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Come Putin ha “sputtinato” anche il temutissimo GRU

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KGB, acronimo di Komitet Gosudarstvennoy Bezopasnosti (Comitato per la Sicurezza dello Stato), è una sigla che tutti conoscono (o almeno dovrebbero conoscere). Il potentissimo servizio segreto dell’Unione Sovietica, la cui storia ed evoluzione ha ispirato un intero filone di enciclopedie, romanzi e film, è passato alla storia. Giustamente, visto che, insieme al Partito Comunista e alle Forze Armate, il KGB rappresentava la Triade del potere dell’URSS. Diviso da Boris Eltsin in due tronconi (FSB per gli interni ed SVR per gli esteri, sulla falsariga degli MI5 ed MI6 britannici) ha nondimeno conquistato la sua rivincita piazzando al potere “assoluto” della Russia un suo ex agente ed ex direttore, niente meno che Vladimir Putin.

Assai meno nota, e per questo più affascinante, dell’epopea del KGB ed eredi vari è quella del GRU, acronimo di Glavnoe Razvedyvatel’noe Upravlenie (Direzione Generale per le Informazioni Militari), ovvero il servizio di intelligence militare delle Forze Armate sovietiche e, dal 1991, russe.

Nel suo fondamentale libro “Il KGB[1] Brian Freemantle scrive che se il KGB era un tirannosauro il GRU era un allosauro, ovvero un predatore più piccolo del “cugino” maggiore, ma più scattante ed altrettanto feroce. Il paragone calza a pennello.

La prima caratteristica del servizio segreto militare sovietico fu la volontà d’essere il meno appariscente possibile. Infatti, la Lubjanka, il palazzo del 1898 divenuto sede del KGB e poi dell’FSB, con la sua produzione di terrore e torture è divenuta la quintessenza della storia sovietica. La sede del GRU, soprannominata l’Acquario, è invece un edificio moderno, brutto, fortificato eppur discreto, situato nella periferia nordovest di Mosca. Unico “tocco di classe” dell’Acquario è che venne costruito sopra una fossa comune di epoca stalinista: caratteristica macabra che induceva, se non timore, quantomeno rispetto persino da parte dei “fratelli maggiori” del KGB.

Il logo del KGB.
Il logo del KGB.

Tale discrezione fu possibile in gran parte perché a differenza del KGB il GRU non si occupava di controllo e repressione interna.

Ma come è nato il GRU? Le sue origini sono le Guerre Napoleoniche, durante le quali lo Stato Maggiore russo comprese di dover potenziare l’intelligence militare. Ovviamente le altre potenze europee non stettero a guardare, ma la Russia fu “tra i primi Paesi a creare un’unità per la valutazione dell’intelligence[2]. Il predecessore diretto del GRU fu la cosiddetta “Agenzia di Registrazione”, istituita per volontà di Lenin con ordine segreto il 5 novembre 1918: data che continua a essere celebrata in Russia quale festa dell’intelligence militare[3]. Il fatto che il creatore della dittatura ideologica per eccellenza abbia voluto un’intelligence militare indipendente, su cui nemmeno l’onnipotente KGB potesse interferire, dimostra lo straordinario pragmatismo di Lenin, non a caso il padre del XX secolo.

Fu invece Stalin, nel 1942, a dare al GRU la struttura che sostanzialmente conserva ancor oggi.

I successi del GRU di epoca sovietica furono molti e notevoli, a cominciare da Richard Sorge, la super spia di stanza a Tokyo che scoprì l’imminenza dell’attacco hitleriano all’URSS e cercò (non creduto) di mettere in guardia Stalin. Non da meno furono l’infiltrazione nel programma nucleare britannico, che permise ai russi di introdursi nel Progetto Manhattan, e lo Scandalo Profumo, che azzoppò per quasi vent’anni il Partito Conservatore britannico, a tutto vantaggio dei laburisti e quindi, in ultima analisi, dell’Unione Sovietica[4]. A tutto ciò aggiungiamo il cosiddetto “Programma illegale”, una vasta operazione di furto di tecnologia occidentale condita da omicidi e destabilizzazione di Paesi in via di sviluppo[5]. Da ricordare poi le forze speciali, i celebri Spetsnaz, che sebbene soldati in tutto e per tutto sono posti sotto il comando del GRU fin dai tempi dell’URSS.

