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IA e deterrenza nucleare: una nuova dottrina strategica

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L’emergere dell’intelligenza artificiale (IA) quale elemento cruciale nella definizione delle strategie militari contemporanee ha avviato una trasformazione sostanziale nel campo della deterrenza nucleare: un’evoluzione che richiede una profonda riflessione sulla dottrina strategica, che deve tenere conto non solo delle potenzialità offerte dall’IA, ma anche delle nuove vulnerabilità introdotte.

Radici storiche

La dottrina della deterrenza nucleare nasce durante la Guerra Fredda con l’obiettivo di prevenire una guerra totale attraverso il concetto di Mutual Assured Destruction (MAD, reciproca distruzione assicurata). Il presupposto della dottrina è la certezza di una risposta nucleare devastante in caso di attacco, assicurando in tal modo una paralisi strategica reciproca. L’equilibrio delicato della MAD è stato mantenuto per decenni, nonostante momenti critici quali la crisi dei missili di Cuba del 1962, che ha evidenziato chiaramente quanto fragile possa essere la stabilità strategica basata esclusivamente sulla paura reciproca.

Nel 1972, il Trattato Anti-Missili Balistici (ABM Treaty) tra USA e URSS aveva come obiettivo preservare il delicato equilibrio, impedendo la creazione di sistemi difensivi che potessero neutralizzare la capacità di risposta del nemico. La decisione statunitense di abbandonare il trattato nel 2002 ha tuttavia aperto la strada a nuove tecnologie difensive ed offensive, alterando il tradizionale equilibrio strategico ed introducendo nuove complessità nel panorama della sicurezza internazionale, che ora includono capacità avanzate di intercettazione missilistica e lo sviluppo di nuovi arsenali strategici da parte delle grandi potenze. Un cambiamento che ha avuto un impatto significativo sulle politiche nucleari di altre nazioni, spingendo ad una vera e propria riconsiderazione delle strategie di difesa e deterrenza su scala globale e ha contribuito a creare un contesto in cui l’introduzione dell’IA divenga non solo vantaggiosa, ma necessaria a gestire la crescente complessità della minaccia nucleare contemporanea.

L’IA nella dottrina nucleare contemporanea

Negli ultimi anni, l’IA ha iniziato a permeare i sistemi di comando, controllo e comunicazione nucleare (NC3). Secondo un recente report del Center for Strategic and International Studies (CSIS) del 2025, l’applicazione dell’IA ai sistemi NC3 consente analisi più rapide ed accurate, aumentando significativamente le capacità di sorveglianza, early-warning (preallarme) e risposta tattica. L’integrazione permette alle potenze nucleari di elaborare grandi quantità di informazioni provenienti da sensori avanzati, satelliti ed intercettazioni elettroniche, con una rapidità impensabile per gli operatori tradizionali. Il rapporto del CSIS, dal titolo “AI at the Nexus of Nuclear Deterrence: Enhancing Left-of-Launch Operations”, evidenzia come l’IA permetta di analizzare con estrema efficacia e rapidità enormi moli di dati, identificando potenziali minacce nucleari prima del lancio effettivo dei missili. La capacità, definita “left-of-launch” (pre-lancio), rappresenta una svolta radicale rispetto alla tradizionale dottrina nucleare basata principalmente sulla reazione post-lancio, offrendo potenzialmente una maggiore capacità deterrente preventiva, ma sollevando al contempo domande cruciali sulla natura stessa della deterrenza e sui limiti che debbano essere posti alla tecnologia onde evitare escalation indesiderate.

L’uso dell’IA nei sistemi nucleari sta altresì cambiando i paradigmi di interoperabilità tra le diverse forze armate, integrando capacità cibernetiche e spaziali e modificando le dinamiche della risposta strategica globale, come evidenziato da diversi studi condotti dal SIPRI e dalla RAND Corporation.

