipendenti. Questa trasformazione era necessaria per attrarre capitali esterni e competere nella corsa all’intelligenza artificiale, in un periodo in cui Google stava investendo intensamente e Microsoft iniziava a sviluppare le proprie soluzioni. Il modello ibrido ha permesso all’azienda di raccogliere oltre sei miliardi di dollari di investimenti, diventando una delle startup più valutate al mondo e attirando l’interesse di Microsoft.

Attualmente, OpenAI ha dichiarato l’intenzione di evolvere ulteriormente la sua struttura in una Public Benefit Corporation (PBC) con sede nel Delaware, una società a scopo di lucro che per legge deve perseguire anche obiettivi di beneficio pubblico, come impatti sociali o ambientali. L’obiettivo è rendere la struttura più attrattiva per gli investitori, mantenendo formalmente l’impegno verso le finalità filantropiche originarie.

Questa evoluzione ha suscitato critiche, con Elon Musk in prima linea nell’accusare OpenAI di aver tradito la missione iniziale, trasformandosi in una società chiusa e orientata al profitto, de facto controllata da Microsoft. Ex dipendenti, esperti di intelligenza artificiale e premi Nobel hanno chiesto ai procuratori generali di California e Delaware di indagare sulla trasformazione, temendo il venir meno delle garanzie di sicurezza, trasparenza e responsabilità pubblica.

Le preoccupazioni principali sono quattro:

  • Perdita di controllo: la priorità data al profitto potrebbe orientare le decisioni verso gli interessi degli azionisti a discapito di sicurezza e trasparenza
  • Rischio nella corsa all’innovazione: la pressione competitiva potrebbe portare al lancio di nuove AI senza adeguati controlli di sicurezza
  • Diminuzione della fiducia: il passaggio a una struttura profit compromette la credibilità presso ricercatori, partner e opinione pubblica
  • Complessità giuridica: la conversione di asset da una struttura non-profit a una for-profit è soggetta a regolamentazioni e può sollevare questioni legali, specialmente per risorse inizialmente destinate a scopi caritatevoli

La proposta di Musk su X evidenziava implicitamente l’elevata valutazione di OpenAI, rendendo più complessa la gestione di questa trasformazione. La tensione tra la missione dichiarata di proteggere l’umanità e la corsa alla massimizzazione dei profitti genera preoccupazioni legittime, considerando i potenziali rischi dell’AI avanzata e il suo impatto sociale.

Resta da vedere se questo nuovo assetto aziendale riuscirà a bilanciare efficacemente i profitti con la missione dichiarata di beneficio pubblico.


Riferimenti bibliografici:

  • Programmatore che si interroga sull'impatto della tecnologia nelle relazioni umane e sull'interazione uomo-macchina.
    Si interessa particolarmente di come le innovazioni tecnologiche debbano supportare e migliorare la vita delle categorie sociali più vulnerabili, più che il contrario.
    Host del podcast "Occhio al Mondo", dove parla in modo accessibile di tecnologia e web.
    "Sono il tizio che parla di cose di computer su internet"

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