Didattica ed IA: il caso estone
L’Estonia continua a distinguersi come uno dei Paesi più all’avanguardia nel campo dell’innovazione digitale: dotata di una pubblica amministrazione completamente informatizzata, una cittadinanza dotata di identità digitale e un sistema elettorale basato anche sul voto elettronico, ha saputo costruire negli anni un modello che molti guardano con ammirazione. Ora compie un nuovo passo: integrare l’intelligenza artificiale all’interno delle scuole superiori.
A partire dal 2025, migliaia di studenti estoni potranno utilizzare una versione personalizzata di ChatGPT, denominata ChatGPT EDU, sviluppata in collaborazione con OpenAI. L’iniziativa partirà coinvolgendo circa 20.000 studenti tra i 16 e i 17 anni e 3.000 insegnanti, con l’obiettivo di estendersi a quasi l’intera popolazione scolastica delle scuole secondarie entro il 2027. La piattaforma sarà accessibile gratuitamente grazie ad un investimento diretto del governo estone, che coprirà integralmente i costi delle licenze.
L’idea di fondo è semplice ma significativa: dato che gli studenti già fanno uso dell’IA per studiare, allora è meglio che imparino a farlo nel modo corretto, con il supporto degli insegnanti ed all’interno di un contesto educativo strutturato. L’obiettivo principale è quello di ridurre l’analfabetismo digitale, cioè quella distanza tra l’uso quotidiano e l’effettiva comprensione degli strumenti tecnologici. Con questa iniziativa, l’Estonia punta a rendere gli studenti non solo utilizzatori, bensì anche soggetti in grado di orientarsi e di gestire in modo autonomo i meccanismi dell’IA generativa.
ChatGPT EDU sarà impiegato per supportare l’insegnamento in vari modi: generazione di esercizi personalizzati, spiegazioni adattate alle esigenze degli studenti, creazione di assistenti virtuali tematici. Il progetto include anche una componente di formazione per i docenti, che saranno accompagnati nell’apprendimento delle tecnologie in modo graduale, così da evitare che il corpo insegnante venga escluso dall’evoluzione degli strumenti scolastici. L’idea è di affiancare agli insegnanti un assistente digitale sempre disponibile, aggiornato, ed utile anche nella gestione della didattica quotidiana.

Non è la prima volta che l’Estonia punta sull’educazione tecnologica quale leva di sviluppo: già negli anni Novanta, il progetto Tiger Leap aveva portato Internet in tutte le scuole del Paese, anticipando di anni la digitalizzazione dell’istruzione. La strategia odierna è rimasta la medesima: investire in infrastrutture e competenze per conseguire un ritorno nel medio e lungo periodo.
Ma l’accordo con OpenAI suscita legittimamente considerazioni più complesse.
Affidare una parte significativa della didattica ad una società privata statunitense comporta delle implicazioni che non possono essere ignorate. OpenAI, nonostante la sua dichiarata missione di ricerca, è oggi una società a scopo di lucro, riorganizzata con l’ingresso di investitori del calibro di Microsoft, che ha già stanziato oltre 13 miliardi di dollari per sostenerne lo sviluppo. Un legame che rappresenta de facto una dipendenza strutturale nei confronti di un’infrastruttura esterna, sia dal punto di vista tecnico che da quello economico.
Non è chiaro, ad esempio, chi stabilisca i criteri pedagogici alla base delle risposte fornite dal sistema. I contenuti generati rispecchiano principalmente modelli culturali e linguistici statunitensi, ed è legittimo chiedersi in che misura questi siano compatibili con le esigenze di un sistema scolastico europeo. Le interazioni tra studenti, insegnanti e piattaforma avverranno inoltre attraverso server non governativi, con tutte le implicazioni del caso in materia di conservazione, trattamento ed accesso ai dati.
Nel momento in cui OpenAI dovesse modificare le condizioni contrattuali, variare i costi o limitare l’uso di determinati strumenti, l’Estonia potrebbe ritrovarsi vincolata a scelte su cui non ha alcun controllo diretto. Il rischio è che un intero segmento del sistema educativo venga modellato da una struttura tecnologica esterna, la cui evoluzione è guidata da logiche commerciali e da interessi privati.