Opportunità strategiche e vulnerabilità emergenti

Nonostante le evidenti opportunità strategiche offerte dall’IA, la tecnologia presenta criticità che non possono essere sottovalutate: un rapporto pubblicato nel settembre 2024 dallo Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI), commissionato dal Ministero degli Esteri tedesco, sottolinea le problematiche legate alla vulnerabilità informatica ed alla manipolazione dei dati. I sistemi di IA, infatti, possono essere compromessi da attacchi cyber mirati, che ne alterano la capacità decisionale, aumentando il rischio di escalation nucleare accidentale. L’aumento della sofisticazione degli attacchi cyber, come dimostrato da recenti incidenti internazionali, rende ancor più critica la sicurezza informatica dei sistemi nucleari che adottano tecnologie IA. Lo studio evidenzia inoltre come la fiducia eccessiva nelle capacità predittive dell’IA possa generare una falsa sicurezza nei decisori politici e militari, aumentando la probabilità di errori strategici irreversibili.

La preoccupazione è stata condivisa anche in un documento del Council on Strategic Risks (CSR) del 2022, che riprende studi precedenti della RAND Corporation, mettendo in luce come le tecnologie basate sull’IA siano intrinsecamente vulnerabili ad attacchi di tipo “spoofing” o “deep fake“, che possono indurre falsi allarmi o percezioni errate di un attacco nucleare imminente, con conseguenze potenzialmente catastrofiche. Alle vulnerabilità si aggiungono i rischi legati all’opacità (non trasparenza) degli algoritmi, che possono rendere difficile comprendere in qual modo una decisione sia stata raggiunta, complicando ulteriormente i processi di verifica ed accountability (responsabilità) a livello strategico.

L’importanza della supervisione umana

Alla luce di simili criticità, si è diffusa una crescente consapevolezza politica della necessità di mantenere il controllo umano sulle decisioni nucleari: nel maggio 2024, il funzionario statunitense Paul Dean ha ufficialmente sollecitato Russia e Cina ad impegnarsi pubblicamente affinché la decisione sull’uso delle armi nucleari rimanga esclusivamente una prerogativa umana, posizione condivisa da Stati Uniti, Regno Unito e Francia. La richiesta non è solo simbolica, ma rappresenta un chiaro intento di stabilire un principio fondamentale per la sicurezza strategica globale, basato sulla responsabilità umana e sulla non rinunciabile valutazione etica riguardo alle decisioni estreme.

A seguire, nel novembre dello stesso anno, durante il summit USA-Cina, i presidenti Joe Biden e Xi Jinping hanno ribadito congiuntamente che “la decisione sull’uso delle armi nucleari deve restare nelle mani dell’essere umano”, formalizzando così un principio essenziale per la sicurezza globale: dichiarazioni politiche che rappresentano passi cruciali verso una governance più ampia e condivisa. La sola enunciazione dei principi, tuttavia, non basta: è necessario un impegno concreto nella definizione di protocolli operativi, regole d’ingaggio e meccanismi di verifica, che rendano impossibile la delega di tali decisioni a sistemi automatizzati. Le dichiarazioni devono tradursi in norme giuridiche vincolanti ed in accordi multilaterali che coinvolgano anche tutte le potenze nucleari e tecnologiche emergenti, al fine di prevenire pericolose derive in un settore tanto sensibile.

Per affrontare la complessità introdotta dall’IA nella deterrenza nucleare, è quindi fondamentale definire chiaramente le regole del gioco a livello globale: la proposta di una governance internazionale dell’IA nei sistemi nucleari prevede accordi multilaterali fra le potenze nucleari che stabiliscano standard rigorosi, meccanismi di supervisione, procedure di verifica incrociata e sanzioni per eventuali violazioni. Una governance efficace deve includere trasparenza operativa, scambi di informazioni e la creazione di organismi indipendenti in grado di vigilare sull’applicazione degli accordi internazionali: dovrebbe inoltre prevedere un quadro normativo dinamico, capace di adattarsi all’evoluzione tecnologica e di anticipare le nuove sfide poste dall’IA avanzata.


Riferimenti bibliografici:

  • Senior IT Manager, esperto in cybersecurity ed intelligenza artificiale. Dal 1999 opera nel settore IT dallo sviluppo, alla direzione di progetti, sia in ambito startup che in ambito corporation; negli ultimi anni si è specializzato in sicurezza informatica e nelle tematiche inerenti all’adozione dell’IA nei processi aziendali.
    Fondatore del blog "Caput Mundi", responsabile della gestione sistemistico-tecnico-operativa del sito ed operatore delle pubblicazioni sul blog e rispettivi profili social, coordinatore della sezione "Informatica e Tecnologia".

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