Non bisogna, tuttavia, correre il rischio di vedere il GRU come un ente di superuomini infallibili. Le fonti sui successi del servizio segreto militare in oggetto sono spesso così limitate che esiste la probabilità che il GRU stesso abbia lavorato per creare la propria aurea di leggenda. Emblematico il caso di Stanislav Lunev, probabilmente il disertore del GRU di più alto rango fuggito in Occidente. Secondo Lunev il GRU sarebbe riuscito ad infiltrare negli USA decine di piccole bombe nucleari, pronte a distruggere i principali centri industriali americani in caso di conflitto. Che gli apparati sovietici prima e putiniani poi abbiano sempre avuto il pelo sullo stomaco per azioni del genere è certo, ma è altrettanto vero che i russi hanno sempre calcolato con attenzione i pro e i contro. E un’operazione del genere, se scoperta dall’intelligence statunitense (che sprovveduta non è), avrebbe portato ad una reazione devastante[6].

Il logo del GRU.
Il logo del GRU.

Fatto sta che, a differenza del KGB dove è stata prodotta un’autorevole opera in tre volumi, “L’Archivio Mitrokhin”, dove decine di agenti hanno pubblicato le loro memorie e dove la ricerca è in uno stato molto più avanzato, la storia del GRU durante la Guerra Fredda rimane avvolta dal mistero. Ad oggi si ritiene che vi siano solo due transfughi del GRU che la casa madre non è riuscita ad uccidere. Il primo, Vladimir Bogdanovič Rezun, sotto lo pseudonimo di Viktor Suvorov, ha pubblicato, tra le altre cose, “Inside the Soviet Army” nel 1982, “Aquarium” nel 1985 (ad oggi testo fondamentale sul GRU) e “Icebreaker” nel 1989, primo di una serie di libri in cui spiega con dovizia di particolari che se Hitler non avesse invaso l’Unione Sovietica questa, pochissimi mesi dopo, avrebbe attaccato lei per prima. Stalin, pertanto, fu quasi annientato da un’offensiva a tradimento di poco precedente al suo tradimento e che colse le armate sovietiche in posizioni sbilanciate in avanti, pronte all’attacco ma inadatte alla difesa[7].

Il secondo esule ancora in vita è Sergei Skripal, che nel 2018 fu il bersaglio di un fallito tentativo d’omicidio[8] sul quale torneremo tra poco.

A differenza del KGB (che, come abbiamo visto, fu diviso in due) col crollo dell’Unione Sovietica il GRU non subì modifiche organizzative, anche perché il fatto essere sempre stato un organo delle Forze Armate gli risparmiò l’odio popolare, che si concentrò sul Partito Comunista e sul KGB, ovvero l’autocrate politico-burocratico ed il lugubre guardiano del regime creato da Lenin.

La crisi del GRU arrivò, invece, con la Guerra russo-gorgiana del 2008. In tale conflitto gli Spetsnaz e le forze armate nel complesso si comportarono bene (complice il sovrannumero rispetto al nemico), ma l’intelligence militare diede una prova scadente, in particolare nel non essere riuscita ad individuare appieno i sistemi antiaerei georgiani[9]. La punizione di Putin fu pesante: il comando Spetsnaz  fu smantellato, i budget tagliati, la storica simbologia modificata, molto personale trasferito o pensionato. In breve, il GRU fu indebolito rispetto ad altre agenzie di intelligence. In questa severità da parte di Putin possiamo vedere tre elementi. Primo, la classica volontà del dittatore civile di ridimensionare il servizio segreto militare (basti ricordare il burrascoso rapporto tra Hitler e l’Abwher). Secondo, la vendetta dell’ex agente KGB verso gli odiati “cugini” delle Forze Armate. Terzo, last but not least, la naturale deriva al ribasso delle dittature personaliste, che col procedere degli anni sostituisce quelli bravi con quelli fedeli. Sia chiaro: l’URSS era una dittatura più feroce di quella putiniana e pretendeva anch’essa fedeltà assoluta. Ma la fedeltà richiesta dal regime sovietico era verso lo Stato ed occasionalmente verso l’ideologia comunista, non verso la singola persona che attualmente domina la Russia la quale, essendo priva di una chiara ideologia politica, sopravvive solo finché ha successo ed è costretto a circondarsi da una corte di adulatori che gli devono le posizioni di privilegio.

Dispiegamento di forze durante la guerra russo - georgiana.
Dispiegamento di forze durante la guerra russo – georgiana.