Questa dinamica tocca un punto sensibile che riguarda non solo l’Estonia, ma l’insieme dei Paesi europei: negli ultimi anni, l’Unione Europea ha lavorato per promuovere una maggiore autonomia tecnologica, incoraggiando lo sviluppo di software, infrastrutture e strumenti digitali interamente controllabili a livello locale. Nella pratica, però, le soluzioni proposte dalle grandi aziende statunitensi continuano ad avere un forte potere di attrazione, grazie alla loro efficienza, alla prontezza d’uso ed alla reputazione di eccellenza tecnica.

Eppure, esistono alternative: progetti come Mistral, nati sul suolo europeo, offrono già oggi modelli linguistici competitivi, capaci di rispecchiare le specificità culturali e linguistiche del continente. Affidarsi esclusivamente a piattaforme estere comporta anche una riduzione del pluralismo tecnologico, che rischia di comprimere lo spazio per la crescita di iniziative locali, startup e strumenti pensati per le reali esigenze dei singoli Paesi.
Il paradosso è evidente: mentre ci si vanta di essere all’avanguardia nella digitalizzazione, si rischia di delegare intere componenti del sapere ad entità esterne, che non rispondono né alle specificità sociali né alle istituzioni pubbliche. Le scelte educative, per loro natura, dovrebbero restare sotto il controllo diretto delle strutture che si occupano della formazione. Nel caso contrario, si crea una situazione in cui l’apparente progresso tecnico nasconde una progressiva perdita di controllo sulla direzione e sul contenuto dei percorsi formativi.
Ulteriore elemento spesso trascurato è come le stesse aziende che sviluppino i modelli di IA più avanzati siano anche quelle che esprimono, spesso con toni drammatici, preoccupazioni circa l’impatto di questi strumenti sul futuro dell’umanità. Ciononostante, mentre si moltiplicano le dichiarazioni di allarme, la produzione di modelli di IA sempre più potenti continua senza sosta, spinta da enormi investimenti economici, rendendo arduo difficile distinguere quanto sia motivato da un’autentica volontà di progresso da ciò che risponda piuttosto a speculative logiche di mercato.
La decisione estone rappresenta, dunque, un banco di prova atto a comprendere fino a che punto sia possibile integrare l’IA nei processi educativi senza rinunciare ad un controllo effettivo su contenuti, strumenti e finalità. Qualora altri Paesi intendano percorrere la stessa strada, sarà fondamentale chiedersi chi realmente stia guidando l’evoluzione tecnologica dell’istruzione e con quali margini di autonomia possano concretamente intervenire le istituzioni pubbliche.
Affidare l’educazione a strumenti avanzati è un passo importante, ma implica inevitabilmente una responsabilità che non può essere sottovalutata. La tecnologia può potenziare l’apprendimento, rendere più accessibili le conoscenze e personalizzare i percorsi scolastici, ma allorquando venga fornita da soggetti che operano fuori dai confini nazionali e che non rendano conto delle proprie scelte alle autorità locali, il rischio è quello di perdere progressivamente la capacità di orientare le decisioni fondamentali su cosa, come e perché si insegna.
Riferimenti bibliografici:
- Estonia: intelligenza artificiale nelle scuole con AI Leap 2025
https://www.agendadigitale.eu/scuola-digitale/intelligenza-artificiale-nelle-scuole-lestonia-pioniera-con-ai-leap/ - Estonia and OpenAI to bring ChatGPT to schools nationwide | OpenAI
https://openai.com/index/estonia-schools-and-chatgpt/ - Estonia announces new AI initiative with OpenAI to roll out chatbots in schools | Euronews
https://www.euronews.com/next/2025/02/25/estonia-announces-new-ai-initiative-with-openai-to-roll-out-chatbots-in-schools - OpenAI negotiates with Microsoft for new funding and future IPO, FT reports | Reuters
https://www.reuters.com/business/openai-negotiates-with-microsoft-unlock-new-funding-future-ipo-ft-reports-2025-05-11/ - What is digital sovereignty and how are countries approaching it? | World Economic Forum
https://www.weforum.org/stories/2025/01/europe-digital-sovereignty/ - Estonia eschews phone bans in schools and takes leap into AI | Schools | The Guardian
https://www.theguardian.com/education/2025/may/26/estonia-phone-bans-in-schools-ai-artificial-intelligence