I Pogrom nella Storia
“Pogrom” è una parola russa e il suo significato letterale è “distruzione violenta”.
È un termine che nella Storia è stato quasi sempre utilizzato per riferirsi ad aggressioni antisemite, per maggiore precisione “antiebraiche”; è una parola talmente sdoganata da essere stata utilizzata di fronte ad ogni tentativo, riuscito o meno, di aggredire una minoranza etnica o religiosa con saccheggi, omicidi, distruzione di proprietà private e persecuzioni. La motivazione? L’odio etnico, religioso o politico.
Il 7 Ottobre 2023 è accaduto esattamente questo: distruzioni, omicidi, violenza e odio antiebraico che ha portato alla morte più di milleduecento persone alle quali si aggiungono feriti e rapiti. L’organizzazione terroristica Hamas aveva pianificato tutto e aveva chiamato la strage “operazione Al-Aqsa”, determinati a richiamare il territorio da sempre conteso a Gerusalemme.
I pogrom della Storia sono avvenuti spesso con la complicità delle autorità che non intervengono a difesa delle vittime o addirittura istigano alla violenza; qualcosa cioè di tollerato o perfino pilotato da chi detiene il potere amministrativo. A monte, a voler oggettivare e giustificare il pogrom c’è odio, propaganda, stereotipo e pregiudizio; molto spesso un fenomeno sociale, culturale ed economico ancora prima che politico.
Nel 1881 i pogrom di molte città dell’impero russo scoppiarono per vendicare l’omicidio dello zar che, senza alcun fondamento, veniva imputato “agli ebrei”. Migliaia di morti, case distrutte e prime massicce emigrazioni ebraiche verso Europa e Stati Uniti con la contestuale nascita, di reazione, dei primi movimenti sionisti.

E ancora, il tristemente celebre pogrom dell’attuale capitale della Repubblica Moldava Chisinau, nel 1903, che ebbe una eco internazionale rafforzando l’idea sionista di un ritorno ad una patria ebraica indipendente.
I pogrom che seguirono la Rivoluzione russa e la guerra civile tra il 1917 e il 1921, portarono a più di centomila gli ebrei uccisi tra Russia, Ucraina Bielorussia. Erano gli stessi anni in cui anche più ad Ovest, nelle terre del morente Impero austro-ungarico, ogni male dell’una o dell’altra fazione era imputabile agli ebrei, accusati di collaborazionismo.
Pochi anni dopo la Storia ricorda la “notte dei cristalli”, l’inizio della Shoah con sinagoghe incediate, negozi e case di ebrei distrutti, morte e deportazione nella Germania del 1938: la discriminazione che diventa eliminazione fisica pianificata, che porterà a campi di concentramento e milioni di ebrei torturati ed uccisi.
Come spiegavo all’inizio, il termine “pogrom” è stato usato anche per descrivere eventi che non hanno direttamente coinvolto gli ebrei ma che si sono comunque contraddistinti per quei tratti tristemente noti di violenza, distruzione e odio nei confronti di minoranze etniche, religiose e politiche.
Il popolo Tamil (induisti) nello Sri Lanka a maggioranza buddista, nel 1983. I pogrom anti Tutsi e anti Hutu in Burundi e Ruanda, con massacri sistematici di inaudita violenza; un carico di morte di quasi ottocentomila persone che correttamente viene definito genocidio ma che ha tutti i diabolici tratti caratteristici dei pogrom.

La violenza anti-tamil causò centinaia di morti e distrusse edifici ed attività commerciali.
E ancora, i pogrom dei Sikh in India, dei cinesi in Indonesia, dei Rohingya in Myanmar, dei gruppi etnici dei Sumgait in Azerbaijan e dei Fergana in Uzbekistan (gli inneschi di conflitti post sovietici tra cui quelli del Nagorno-Karabakh e dell’Ossezia). Per non parlare di quanto accaduto in Ex Jugoslavia, dentro ai numerosi conflitti etnico-religiosi tra serbi, croati e bosniaci.
Ogni continente ha versato un tributo di sangue alla violenza cieca di pogrom organizzati e quasi sempre pianificati dal delirio di potere di maggioranze corrotte dal pensiero di poter omologare e perpetuare il dominio su altri essere umani, i proprio vicini di casa, colpevoli fino a giudizio di morte, per essere non così vicini, non così uguali. Tutto questo ci deve interrogare e trovare pronti quando il velo proverà a cadere ancora su occhi e coscienze, ad ogni latitudine e ad ogni curva pericolosa della Storia.