In ogni caso nel decennio successivo alla figuraccia georgiana il GRU, specie sotto la guida di Igor Sergun, è stato protagonista di un’iperattività che ne ha parzialmente ricostruito la reputazione[10]. Questa sovraesposizione ha dato risultati ambivalenti. Da un lato l’intelligence militare russa ha dimostrato di essere quella di sempre, ovvero efficace e spietata. In altri casi, tuttavia, vi sono stati scivoloni di imbarazzante incompetenza. Da notare che Sergun ha diretto il GRU dal 2011 al 2016, anno della sua morte in circostanze poco chiare…

Vediamo alcune di tali operazioni.

Il GRU dispone di due delle squadre hacker più pericolose oggi in circolazione, ovvero l’Unità 74455 (nome in codice NATO Sandworm) e l’Unità 26165 (nome in codice Fancy Bear), responsabile dell’attacco informatico più costoso della storia[11], e ha raggiunto un livello di preparazione nella guerra computerizzata che può essere contrastato solo dai migliori servizi d’intelligence avversari. Il recente “Hack di Solarwinds” ha compromesso vaste aree delle reti informatiche governative statunitensi[12], mentre “l’Hack del DNC” non è ancora stato debellato[13]. Naturalmente non si limitano al dominio informatico. Agli attacchi degli “smanettoni da tastiera” ovviamente si sono accompagnate operazioni più classiche e più “sovietiche”, quali esplosioni nei depositi di munizioni nell’Europa centrale[14][15], un attacco alle trasmissioni televisive francesi[16], l’annessione della Crimea (in cui le truppe di punta soprannominate dalla stampa occidentale “omini verdi” altro non erano che uomini delle Forze Speciali del GRU), oltre ad avvelenamenti e omicidi in tutto il mondo. Il GRU, insomma, ha dimostrato di avere ancora gli artigli di una volta e la spietatezza di sempre.

Ma non sono mancati nemmeno i fallimenti, alcuni dei quali imbarazzanti. Il primo è stato il succitato tentativo d’avvelenamento dell’esule/disertore Sergei Skripal. Per l’attentato fu usato il Novichok, potente agente nervino, un modo addirittura plateale di mettere la firma sul crimine (cosa già fatta col tentato omicidio dell’ex leader dell’opposizione occidentalista ucraina e futuro Presidente Yushchenko, che fu avvelenato con la diossina, ma sopravvisse seppur sfigurato). Nel caso di Skripal non solo l’obbiettivo sopravvisse, ma Dawn Sturgess, una passante estranea ai fatti, fu uccisa per la negligenza degli agenti russi. Pertanto, missione fallita e omicidio per errore di una cittadina britannica in territorio inglese. Ma non è finita! Gli agenti russi dimostrarono un dilettantismo da operetta, al punto che quasi tutto il loro operato fu ricostruito dai servizi di sicurezza britannici, e il GRU fece una pessima figura anche in televisione[17].

I resti del velivolo civile MH17.
I resti del velivolo civile MH17.

L’elenco dei recenti scivoloni del GRU non finisce qui. Si va da un fallito quanto dilettantesco colpo di Stato in Montenegro[18], all’arresto di due agenti all’Aia che tentavano di interferire con l’Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche (OPCW)[19], passando per la scoperta e l’arresto di una spia infiltrata in Estonia[20]. A questo si aggiungono l’incriminazione di sette ufficiali del GRU da parte del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti nel 2018[21], i legami del GRU con l’abbattimento del volo MH17 (300 civili morti) e le successive campagne di dezinformatsiya, squallide nel loro stile prettamente comunista-sovietico[22].

Quale sintesi possiamo concludere da quanto letto finora?

Intanto che sotto il regno di Putin il GRU è un po’ decaduto. Resta indubbiamente un servizio abile e crudele, ma l’elenco delle recenti figuracce indica un’involuzione. Anche il GRU sovietico ebbe i suoi alti e bassi, ma è difficile immaginare il servizio segreto militare di un tempo sfigurare in un’operazione relativamente semplice e mettersi in ridicolo con puerili tentativi di disinformazione messi su internet.

Il motivo di questa (relativa) decadenza è quello che abbiamo già accennato. Risucchiato nella lotta di potere alla corte di sicofanti corrotti e corruttori che circondano Putin, il GRU ha abbandonato la precedente marzialità in loco di una maggiore politicizzazione dei dirigenti. Il risultato è un’agenzia contraddittoria: a volte incompetente e imbarazzante, altre capace di successi degni di James Bond.

La tendenza di Putin, sempre più paranoico con l’avanzare dell’età e del disastro ucraino, è quella di porre i servizi di intelligence in competizione tra loro e, soprattutto, di porvi ai vertici deboli o ruffiani al posto di teste pensanti capaci di dirgli di no. Un mix tossico che ha “sputtinato” non solo le condizioni economiche e geopolitiche della Russia, ma anche uno dei suoi artigli più affilati (e velenosi) di sempre: il GRU, la spietata ed affascinante Direzione generale per le informazioni militari.


Note e riferimenti bibliografici:

[1] Brian Freemantle, “Il KGB. Storia della più potente organizzazione spionistica del mondo”, Mursia, 1983, Milano.

[2] Khan D., “The Rise of Intelligence” Foreign Affairs, 2006.

[3] Felgenhauer P., “Military Reform In Russia Bypasses Military Intelligence”, Eurasia Daily Monitor, 2011.

[4] https://www.independent.co.uk/news/world/europe/out-of-russia-farewell-to-the-profumo-affair-s-other-casualty-1408273.html

[5] https://www.businessinsider.com/illegals-of-directorate-s-russia-undercover-covert-sleeper-agents-2017-12

[6] Meyer, J., “Ex Soviet Spy Testifies on Hidden Weapons” The Los Angeles Times, 2000.

[7] https://www.theguardian.com/world/2018/dec/29/ex-soviet-spy-viktor-suvorov

[8] https://www.theguardian.com/world/2018/dec/29/ex-soviet-spy-viktor-suvorov

[9] Kofman, M. (2018) ‘Russian Performance in the Russo-Georgian War Revisited’ War on the Rocks, September 4th. Available at: https://warontherocks.com/2018/09/russian-performance-in-the-russo-georgian-war-revisited/

[10] Galeotti, M. (2016) ‘Putin’s Hydra: Inside Russia’s Intelligence Services’ ECFR, May. Available at: https://ecfr.eu/wp-content/uploads/ECFR_169_-_PUTINS_HYDRA_INSIDE_THE_RUSSIAN_INTELLIGENCE_SERVICES_1513.pdf

[11] Starks, T. (2020) ‘US Charges Russian GRU officers for NotPetya, other major hacks’ Cyberscoop, October 19th. Available at: https://www.cyberscoop.com/russian-hackers-notpetya-charges-gru/

[12] Greenberg, A. (2021) ‘Russian Hackers Are Trying to Brute-Force Hundreds of Networks’ Wired, January 7th. Available at: https://www.wired.com/story/fancy-bear-russia-brute-force-hacking/

[13] Brandom, R. (2018) ‘Twelve Russian intelligence agents have been indicted for hacking the DNC’ The Verge, July 13th. Available at: https://www.theverge.com/2018/7/13/17568660/russia-dnc-hack-indictments-gru-mueller-guccifer-dcleaks

[14] Mitov, B. and Bedrov, I. (2021) ‘Data Shows Alleged Russian Agents In Bulgaria Around Time Of Arms-Depot Blasts’ RFERL, April 22nd. Available at: https://www.rferl.org/a/russia-bulgaria-arms-depot-explosions-gru-agents-gebrev/31217945.html

[15] Bellingcat Investigations Team (2021) ‘Senior GRU Leader Directly Involved With Czech Arms Depot Explosion’ Bellingcat, April 20th. Available at: https://www.bellingcat.com/news/2021/04/20/senior-gru-leader-directly-involved-with-czech-arms-depot-explosion/

[16] https://www.bbc.com/news/technology-37590375

[17] https://www.theguardian.com/uk-news/2018/sep/13/russian-television-channel-rt-says-it-is-to-air-interview-with-skripal-salisbury-attack-suspects

[18] https://www.nytimes.com/2019/05/09/world/europe/montenegro-coup-plot-gru.html

[19] Keaten, J. (2018) ‘Dutch ousted Russians for alleged attempt to hack Swiss lab’ Associated Press, September 14th. Available at: https://apnews.com/article/293d2bead0304ab9b1a358daf18fd9fd

[20] https://www.theatlantic.com/international/archive/2019/06/estonia-russia-deniss-metsavas-spy/592417/

[21] https://www.justice.gov/archives/opa/pr/us-charges-russian-gru-officers-international-hacking-and-related-influence-and

[22] https://www.bellingcat.com/news/uk-and-europe/2020/11/12/the-grus-mh17-disinformation-operations-part-1-the-bonanza-media-project/

  • Laureato in Storia, autore di saggi storici e di svariati articoli di storia ed analisi geopolitica.
    Fondatore del blog "Caput Mundi", coordinatore sezione "Storia" e "Geopolitica" russa ed anglosassone.

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